Nell’Anno della Vita Consacrata Al Cuore Delle Famiglie Carismatiche Nella Chiesa

Pubblicato in Missione Oggi

I nostri Fondatori e Fondatrici sono un coro di gloria per la Chiesa

sempre attuale nelle loro Famiglie Carismatiche

San Giovanni Paolo II al n. 52 dell’Esortazione Apostolica Vita Consecrata  (1996), a proposito della comunione tra gli Istituti Religiosi, considera come sempre attuali le seguenti parole di San Bernardo: “Io ammiro tutti gli Ordini religiosi. Appartengo ad uno di loro con la osservanza, ma a tutti nella carità. Tutti abbiamo bisogno gli uni degli altri… In questo esilio la Chiesa sta ancora in cammino e, se posso dirlo così, è plurale: una pluralità multiple e una unità plurale”[2].

Forse uno dei testi che ci può servire da modello per spiegare cosa sia una Famiglia Spirituale o Carismatica sia il messaggio di Papa Giovanni Paolo II alla Famiglia Mercedaria nel lontano 12 maggio 1986: “La fecondità dell’ispirazione del vostro Fondatore si è manifestata attraverso i secoli, anche per la sua capacità di incarnarsi non solo sotto la forma della vita religiosa maschile sacerdotale o laicale, ma di quella femminile attiva e contemplativa, e inoltre nello stile di vita proprio dei secolari. Tutti questi diversi modi di vivere lo spirito di San Pietro Nolasco trovano in lui la necessaria unità e coordinazione dentro della diversità di forme adattate ad ognuno dei gruppi. Per tanto, vi esorto a tutti, sacerdoti e laici, religiosi e religiose, che vi sentiate sempre uniti  tra voi, come figli e figlie di uno stesso Padre e Patrono, mettendo insieme ogni volta di più le vostre forze con autentico spirito di fraternità e di collaborazione nell’interscambio e  nella comunione dei doni propri di ciascuno, per una realizzazione più efficace delle finalità comuni della vostra Famiglia Spirituale  diversificata nei vari istituti e associazioni”[3]

Il Papa Francesco nella sua Lettera Apostolica ai tutti i Consacrati (21/11/2014) con motivo dell’Anno della Vita Consacrata, mette l’accento sulle famiglie carismatiche [4]per spronare ai consacrati, alle consacrate e ai laici animati da uno stesso carisma ad un forte impegno condiviso nel cuore del mondo. Si dice che S. Ignazio mandasse i suoi figli in missione con le parole: “Ite incèndite omnia!”, “Andate, incendiate tutto il mondo, tutte le cose!”. Fate ardere il fuoco che Gesù ha portato, il fuoco dello Spirito Santo. Lasciate che questo fuoco divampi nel vostro cuore[5]. Per aiutarci a cogliere la scintilla ispiratrice[6] ci serviamo di alcuni testi di riferimento.

“Per i Fondatori e le Fondatrici la regola in assoluto è stata il Vangelo, ogni altra regola voleva essere soltanto espressione del Vangelo e strumento per viverlo in pienezza. Il loro ideale era Cristo, aderire a lui interamente, fino a poter dire con Paolo: «Per me il vivere è Cristo» (Fil 1,21)” (Papa Francesco, Lettera Apostolica alle Consacrate e ai Consacrati, 21.11.2014, I,1).

“In quest’Anno della Vita Consacrata sarà opportuno che ogni famiglia carismatica ricordi i suoi inizi e il suo sviluppo storico, per ringraziare Dio che ha offerto alla Chiesa così tanti doni che la rendono bella e attrezzata per ogni opera buona (cfr Lumen gentium, 12). Raccontare la propria storia è indispensabile per tenere viva l’identità, così come per rinsaldare l’unità della famiglia e il senso di appartenenza dei suoi membri” (Papa Francesco, Lettera Apostolica a tutti i Consacrati, 21/11/2014, I,1).

 “L’Anno della Vita Consacrata non riguarda soltanto le persone consacrate, ma la Chiesa intera. Mi rivolgo così a tutto il popolo cristiano perché prenda sempre più consapevolezza del dono che è la presenza di tante consacrate e consacrati, eredi di grandi santi che hanno fatto la storia del cristianesimo. Cosa sarebbe la Chiesa senza san Benedetto e san Basilio, senza sant’Agostino e san Bernardo, senza san Francesco e san Domenico, senza sant’Ignazio di Loyola e santa Teresa d’Avila, senza sant’Angela Merici e san Vincenzo de Paoli? L’elenco si farebbe quasi infinito, fino a san Giovanni Bosco, alla beata Teresa di Calcutta. Il beato Paolo VI affermava: «Senza questo segno concreto, la carità che anima l’intera Chiesa rischierebbe di raffreddarsi, il paradosso salvifico del vangelo di smussarsi, il "sale" della fede di diluirsi in un mondo in fase di secolarizzazione» (Evangelica testificatio, 3)” (Papa Francesco, Lettera Apostolica a tutti i Consacrati, 21/11/2014, III, 2).

“La famiglia carismatica, comprende più Istituti che si riconoscono nel medesimo carisma, e soprattutto cristiani laici che si sentono chiamati, proprio nella loro condizione laicale, a partecipare della stessa realtà carismatica” (Papa Francesco, Lettera Apostolica alle Consacrate e ai Consacrati, 21.11.2014, III,1).

“I religiosi e le religiose, al pari di tutte le altre persone consacrate, sono stati definiti, come ho appena ricordato, "esperti di comunione". Mi aspetto pertanto che la "spiritualità della comunione", indicata da san Giovanni Paolo II, diventi realtà e che voi siate in prima linea nel cogliere «la grande sfida che ci sta davanti» in questo nuovo millennio: «fare della Chiesa la casa e la scuola della comunione».  Sono certo che in questo Anno lavorerete con serietà perché l’ideale di fraternità perseguito dai fondatori e dalle fondatrici cresca ai più diversi livelli, come a cerchi concentrici” (Papa Francesco, Lettera Apostolica alle Consacrate e ai Consacrati, 21.11.2014, II, 3).

“Con questa mia lettera, oltre che alle persone consacrate, mi rivolgo ai laici che, con esse, condividono ideali, spirito, missione. Alcuni Istituti religiosi hanno un’antica tradizione al riguardo, altri un’esperienza più recente. Di fatto attorno ad ogni famiglia religiosa, come anche alle Società di vita apostolica e agli stessi Istituti secolari, è presente una famiglia più grande, la famiglia carismatica, che comprende più Istituti che si riconoscono nel medesimo carisma, e soprattutto cristiani laici che si sentono chiamati, proprio nella loro condizione laicale, a partecipare della stessa realtà carismatica. Incoraggio anche voi, laici, a vivere quest’Anno della Vita Consacrata come una grazia che può rendervi più consapevoli del dono ricevuto. Celebratelo con tutta la famiglia, per crescere e rispondere insieme alle chiamate dello Spirito nella società odierna. In alcune occasioni, quando i consacrati di diversi Istituti quest’Anno si incontreranno tra loro, fate in modo di essere presenti anche voi come espressione dell’unico dono di Dio, così da conoscere le esperienze delle altre famiglie carismatiche, degli altri gruppi laicali e di arricchirvi e sostenervi reciprocamente” (Papa Francesco, Lettera Apostolica a tutti i Consacrati, 21.11.2014, III,1).

 

  1. Le Famiglie Carismatiche testimoni del Vangelo, oggi

 

  1. “Dio è Amore” (1Gv 4, 16). La Chiesa della Trinità è la Famiglia di Dio, “Popolo radunato nell’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” (LG 4)). Tutta l’Umanità è chiamata ad essere famiglia nella civiltà dell’amore… Le famiglie umane ci svellano una immensa ricchezza. La parola famiglia oggi ha tante connotazioni, si applica anche alle diverse società, impegni, lavori, imprese, squadre, organizzazioni… In genere, quando nella nostra società si usa il termine famiglia vuol dire qualcosa che coinvolge anche il cuore. Quello che non tocca il cuore nel presente, nel qui e ora, quello che non motiva, non entusiasma, difficilmente può muovere all’azione. cresca ai più diversi livelli, come a cerchi concentrici”[7]

 

  1. Il carisma (dono dello Spirito) consegnato ai nostri fondatori e fondatrici tende a crescere ai più diversi livelli e ad spandersi come a cerchi concentrici dando origine alla famiglia carismatica (cf Papa Francesco, Lettera Apostolica a tutti i Consacrati, 21/11/2014, II,3). Le famiglie carismatiche con i loro differenti carismi, si manifestano come “un albero che si ramifica splendido e pieno di vita” (LG 43) ed edifica la Chiesa. Constatiamo che il dono dello Spirito vissuto in famiglia carismatica è un importante generatore di consistenza, di entusiasmo, di creatività, di capacità di rischio, di consegna fino alle ultime conseguenze nel più puro spirito evangelico. Le famiglie carismatiche possono essere uno stupendo crogiuolo di comunione, un’espressione ecclesiale di sorelle e fratelli (consacrati e laici) coinvolti e condividendo un’intensa vita spirituale, impegni, responsabilità e funzioni che apportano freschezza evangelica per la missione, per l’evangelizzazione.

 

  1. La vita consacrata maschile (clericale e laicale), la vita consacrata femminile (contemplativa e attiva) e le associazioni laicali, integrate nella propria famiglia carismatica vivono lo stesso carisma in modi diversi. Hanno i medesimi ideali e usufruiscono dei doni speciali per costruire nella gioia sentieri di pace, d’armonia, d’integrazione, portatori di impegno solidario. Il tutto a partire dall’esperienza del sentirsi innestati nel mistero di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. Dio è Amore, sorgente ispiratrice dello spirito di condivisione, solidarietà e famiglia in questa terra.

 

  1. Le famiglie carismatiche sono testimonianza viva e attuale del proprio carisma e apportano delle significative novità per l’oggi della Chiesa e per promuovere le sue più genuine risposte evangeliche[8]. Insieme, come fratelli e sorelle dal più piccolo al più grande, si sentono figli di Dio nella stessa dignità e corresponsabili. Praticano l’ascolto tra loro e il discernimento, coscienti che lo Spirito Santo trasmette e comunica spesso per mediazione dei fratelli o delle sorelle più semplici  e piccoli. È questa una novità stupenda presente nel solco della tradizione cristiana.  Attraverso i nostri fondatori e fondatrici ogni carisma porta e propone novità concreta, incarnata, in quanto innestato nelle beatitudini e nelle evangeliche opere di misericordia.
  1. Le famiglie carismatiche sono gruppi qualificati di riferimento nella Chiesa, con delle proprie connotazioni speciali d’appoggio, di aiuto, di accompagnamento nel vivere e nel testimoniare le loro proposte alla luce del Vangelo. Queste famiglie, attraverso l’informazione, la formazione, la comunione, la preghiera, l’organizzazione, la condivisione dei beni e la missione condivisa, promuovono la fecondità dei carismi nella realtà del mondo attuale. È anche sorprendente constatare oggi la fecondità dei carismi vissuti e testimoniati per la mediazione dei cristiani laici.
  1. I diversi carismi, vissuti come famiglie carismatiche, diventano segni luminosi di novità evangelica e de fedeltà creativa nel gestire i nuovi tempi, d’accordo alla propria identità. Il vivere sacerdoti, consacrati, consacrate e laici il medesimo carisma, in santa emulazione, comporta il sentirsi chiamati dal Signore a  crescere come fratelli e sorelle, a formarsi e  impegnarsi secondo il proprio stato di vita. Le famiglie carismatiche possono facilitare il cammino della Chiesa per integrare sempre meglio e di più le donne nella sua vita e missione.

 

  1. Sappiamo che i carismi non sono patrimonio Le famiglie carismatiche non sono autoreferenziali e non hanno il monopolio del carisma; il carisma è un dono ecclesiale da donare, senza muri di separazione, al di là di ogni frontiera culturale, razziale, linguistica, nazionale, sociale, religiosa… La presenza dello Spirito con i suoi doni fa vibrare, entusiasma, porta alla consegna totale con la gratuità dell’amore, qui e ora.

 

  1. L’attuale orientamento ecclesiale ci invita a sottolineare la bellezza delle famiglie carismatiche per la loro fede proclamata, vissuta e celebrata, eucaristica[9] e mariana[10], per la testimonianza della comunione e per l’impegno nella missione. La passione dei nostri fondatori e fondatrici continua ad essere contagiosa. Un impegno incombe a tutti noi, promuovere la conoscenza e la testimonianza dei nostri fondatori e fondatrici: quanta meraviglia evangelica attraverso di loro, autentici innamorati nella sequela di Gesù!

 

  1. L’entusiasmo che si va manifestando attorno alle famiglie carismatiche (più Istituti e Associazioni laicali), vivendo uno stesso carisma in comunione e in molteplicità di forme, è una novità che porta al cuore evangelico dei propri carismi e dei fondatori e delle fondatrici. Dalla Lettera Apostolica di Papa Francesco (21/11/2014) percepiamo che le famiglie carismatiche sono un segno della fecondità sorprendentemente attuale e futura dei tanti diversi doni dello Spirito alla sua Chiesa per un’evangelizzazione capillare e senza frontiere nel mondo.

 

  1. La Vita Consacrata vissuta nel contesto della famiglia carismatica apre le sue porte, accogliente e fiduciosa ed esce anche cosciente che quello che ha dallo Spirito è un dono da condividere, da donare, fino alla testimonianza suprema alla sequela del Redentore, l’inviato dal Padre, che ha dato la vita per noi come segno del suo infinito amore per l’umanità.

 

  1. Nel momento attuale della Chiesa, le famiglie carismatiche sono delle meravigliose porte aperte attraverso delle quali possiamo andare incontro a tantissime opportunità, sorelle e fratelli (consacrati e laici), in cammino con Gesù su tutte le strade della terra[11]: È anche l’ora delle famiglie carismatiche nella Chiesa per promuovere la sua missione nel mondo.

 

  1. La Chiesa e il mondo hanno immenso bisogno degli autentici rivoluzionari feriali del Vangelo della carità e della gioia, dei santi e delle sante, in tutti i campi dell’agire umano. Lo Spirito di Gesù, dono del Padre, è con noi. La Madre di Dio, come Madre delle nostre famiglie carismatiche ed ecclesiali, ci guida nel cammino. I nostri fondatori e fondatrici, sono sempre attuali e ci accompagnano, non avrebbero paura, resterebbero affascinati dalle opportunità d’incontro con Cristo oggi[12] come famiglie carismatiche in missione: Ho avuto fame…, ho avuto sete…, ero pellegrino…, nudo…, ammalato…, in carcere… Lo avete fatto a me (Mt 25,35-36.40).

 

  1. Un’occasione da non perdere

Il Papa Francesco non perde occasione, soprattutto negli incontri che ha con i consacrati,  per testimoniare la sua appartenenza  alla vita consacrata: “Io sono uno di voi, sono religioso”. Salito sulla Cattedra di San Pietro subito ha pensato di fare qualcosa per mettere nella migliore delle luci la Vita Consacrata. Ha scelto il nome di Francesco, in riferimento a San Francesco d’Assissi, e nel primo incontro con l’Unione dei Superiori Generali (29 novembre 2013) ha espresso un desiderio che portava nel cuore, indire un Anno della Vita Consacrata nella Chiesa. Già prima aveva preparato il terreno nominando, il 6 aprile 2013,  al Ministro Generale dei Frati Minori Francescani, Fr. José Rodríguez Carballo,  Segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, elevandolo al contempo al rango di arcivescovo. Era il primo vescovo dell’era di Papa Francesco.  Il Santo Padre sta facendo di tutto per il meglio degli Istituti di Vita Consacrata, per i consacrati, per le famiglie carismatiche. Ci sta mettendo in una luce nuova, positiva, trainante nella Chiesa. Non potrebbe immaginarsi una Chiesa senza di loro. “Non cedete alla tentazione dei numeri e dell’efficienza, meno ancora a quella di confidare nelle proprie forze. Scrutate gli orizzonti della vostra vita e del momento attuale «in vigile veglia»” ((Papa Francesco, Lettera a tutti i Consacrati, 21/11/2014, I,3).

Da questo suo speciale amore per la vita consacrata procedono spontanei dei richiami: “Sono certo che in questo Anno della Vita Consacrata lavorerete con serietà perché l’ideale di fraternità perseguito dai fondatori e dalle fondatrici cresca ai più diversi livelli, come a cerchi concentrici”[13]. Il Papa Francesco, come parte integrante della Vita Consacrata, ci richiama ad essere  aperti, vuole esorcizzare in essa ogni tipo di chiusura e di autoreferenzialità che potrebbero suggerire lo stile delle sette.

Forse può essere ancora significativo intervento dell’allora Vescovo Ausiliare di Buenos Aires, Mons. Jorge Mario Bergoglio, nel Sinodo sulla Vita Consacrata e la sua Missione nella Chiesa e nel Mondo, XVI Congregazione generale (Roma, 13 ottobre 1994), n. 5: “La vita religiosa va concepita inserita nella pluridimensionalità che costituisce «la Chiesa e attraverso la quale la Chiesa si manifesta». Questa pluriformità «ordina» e dà senso ai diversi carismi. Il carisma di una famiglia religiosa non è un patrimonio chiuso che bisogna custodire, ma è piuttosto una «sfaccettatura integrata» nel corpo della Chiesa, attratta verso il centro, che è Cristo. In un certo senso, una famiglia religiosa è famiglia in quanto è integrata nella grande famiglia del santo e fedele popolo di Dio. Se non fosse così, sarebbe «plurale» e, pertanto, sarebbe una setta, perché il pluralismo che si oppone alla pluridimensionalità è una semplice pluralità di convivenza, senza vera integrazione... e con la scusa di «essere plurale» si difendono particolarismi chiusi come monadi egoiste. Vorrei fare un'altra precisazione rispetto al carisma: corriamo il rischio di considerarlo solamente come un «contenuto», ma non è così. Ogni carisma di fondazione include un «contenuto», ma, al tempo stesso, anche un «modo d'essere», un «modo di procedere» peculiari. Questo è importante quando di tratta di «aggiornare» un carisma di fondazione”.

L’incontro di Papa Francesco il 29 novembre 2013 con la Assemblea dell’Unione dei Superiori Generali (USG), -tre ore tra loro e dialogando a braccio-, è un vero gioiello di tante luci e colori. Naturalmente, dopo essersi identificato come uno di loro ha cercato di rispondere alle domande mostrando in esse il suo immenso amore per la Vita Consacrata. Stralciamo qui un piccolo pensiero: Non dobbiamo rendere il carisma rigido e uniforme. Quando noi uniformiamo le nostre culture, allora uccidiamo il carisma. È necessario introdurre nel governo centrale degli Ordini e delle Congregazioni persone di varie cultu­re, che esprimano modi diversi di vivere il carisma.

Ecco uno dei pensieri che spesso il Papa Francesco richiama con forza alla nostra attenzione: “La comunione e l’incontro fra differenti carismi e vocazioni è un cammino di speranza. Nessuno costruisce il futuro isolandosi, né solo con le proprie forze, ma riconoscendosi nella verità di una comunione che sempre si apre all’incontro, al dialogo, all’ascolto, all’aiuto reciproco e ci preserva dalla malattia dell’autoreferenzialità” (Papa Francesco, Lettera a tutti i Consacrati, 21/11/2014, II,3). “Nella misura nella quale un carisma orienti meglio il suo sguardo sul cuore del Vangelo, più ecclesiale sarà il suo dinamismo”[14].

Fortificare l’identità di ogni famiglia carismatica favorisce anche la comunione e la collaborazione nel contesto del piano ecclesiale, sempre coscienti che il carisma integrale (dono dello Spirito) evolve in continuazione e si adatta per trovare e dare risposte evangeliche alle nuove realtà della Chiesa e del Mondo. A questo proposito, Paolo VI amava dire: "Per un essere vivente l’adattamento al suo ambiente non consiste nell’abbandonare la sua vera identità, ma piuttosto nell’irrobustirsi dentro della vitalità che gli è propria”[15].

Oggi, c’è un richiamo insistente di Papa Francesco, soprattutto nella sua Lettera Apostolica a tutti i Consacrati del 21/11/2014 alle famiglie carismatiche. L’incontro del Papa Francesco (parlando a braccio), nella Basilica di Maria Ausiliatrice a Valdocco (21 giugno 2015), nel bicentenario di Don Bosco con la Famiglia Salesiana è paradigmatico: “Il messaggio d’amore che Papa Francesco ha consegnato alla Famiglia Salesiana nella sua visita a Valdocco la scorsa domenica, ci ha riempito il cuore”.  Questa strada delle famiglie carismatiche nella storia della Chiesa viene da lontano e merita attualmente una attenzione prioritaria da parte dei consacrati per coinvolgere dei laici nel vivere e nel testimoniare il proprio carisma. I nuovi percorsi da seguire come famiglie carismatiche richiedono un impegno generoso negli orizzonti ecclesiali in modo che i carismi portino quel di più di freschezza evangelica, che gli è proprio, per la loro missione nel cuore del mondo[16].

“L’Anno della Vita Consacrata ci interroga sulla fedeltà alla missione che ci è stata affidata. «La stessa generosità e abnegazione che spinsero i Fondatori – chiedeva già san Giovanni Paolo II – devono muovere voi, loro figli spirituali, a mantenere vivi i carismi che, con la stessa forza dello Spirito che li ha suscitati, continuano ad arricchirsi e ad adattarsi, senza perdere il loro carattere genuino, per porsi al servizio della Chiesa e portare a pienezza l’instaurazione del suo Regno»” (Papa Francesco, Lettera a tutti i Consacrati, 21/11/2014, I,2).

 

***

In comunione con il Papa Francesco e sentendo la forza impegnativa del suo invio in quest’Anno della Vita Consacrata, ci affidiamo, come famiglie carismatiche, all’intercessione dei nostri fondatori e fondatrici, alla custodia di San Giuseppe e alla mediazione della nostra Madre, la Vergine Maria: Figlia del Padre, Madre del Figlio, Sposa dello Spirito Santo e Santuario della Santissima Trinità

 

P. David Glenday, Segretario Generale della USG 

 

[1] In questo inno al cuore delle famiglie carismatiche ci sarebbero anche le ombre, non solo le luci. L’elemento umano è sempre debole, fragile, vulnerabile…, ma la forza dello Spirito si serve anche delle ombre per portare avanti il suo progetto alla luce delle esperienze del Verbo fattosi carne: “La comunità che siede a mensa e riconosce il Cristo allo spezzare del pane (cf Lc 24,13-35) è anche luogo in cui ciascuno riconosce le fragilità. La fraternità non produce la perfezione delle relazioni, ma accoglie il limite di tutti e lo porta nel cuore e nella preghiera come ferita inferta al comandamento dell’amore (cf Gv 13,31-35): luogo dove il mistero pasquale opera la guarigione e fermenta l'unità. Evento di grazia invocato e ricevuto da fratelli e sorelle che sono insieme non per scelta ma per chiamata, esperienza della presenza del Risorto” (CIVCSVA, Scrutate, 08/09/2014, La mistica dell’incontro, n. 13.).

[2] San Bernardo, Apología a Guiglielmo di San Thierry, IV, 8: PL 182, 903-904

[3] Giovanni Paolo II, Discorso alla Famiglia Mercedaria, 12 maggio 1986.

[4] Nel Diritto Canonico nei canoni dedicati alla Vita Consacrata il termino carisma viene sostituito da altri come spirito, indole, patrimonio dell’Istituto o della famiglia religiosa. Ufficialmente si è parlato fino adesso piuttosto di famiglie spirituali (consacrati e laici dello stesso carisma). Papa Francesco nella sua Lettera Apostolica a tutti i Consacrati (21/11/2014) ci sorprende adoperando ripetutamente la terminologia “famiglie carismatiche”.

[5] Cf Discorso di Giovanni Paolo II al Convegno Giovanile Ignaziano, 12 settembre 1991, n. 6; “Andate in tutto il mondo e infiammate ogni cosa, portando a ogni uomo il fuoco del Vangelo che salva”: con queste parole il Papa Francesco ha concluso il Vespro di ringraziamento per il secondo centenario della ricostituzione della Compagnia di Gesù (27/09/2014).

[6] Papa Francesco, Lettera Apostolica alle Consacrate e ai Consacrati, 21.11.2014, I,1.

 

[7] Papa Francesco, Lettera Apostolica a tutti i Consacrati, 21.11.2014, II, 3.

[8] “Le famiglie religiose sono nate per ispirare cammini nuovi, offrire percorsi impensati o rispondere agilmente a necessità umane e dello spirito. Può accadere che l’istituzionalizzazione col tempo si carichi di "prescrizioni obsolete", e le esigenze sociali convertano le risposte evangeliche in risposte misurate sull'efficienza e la razionalità “da impresa”. Può accadere alla vita consacrata di perdere l’autorevolezza, l'audacia carismatica e la parresia evangelica, perché attratta da luci estranee alla sua identità…” (CIVCSVA, Scrutate, 08/09/2014, La profezia della mediazione, n. 14.).

 

[9] “Quando una fraternità si ciba dello stesso Corpo e Sangue di Gesù, si riunisce intorno al Figlio di Dio, per condividere il cammino di fede guidato dalla Parola, diviene una cosa sola con lui, è una fraternità in comunione che sperimenta l’amore gratuito e vive in festa, libera, gioiosa, piena di coraggio” (CIVCSVA, Lettera ai consacrati Rallegratevi…, sezione, La tenerezza ci fa bene, 2/2/2014).

[10] “In Maria è la Chiesa tutta che cammina insieme: nella carità di chi si muove verso chi è più fragile; nella speranza di chi sa che sarà accompagnato in questo suo andare e nella fede di chi ha un dono speciale da condividere. In Maria ognuno di noi, sospinto dal vento dello Spirito vive la propria vocazione ad andare!” (CIVCSVA, Rallegratevi…; sezione, Ave, Madre della gioia, 2/2/2014).

[11] A modo di curiosità: I nomi stessi delle nostre diverse famiglie carismatiche, tutti insieme armonizzati e integrati, non è vero che sembrano svelare  un magnifico mosaico,  una splendida icona del Credo professato dalla Chiesa di tutti i tempi? Ogni famiglia carismatica, dalla più piccola alla più grande, ha il proprio tocco di qualità nell’icona.

[12] Nel concreto, le famiglie carismatiche sono chiamate a ottimizzare tutte le proprie risorse in comunione e collaborazione, soprattutto devono formare il cuore, servendosi pure di un ideario (direttorio) proprio nella ricerca del luchrum Christi (degli interessi di Cristo), appropriato alle persone, agli impegni, ai luoghi e ai tempi in modo che i doni dello Spirito consegnati alla Chiesa, per il bene comune del mondo, producano molto frutto. Il centro per le famiglie carismatiche è sempre Cristo.

[13] Papa Francesco, Lettera Apostolica a tutti i Consacrati, 21.11.2014, II, 3.

[14] Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium, 2013, 130.

[15] Paolo VI, Esortazione Apostolica Evangelica Testificatio, 1971,  51.

[16] Il campo delle diverse Famiglie Carismatiche è molto fertile nella Chiesa Cattolica, portatore attualmente d’immensi frutti dello Spirito nella Nuova Evangelizzazione in forma capillare. Il Papa Francesco richiama la missione di “svegliare il mondo”. L’Anno della Vita Consacrata 2015 potrebbe essere un’occasione stupenda per rilanciare la prospettiva dei diversi carismi nel contesto delle Famiglie Carismatiche tradizionali e nuove.

 

Ultima modifica il Domenica, 30 Agosto 2015 11:17
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