7 Tema - La consolazione e la scelta dei poveri

Pubblicato in Missione Oggi

Introduzione
Leggendo le pagine delle riviste religiose e vedendo le loro foto che ci interpellano, ci accorgiamo di una cosa sconfortante: la crescita economica, sostenuta dal progresso nella scienza e nella tecnologia, corrisponde ad un aumento della povertà, sopratutto nel terzo mondo. L’agenzia informativa MISNA ci attualizza quotidianamente con notizie da tutto il mondo sulle tante facce della povertà. Anche l’esperienza di tanti missionari concorda: la povertà non sta diminuendo ma crescendo. I poveri si vedono dappertutto, dentro e fuori le fasce di baracche che circondano le città nei paesi in via di sviluppo. L’analfabetismo o il mero alfabetismo, le malattie, sopratutto l’AIDS che colpisce milioni di uomini e donne, minacciando tanti altri e dando luogo ad un’intera generazione di bambini orfani, la denutrizione che impedisce a milioni di persone una piena crescita psico-fisica e le tante ingiustizie che si traducono in guerre e violazioni dei diritti umani, ci confermano la stessa cosa: la povertà crescente è alla base di gran parte dei mali che colpiscono l’umanità.

Il mondo economico in cui viviamo
La causa principale dell’aumento della povertà e dell’aggravarsi delle differenze sociali nel mondo trova la sua origine nella logica che ispira e orienta la prassi neoliberale dell’economia. La logica pragmatica dell’offerta e della domanda decide quasi tutto. Anche gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica dipendono dal principio del guadagno che si applica nel mercato nazionale e globale indipendentemente delle sue conseguenze per il bene comune.
Le decisioni economiche fondamentali non dipendono dai governi nazionali, democraticamente eletti e ispirati dalla giustizia, come si pensa comunemente, ma da pochi protagonisti economici del mercato globale e dai governi dei paesi ricchi. Le politiche economiche dei paesi poveri non umanizzano sostanzialmente, ma perpetuano questa ideologia che, dagli anni settanta e soprattutto dalla caduta del comunismo alla fine degli anni ottanta, ha assunto il dominio del mondo. Ciò è dovuto anche allo scarso peso economico che i paesi poveri hanno sul mercato globale e alla paura di aggravare la loro emarginazione politica oltre a quella economica già esistente.
La scienza, inseparabile e dipendente dalle politiche macroeconomiche nazionali e globali difficilmente giunge a diffondere i suoi benefici oltre le frontiere dei paesi sviluppati e finisce per saturare i mercati del primo mondo di prodotti e servizi di alta tecnologia creando isole di lusso nell’oceano di povertà del terzo mondo. Questo spiega perché nelle conferenze internazionali ormai non si parli d’altro che dell’allargamento del gap sociale fra classi e nazioni, di conflitti armati e terrorismo internazionale, di inquinamento e cambiamenti climatici, di scarsità d’acqua, di erosione delle terre coltivabili, della distruzione delle foreste, della scomparsa della bio-diversità e della diminuzione della pesca. Di fatto, l’umanità si trova immersa in un mercato globale dove la domanda e l’offerta si rincorrono e si sovrappongono in un circolo vizioso senza fine
Il principio accumulatore multi-dimensionale dell’offerta e della domanda implica che i protagonisti economici, cioè le organizzazioni multinazionali, con le loro gigantesche disponibilità di carattere finanziario e tecnologico, concorrono fra di loro a livello nazionale e internazionale, scegliendo liberamente i propri obbiettivi economici e finanziari e condizionando inevitabilmente le politiche economiche dei paesi poveri.
Il ruolo insostituibile del mercato libero, che dovrebbe dinamizzare le risorse e i servizi in relazione alle necessità della gente, viene soffocato da criteri di efficienza e di autonomia, per cui l’attività economica perde ogni indole sociale. La società interessa poco e viene presa in considerazione come oggetto da utilizzare e può essere combattuta o abbandonata se minaccia il controllo privato dei mezzi di produzione o i profitti. Il sistema economico internazionale non è un mercato comune, un’unione doganale o almeno una free trade area, ma uno spazio aperto all’azione di forze economiche in competizione tra loro per ottenere il massimo guadagno nei settori a loro più favorevoli. Mancano un governo centrale e criteri etico-giuridici comuni a tutti i paesi capaci di garantire la giustizia per il bene di tutti.
Il mondo psico-spirituale dei protagonisti economici e il suo impatto sulla società in generale sono di grande importanza nella riflessione socio-morale d’oggi. Le tendenze del mercato sono imprevedibili. La concorrenza esige l’efficienza, l’efficacia, la rapidità nell’innovazione di mezzi e tecniche, la riorganizzazione costante delle istituzioni, la diversificazione dei prodotti e l’attualizzazione costante delle strategie e dei modi di operare nei diversi momenti e sezioni del mercato. Di conseguenza, gli attori economici, lottando per la sopravvivenza nel mercato, sviluppano un atteggiamento freddo e razionalista che vede quasi tutto nella prospettiva del guadagno e delle perdite. Il loro problema principale non è rappresentato dalle vere necessità della società, come la crescita della povertà, l’analfabetismo, le malattie o le ingiustizie, ma i concorrenti che li possono spingere al fallimento. Questo è un “veleno” che si diffonde poco a poco nella società.

L’Allamano e la Chiesa di fronte ai poveri
La Consolazione, con i suoi contenuti mariani, non è un atteggiamento puramente spirituale, ma un modo d’essere e di agire, una prospettiva da cui vedere il mondo, un programma d’azione che riguarda tutto l’uomo, corpo e spirito e lo apre alle esigenze di fondo del suo contesto socio-economico, incamminandolo a Dio. È a partire da questa ottica che il Missionario della Consolata trova il suo posto e la sua identità nell’insieme del carisma IMC. Il beato Giuseppe Allamano non è un teorico, ma un Padre Fondatore che invia i suoi missionari per il mondo ad essere sale (Mt 5,13), luce (Mt 5,14) e fermento (Lc 21) che trasformano e elevano tutto l’uomo e il suo stato socio-spirituale a tutti i livelli.
Illuminato dal suo spirito, il X Capitolo Generale ha affrontato la realtà socio-economica del mondo in cui l’Istituto oggi si trova ad operare, affermando la necessità di nuovi atteggiamenti e metodi adatti per rispondere pienamente alle rinnovate esigenze della missione. Il bene deve essere sempre realizzato nel modo migliore possibile, senza paura della novità e dando rilievo al contesto per favorire l’assunzione di responsabilità collettive nei confronti del creato e dell’umanità. Sono i missionari aperti allo Spirito, convinti dell’urgenza della Consolazione e consapevoli della rilevanza del contesto che fanno la differenza!
Il contributo chiave della Consolazione alla moralizzazione della prassi economica neoliberale si trova nello spirito di laboriosità. Il lavoro dà senso e costituisce una parte basilare dell’esistenza umana. La forza motrice dell’economia neoliberale è il soggetto umano con le sue capacità creative e innovative. La crescita economica sostenibile e la riduzione della povertà nei paesi poveri e nelle classi meno abbienti sono possibili dove s’investe nello sviluppo umano ossia nella formazione dei poveri che spesso lavorano molto, ma non posseggono le tecniche adatte per ottenere risultati adeguati. L’amore preferenziale per i poveri che caratterizza la missione ad gentes IMC è una chiamata all’azione a favore dei poveri.
Gli investimenti nella capacità produttiva dei ceti vulnerabili devono essere accompagnati dalla sussidiarietà dell’attività economica, la solidarietà e la responsabilità per un’integrazione graduale al mercato. La Consolazione non sradica, ma crea soggetti umani solidali ed economicamente effettivi. Il pensiero selettivo che enfatizza eccessivamente il principio dell’offerta e della domanda al fine di ottenere il massimo profitto a breve scadenza è insufficiente come linea guida delle forze economiche perché emargina la giustizia e non definisce i limiti del profitto legittimo.
Ecco perché l’impegno per la giustizia e la pace che assume la persona umana come il centro di tutto il processo dello sviluppo e della crescita economica è una risposta giusta che serve anche per la sopravvivenza dello stesso mercato neoliberale. La povertà assoluta e le sue conseguenze indicano mancanza di volontà politica e non di mezzi. La Chiesa, unitamente a gruppi e organizzazioni umanitarie sparse in tutto il mondo, non persegue l’eliminazione del mercato ma la sua umanizzazione dinamica e lo sviluppo integrale dei poveri.

La quotidianità della consolazione coi poveri
Il beato Giuseppe Allamano ha sottolineato in un modo particolare l’importanza di conoscere in modo esistenziale le persone e l’ambiente religioso, sociale ed economico in cui il missionario è chiamato ad operare. La lettura personale e comunitaria dei segni dei tempi, alla luce della fede e l’assunzione di misure corrispondenti di coscientizzazione e promozione umana costituiscono il modo migliore di vivere la nostra fedeltà al carisma e alle chiese che serviamo. È in questo modo che le gioie, le speranze, le tristezze e le angosce di quelli che serviamo ci coinvolgono come missionari diventando parte di noi stessi.
Di fatto, oggi, i gruppi più comunicativi, all’interno delle società povere, hanno maggiori possibilità di sviluppo di quelli senza voce, anche se il loro impatto nelle politiche macroeconomiche nazionali ed internazionali è limitato. I senza voce rischiano di essere poco a poco dimenticati, sia dal mercato sia dalla politica. Il nostro discernimento e promozione umana devono cercare di suscitare nelle comunità locali leaders preparati, solidali e coraggiosi, capaci di sacrificarsi per il bene comune.
L’economia riguarda tutti gli aspetti dell’esistenza umana. I mass media parlano sempre più con parole tipo globalizzazione, liberalizzazione, neoliberalismo, protezionismo, privatizzazione, democrazia del libero mercato, ecc. Parlando dei poveri naturalmente tocchiamo materia economica sapendo che, per quanto i paesi poveri riescano a far sentire la loro voce, sono e rimangono ostaggio dei potentati economici del nord del mondo. La giustizia e la pace oggi, indipendentemente del tema scelto, ha una connotazione economica ed esige tanta fantasia sui meccanismi del mercato e le loro implicazioni geo-politiche. La Chiesa come forum morale della vita socio-politica ed economica e di tutto il processo dello sviluppo ci invita a fomentare una maggiore consapevolezza sulle questioni economiche.
Siamo già impegnati in tanti progetti di promozione umana. La nostra testimonianza e solidarietà coi poveri sono quindi solide. Questa è una base positiva da cui i poveri, coscientizzati sulla loro dignità, come soggetti umani e cittadini con diritti e doveri, possono esigere di più dai detentori del potere economico e politico. La promozione e la responsabilizzazione sono parole chiave nell’economia dello sviluppo e nella giustizia e pace.

Conclusione
Come approccio, programma e contenuti dell’evangelizzazione e sviluppo centrato sulla persona umana, la Consolazione va alle radici della povertà. Il suo obbiettivo è la persona umana ovunque si trovi, nella sua integrità e nella convivenza armonica col suo ambiente socio-culturale ed economico. Il mandato missionario non ci invia solo al soggetto umano, ma a tutto il creato (Mc 16,15) nella sua varietà, naturalmente avendo l’uomo come suo apice.
Il mondo d’oggi, grazie ai mass media, si è trasformato in un villaggio globale. Così è anche il mercato. Il suo impatto e tendenze non conoscono frontiere. Anche se le nostre circoscrizioni sono geograficamente localizzabili, la Consolazione ci apre a tutto il mondo e alla prassi economica planetaria. Essa ci spinge a parlare della necessità della riforma nella prassi economica e finanziaria globale e nella vita sociale di tutti, poveri e ricchi. Il nostro obbiettivo è il bene dell’umanità. La Consolazione tocca tutti, cristiani e non cristiani.

P. Hipoliti Marandu

Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 16:55

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