Il sacerdote prosegue l’Incarnazione del Verbo

Pubblicato in Missione Oggi

Giovanni Paolo II ha proclamato la Lettera Apostolica di "Rimani con noi Signore" (Mane Nobiscum Domine) all’Episcopato, al Clero e ai Fedeli in occasione dell’Anno dell’Eucaristia (ottobre 2004-ottobre 2005). Il documento permette alla Chiesa di affrontare ancora una volta il tema del valore e del mistero dell’Eucaristia che è considerata il "culmine e la fonte" della vita cristiana (Cf. LG, n. 11). In diverse occasioni, Giovanni Paolo II ci aveva invitato a riflettere solennemente, a meditare in modo orante e a vivere consapevolmente la Santa Eucaristia. LO aveva sottolineato nella Lettera Enciclica "Ecclesia de Eucaristia" che ci ricordava l’Eucaristia come Sacramento che proclama Gesù come sua ricchezza spirituale "nostra Pasqua e pane vivo" (EE, n. 1).

Il sacerdote quale credente del Verbo

Il sacerdote prosegue l’Incarnazione del Verbo perché è principalmente un credente della Parola. La fede deriva da quanto udito e visto. Il sacerdote predica ciò in cui crede. I sacerdoti leggono, meditano e pregano la Parola di Dio. Il sacerdote che crede nella Parola di Dio la ama, perché essa è spirito e vita. Il Concilio Vaticano II ci ricorda che il ministero della Parola, esercitato in molti modi diversi, dipenderà in larga misura da due cose fondamentali: dalle necessità di quanti desiderano ascoltarla e dai doni spirituali dei predicatori (Cf. PO, n. 4).

In quanto amanti della Parola, i sacerdoti la celebrano, rendendola presente in mezzo al popolo. E’ attraverso la rivelazione della Parola che il mistero della salvezza si fa presente nel mondo. Nel celebrare i Sacramenti, in particolare la Santa Eucaristia, i sacerdoti in quanto ministri di Cristo attraverso la forza dello Spirito Santo, partecipano al Suo sacerdozio. In quanto credenti della Parola, i sacerdoti attraggono le persone al Verbo mediante le loro parole e la loro testimonianza. I sacerdoti che predicano e testimoniano divengono agenti di rinnovamento nel mondo di oggi.

Il sacerdote è un credente e un ministro della Parola in nomine Christi et nomine Ecclesiae. Come ministro della Parola, il sacerdote non solo crede e proclama il Regno di Dio, ma rende il Regno di Dio reale e presente in mezzo alla gente. La Parola di Dio non è solo un’istruzione su Dio, ma, per quanti credono in Lui, è vita stessa.

Il sacerdote quale predicatore della Parola

Il sacerdote quale predicatore della Parola proclama Cristo. La Parola di Dio predicata non è solo un messaggio, ma anche un’esperienza divina e donatrice di vita per quanti credono in essa, la ascoltano, le obbediscono e la vivono. Incarnare il Verbo di Dio non ha soltanto lo scopo di conoscere e di istruire le persone su Dio , ma significa sperimentare Dio stesso mediante la parola espressa verbalmente. E’ attraverso la parola che si proclama che Dio agisce nella Chiesa con la forza dello Spirito Santo. Il Concilio Vaticano II definisce la predicazione il primo compito del sacerdote. La salvezza si ottiene da ciò in cui si crede poiché nessuno può essere salvato se non ha prima creduto (Cf. Mc 16, 16).

In quanto predicatore della Parola, il sacerdote infiamma il cuore di chi lo ascolta. L’uomo moderno desidera qualcuno che cammini insieme a lui. Molti anelano a una rinnovata comprensione e alla fede in Cristo. Nella Lettera Apostolica, Mane Nobiscum Domine, il Santo Padre ci presenta Gesù come compagno di viaggio, che ci spiega le Scritture e ci permette di sperimentare e scoprire i misteri del Verbo. Fra le difficoltà della vita, le sfide che turbano il mondo di oggi e le delusioni che proviamo Gesù è il compagno che cammina al nostro fianco (MND, n. 2). La celebrazione dell’Anno dell’Eucaristia ci conduce ancora una volta, concretamente, al mistero dell’Eucaristia, in cui si vive la presenza di Cristo, si proclama la sua Parola, si ricevono il suo Corpo e il suo Sangue e si scopre ancora una volta che Cristo è nostro compagno.

Il sacerdote in quanto predicatore della Parola rende presente Gesù nel cuore di ogni uomo e di ogni donna. Egli ci permette di sperimentare il ruolo di Gesù come nostro compagno di viaggio, leggendo, riflettendo, pregando e proclamando la Parola di Dio. Svelare le Scritture e condurre i fedeli a penetrare nei misteri profondi di Dio è vocazione e compito del sacerdote, come Gesù con i due discepoli sulla strada per Emmaus! Egli svelò le Scritture, le spiegò e permise loro di sperimentare Cristo, elevando il loro cuore e facendo loro capire che Cristo è sempre presente fino alla fine dei tempi. La proclamazione della Parola raggiunge il suo climax nella celebrazione della Santa Eucaristia in cui chi crede alla Parola vive il misero di "essere con" Cristo. Giovanni Paolo II afferma chiaramente che "quando l'incontro diventa pieno, alla luce della Parola subentra quella che scaturisce dal "Pane di vita", con cui Cristo adempie in modo sommo la sua promessa di "stare con noi tutti i giorni fino alla fine del mondo" (Cf. Mt 28,20).(MND, n.2).

Il sacerdote che presiede "in persona Christi capiti"

Il sacerdote celebra l’Eucaristia in persona Christi capitis. L’Eucaristia diviene la fonte e il culmine della Parola di Dio. Ogni qual volta il sacerdote celebra l’Eucaristia è pienamente consapevole di essere uno strumento vivo di Cristo. Il dovere della Chiesa è di rendere presente, testimoniare e proclamare il mistero di Dio nella Santa Eucaristia. La presenza di Cristo si manifesta attraverso l’azione del sacerdote che agisce nella persona di Cristo. Egli nutre il gregge, riunisce il popolo di Dio e lo conduce alla sanità (Cf. Direttorio sul Ministero e la Vita dei Sacerdoti, n. 7).

Celebrando l’Eucaristia, il sacerdote agisce come ministro di Cristo mediante la forza dello Spirito Santo per continuare l’opera di salvezza nel popolo di Dio. In tal modo, partecipa al sacerdozio di Cristo. Esercita il triplice munus Christi e apre ogni cuore affinché riceva con fede il Verbo incarnato e vissuto nel cuore di tutti i fedeli. L’Eucaristia è il centro della vita cristiana . Essa è anche il centro della vita comunitaria. Presso le parrocchie, le cappelle di adorazione perpetua per la devozione eucaristica simboleggiano questa incarnazione costante del Verbo e l’Eucaristia nei cuori di quanti partecipano al Suo culto. Il sacerdote trova la propria identità partecipando in Cristo. Egli agisce "come visibile continuazione e segno sacramentale di Cristo nella sua posizione di fronte alla Chiesa e al mondo come fonte di salvezza permanente e sempre nuova" (Direttorio sul Ministero e la vita dei presbiteri, n. 4). Il sacerdote schiude le vie di comunione fra Dio e il Popolo. Egli genera uno speciale atteggiamento di rendimento di grazie nell’Eucaristia per portare tutta l’umanità a Cristo. Inoltre, il sacerdote non conduce solo le persone a celebrare Gesù, ma fa della frazione del pane un’esperienza della presenza di Cristo e il centro della vita della Chiesa. Giovanni Paolo II afferma che "la "frazione del pane" — come agli inizi veniva chiamata l'Eucaristia — è da sempre al centro della vita della Chiesa. Per mezzo di essa Cristo rende presente, nello scorrere del tempo, il suo mistero di morte e di risurrezione" (MDN, n. 3).

Il sacerdote quale nuovo evangelizzatore della Parola

La nuova evangelizzazione richiede nuovi evangelizzatori della Parola di Dio. I sacerdoti che agiscono in Persona Christi dovrebbero possedere un rinnovato zelo per la predicazione della Parola di Dio. Evangelizzare significa permettere a uomini e a donne di vivere autenticamente la loro fede cristiana fra le sfide e i problemi che la loro identità cristiana comporta nel mondo di oggi. In quanto nuovi evangelizzatori della Parola e nello svolgimento del loro ministero, i sacerdoti dovrebbero amare parlare quotidianamente con Cristo nella loro visita al Santissimo Sacramento e nella loro personale devozione ad esso. (Cf. PO, n. 18). E’ solo mediante questa esperienza personale che il sacerdote è in grado di incarnare continuamente il Verbo nel mondo.

Come un nuovo evangelizzatore della Parola, il sacerdote promuove il sacrificio della Messa. Egli è convinto dei frutti dell’Eucaristia ogni volta che viene celebrata perché sperimenta per primo la grazia del Sacramento. Il Concilio Vaticano II ci ricorda che dovrebbe esistere lo zelo di promuovere e ripristinare la Sacra Liturgia fra le persone e questo zelo sarebbe giustamente un segno della disposizione provvidenziale di Dio nel nostro tempo e del movimento dello Spirito Santo nella Chiesa (cf. SC, n. 43).

La promozione della Santa Eucaristia offrirà l’opportunità di scoprire Cristo più profondamente come i due discepoli che camminarono con Cristo verso Emmaus. "L’avevano riconosciuto nello spezzare il pane" (Lc, 24, 35) "Non c'è dubbio che la dimensione più evidente dell'Eucaristia sia quella del convito" (MND, n. 15). La ricezione frequente della Santa Eucaristia significherebbe che l’opera di salvezza è compiuta. L’Eucaristia non è una celebrazione privata , ma un servizio di tutta la Chiesa che rende il Verbo di Dio incarnato e vissuto. Il segno del Verbo incarnato nella liturgia si esprime in effetti quali la conversione e il rinnovamento fra i fedeli.

Il sacerdote quale evangelizzato e rinnovato

L’evangelizzazione e il rinnovamento del clero indicano i frutti e l’incarnazione del Verbo oggi. I sacerdoti in quanto evangelizzatori dovrebbero sperimentare momenti di conversione interiore incontrando il Verbo di Dio nel loro ministero. Dovrebbero essere più attenti e più devoti alla Santa Eucaristia, promuovendola e celebrandola nelle comunità cristiane oggi. Giovanni Paolo II suggerisce che "i sacerdoti nel loro impegno pastorale prestino, durante questo anno di grazia, un'attenzione ancor più grande alla Messa domenicale, come celebrazione in cui la comunità parrocchiale si ritrova in maniera corale, vedendo ordinariamente partecipi anche i vari gruppi, movimenti, associazioni in essa presenti" (MND, n. 23).

L’atteggiamento interiore del ministro della Santa Eucaristia è essenziale nella celebrazione della Parola. La Santa Eucaristia è efficace e visibile. Essa esige il rinnovamento e la conversione continue dei ministri del Sacramento, perché esiste un’unità profonda fra la Parola e il Sacramento e tale unità si esprime in modo più percepibile nella Santa Eucaristia. Il pane che è benedetto, offerto a Dio e consacrato dal sacerdote è un dono di Dio Si deve pregare per esso e riceverlo perché è il cibo quotidiano dell’uomo. I sacerdoti in quanto evangelizzatori della Parola devono essere a loro volta evangelizzati. Il rinnovamento fra i sacerdoti dovrebbe essere permanente e coerente come la Parola di Dio che è Buona Novella e viva ogni giorno. Giovanni Paolo II dice ai sacerdoti: "lasciatevi interpellare dalla grazia di quest'Anno speciale, celebrando ogni giorno la Santa Messa con la gioia ed il fervore della prima volta e sostando volentieri in preghiera davanti al Tabernacolo!" (MND, n. 30).

Il sacerdote quale agente di comunione

L’incarnazione del Verbo significa comunione.La comunione si manifesta nella ricezione della Santa Eucaristia. Il sacerdote è un agente di comunione."Ricevere l'Eucaristia è entrare in comunione profonda con Gesù" (MND, n. 19). La Chiesa che ascolta la Parola di Dio si riunisce davanti alla mensa del Verbo e la mensa dell’Eucaristia. La Chiesa è molto più di un’organizzazione: è la comunità dello Spirito Santo ed è una comunità viva. La Chiesa cresce attraverso la grazia dello Spirito Santo e Cristo l’ha costituta come suo Corpo. Comunità dei discepoli, la Chiesa è presente nell’Eucaristia ed è l’Eucaristia a edificare la Chiesa. Per il sacerdote proseguire l’Incarnazione del Verbo significa continuare a realizzare la comunione in ogni celebrazione eucaristica.

La base della comunione è la comunione della trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, proclamata dalla Chiesa. Il contesto biblico di "communio" ha un’implicazione teologica e liturgica. San Paolo ha scritto espressamente: "Il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo? Poiché c’è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo" (1 Cor 10, 16 e seg.). L’Eucaristia è un incontro con il Signore risorto. Non si tratta solo di consumare il pane e il vino in un sacrificio eucaristico, ma anche di consumare Cristo stesso nella forma delle sacre specie. L’Eucaristia è Sacramento di unione con Cristo e vita eucaristica significa oggi vita di speranza. Il sacerdote incarna il Verbo che si manifesta nella comunione, che si trova laddove sono la proclamazione della Parola e la celebrazione dell’Eucaristia.

Il sacerdote quale agente di missione

Il Verbo di Dio Incarnato ha una propria dimensione missionaria. Il nostro incontro con Cristo sia nella Parola sia nel Sacramento ci spinge alla missione. L’esperienza di Cristo spinge alla missione. Dopo che i due discepoli ebbero ascoltato in che modo Cristo spiegava le Scritture e spezzato il pane con Lui, "partirono senz’indugio" (Lc 24, 33). Continuarono a proclamare e a far tutti partecipi del loro meraviglioso incontro con il Signore.

Giovanni Paolo II afferma che l’Eucaristia non solo offre forza a chi compie la missione , ma è il principio e il disegno della missione stessa. "L'Eucaristia non è solo espressione di comunione nella vita della Chiesa; essa è anche progetto di solidarietà per l'intera umanità." (MND, n. 27). Le parole di Giovanni Paolo II riflettono il concetto di missione espresso dal Concilio Vaticano II come omologo al disegno di Dio. La missione di predicare e celebrare i Sacramenti è un’attività missionaria e fa dell’Eucaristia il centro e il culmine dell’attività missionaria. (Cf. AG, n. 9). L’attività missionaria rende Cristo presente nel mondo. E’ la Parola di Dio e l’Eucaristia che portano l’umanità dal peccato alla grazia, ripristinandola. "Il cristiano che partecipa all'Eucaristia apprende da essa a farsi promotore di comunione, di pace, di solidarietà, in tutte le circostanze della vita." (MDN, n. 27)

 Fonte: http://www.clerus.org/

 

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