Globalizzazione dei mercati - Universalismo della giustizia e della pace

Pubblicato in Missione Oggi
La via della bellezza è ritrovare la via dell’arte di vivere, del vivere come arte, come musica, come sinfonia, come pace e gioia. E’ poter dire: ‘Sei grande Dio, questa sì che è vita, com’ è bello vivere’. Insomma lodarlo e ringraziarlo.

Il Pellegrinaggio del Viandante è il cammino per ritrovarla quella via della bellezza smarrita. E’ il viaggio di colui che decide di camminare, di non restare nella situazione ‘imputridita, stagnante, brutta”. Il pellegrinaggio nasce proprio come un tempo dello spirito vissuto in uno spazio mobile, aperto, non fisso.

E’ il desiderio di unificare spazio e tempo, per farli vivere in una dimensione armoniosa. Ecco perché, per riarmonizzare il nostro rapporto con lo spazio, la natura, oggi così compromesso, dobbiamo ricorrere al tempo.

Il pellegrinaggio del VIAndante, tuttavia può anche essere fatto, senza muoversi nello spazio ma cercando, nello spazio in cui si vive, di recuperare la via della bellezza attraverso l’armonizzazione di spazio e tempo nelle realtà che viviamo.

E’ il desiderio di recuperare il nostro essere ‘Maestosi’ nella nostra vita personale e collettiva: la regalità che è in ciascuno di noi, l’empowerment, e la regalità dei gruppi umani, la onnicrazia, di cui parlava Capitini che è davvero ‘potere di tutti’ e di ciascuno.

In tal modo riusciamo non solo a dare senso e bellezza alla nostra vita personale ma anche a ridare bellezza all’esistenza umana in generale, ad andare oltre l’attuale momento collettivo, nazionale e internazionale, delle nostre democrature che assomigliano più a delle diittature che a delle democrazie sostanziali, ad andare oltre fame e guerra, che stanno falcidiando i due terzi dell’umanità e ad andare oltre il degrado ambientale, che rischia di compromettere la vita stessa del pianeta.


Justice and Peace Universalism
La via della bellezza

Vi-Andanti Maestosi di…

La via della bellezza
La strada
Il percorso
I traguardi
Partenza
del  viaggio
 

1. Assoluto

 
 
 
 
La via della regalità
 
 
 
La strada
dal cielo alla terra
 
 
 
Chi ama
 
 
 
Amore

2. Tempo e spazio

 
La via dell’orizzonte
La strada
 del mare
è paziente e generoso
Pazienza

3. Relazioni familiari

e comunitarie

La via della mediazione
La strada
 di Cana
e di Betania
non cede alla collera,
dimentica i torti
Fedeltà

4. Saperi

(cultura, scienza educazione)

 
La via dell’umiltà
La strada
di Emmaus
non è invidioso,
non si vanta,
non si gonfia di orgoglio
Gioia

5.  Beni comuni

ed economia
La via della sobrietà
La strada del Monte delle Beatitudini
non cerca il suo interesse
Benevolenza

6. Legalità

 
La via della resistenza
La strada
di Ninive

non manca di rispetto,  non gode dell’ingiustia

Dominio di sé

7. Politica

e bene comune universale

La via della mitezza
La strada
 di Cesarea
di Filippo
la verità è la sua gioia
Pace
Traguardo

del viaggio

 

Sogno meridiano

 
 
 
La via meridiana
 
 
 
La strada di Gerusalemme
 
Tutto scusa di tutti ha fiducia, tutto sopporta,
mai perde la speranza
 
 
 
Bontà


La Globalizzazione dei mercati

Diapositive sulla geopolitica del mondo di oggi.

L’universalismo della giustizia e della pace

La comunità e la cooperazione

Nella danza della vita tra competizione e cooperazione, danza che assomiglia a quella brasiliana della Capoeira in cui i ragazzi mimano lotta e abbraccio, alla fine vince la cooperazione.

<<Sulla terra l'evoluzione di cellule giganti cooperative probabilmente cominciò quando i piccoli energetici batteri della respirazione cominciarono ad aprirsi un varco attraverso le pareti dei più grandi produttori di bolle per accedere alle loro ricche molecole, in modo non dissimile da quello con cui gli umani invasero altri regni o nazioni per ottenere risorse confezionate e materiali grezzi. Il problema di questo metodo fu ed è tuttora che alla fine gli invasori esauriscono ancora le risorse dal momento che hanno divorato i loro ospiti. A lungo andare gli invasori hanno poco più da guadagnare delle loro vittime. Ma questa crisi fu una nuova sfida alla vita.

<<Pare che, incapaci di liberarsi degli invadenti respiratori, i grossi produttori di bolle abbiano stipulato con loro un accordo che fu benefico per ambedue le parti. Ciò non è dissimile dai trattati stipulati tra nazioni quando, per esempio, una nazione ricca offre impianti di elettrificazione in cambio di prodotti alimentari a una nazione del Terzo mondo e, come sappiamo, non è facile mettersi d'accordo in modo che ne venga un chiaro beneficio a tutte e due le parti...

<<Evolvendo cooperativamente, le grosse cellule devono aver trovato che valeva la pena nutrire i batteri che spingevano, in cambio dell'essere guidate dove si poteva trovare cibo o luce... Ma prima che questa felice cooperazione si fosse realmente evoluta dovette esservi stata una fase in cui non era chiaro se la cooperazione avrebbe vinto sulla competizione.>>

L’operazione descritta è realizzata dalle cellule attraverso tre strumenti:

* l'organizzazione;
* un sistema di comunicazione;
* la revisione dei loro programmi (scambiandosi Dna).

Analogamente anche le comunità umane hanno imparato lungo la loro storia sacra a passare dalla competizione alla cooperazione attraverso:

* la comunità e la vita comune;
* la comunione e la condivisione di obiettivi;
* la correzione fraterna e la capacità di ammettere gli errori e di cambiare.

Lo stile dell'Agnello nei talenti personali e nelle comunità

E' possibile ridefinirsi come comunità sulle Beatitudini, semplicemente a partire dalle nostre professionalità e dalle nostre realtà associate:

* sul bene comune: il servizio alla costruzione della città di Dio;
* sui beni comuni (common goods): acqua, terra, aria, fuoco, con tutti gli esseri in viventi e quindi il creato.
Forse è possibile rileggere le sette Chiese dell'Apocalisse come luogo del passaggio dalla memoria e dalla tradizione all'utopia e alla progettazione futura del Regno di giustizia e di pace:
* la comunità di Efeso (ai presbiteri, istituti religiosi, teologi...) ovvero nonviolenza ed ecumenismo;
* la comunità di Smirne (agli ambientalisti e alle professioni collegate a medicina, ingegneria, diritto...) ovvero local-mondialismo ambientale;
* la comunità di Tiatira (alle donne: casalinghe, professioniste, religiose...) ovvero la visibilità femminile nella cultura, nella politica e nell’economia;
* la comunità di Filadelfia (a educatori, mediatori, psicologi e professioni collegate a cultura ed educazione) ovvero il local-mondialismo interculturale e delle educazioni innovative;
* la comunità di Sardi (a giuristi, magistrati, politici...) ovvero il local-mondialsimo dei diritti umani e l'internazionalismo giuridico;
* la comunità di Laodicea (ai politici degli enti locali e parlamenti...) ovvero la politica dell'uguaglianza e della riforma delle Nazioni Unite;
* la comunità di Pergamo (al mondo della produzione economica) ovvero il local-globalismo dell'economia di giustizia (scambi commerciali equi e solidali, etica finanziaria, microcrediti...).


Talenti collettivi: le 7 chiese

Comunità
Obiettivi
Professioni (talenti)
Comunità professionali
Efeso
Nonviolenza ed ecumenismo

Presbiteri, istituti religiosi, teologi...

Conferenze Episcopali, Usmi, Cism, Uisg, Università, Associazioni di teologi...

Smirne
Local-mondialismo ambientale

Ambientalisti e professioni collegate a medicina, ingegneria, diritto...

Associazioni ambientaliste, albi professionali, commissioni bioetica...

Tiatira

Visibilità femminile nella cultura, nella politica e nell’economia

Donne: casalinghe, religiose, professioniste…

Federazioni casalinghe, albi professionali e imprenditoriali, Associazioni femminili, Usmi...

Filadelfia

Local-mondialismo interculturale e delle educazioni innovative

Educatori, mediatori, psicologi e professioni collegate a cultura ed educazione

Sindacati, Associazioni educative, Università, Albi di psicologi-psichiatri, Mediatori culturali, Ong...

Sardi

Local-mondialismo dei diritti umani e internazionalismo giuridico

Giuristi, magistrati, politici...

Associazioni di magistrati, avvocati, Ong dei diritti umani, Partiti politici...

Laodicea

Politica dell’uguaglianza e della riforma delle Nazioni Unite

Politici degli enti locali e parlamenti, volontari della cooperazione...

Associazioni, Ong, Partiti politici...

Pergamo

Local-globalismo dell’economia di giustizia

Mondo della produzione economica

Microcrediti, banche etiche, Sindacati, Bilanci di Giustizia, Cooperative agricole, Commercio Equo e Solidale, Lets...



Il Progetto di vita contro la morte: le Beatitudini

Trasformare l'utopia in progetto è la sfida dei santi, di coloro che sanno perfettamente di essere solo servi inutili di un progetto che di fatto viene realizzato dallo Spirito Santo, il progetto Beatitudini.

La nostra incredulità nella presenza dello Spirito Santo tra di noi rende vana la possibilità di realizzare... l'utopia.

Non siamo beati, non siamo felici...
L'impoverimento progressivo di interi continenti... eppure... beati i poveri.
Malattie che diventano vere e proprie epidemie come il cancro... eppure... beati i tristi.
La violenza tra persone, gruppi sociali, gruppi etnici... eppure... beati i nonviolenti.
Le ingiustizie palesi e quelle subdole e nascoste... eppure... beati gli affamati di giustizia.
L'indifferenza e il cuore duro di troppi... eppure... beati i misericordiosi.
La corsa ai soldi e al successo con multinazionali, Tangentopoli, le mafie... eppure... beati i puri.
Le guerre e il pericolo atomico...
eppure... beati i costruttori di pace.
Il mondo è infelice... eppure... beati i perseguitati.

Le Beatitudini realizzate è l’impegno non solo dei religiosi e delle religiose, ma oggi anche di tanti laici, credenti e non credenti e di tante famiglie, per l'autolimitazione (povertà), la purezza del corpo, della mente e dello spirito (castità), la giustizia e la pace (obbedienza al progetto di Dio) sono una chiave profetica importantissima per aprire al mondo le porte del futuro, soprattutto in un'epoca, come la nostra, allo stesso tempo carica di violenza, guerra, fame, ma anche ricca di comunicazione, aumento della consapevolezza individuale e collettiva, maggiore circolazione di persone, beni e servizi.

Perché oggi, più che mai, è indispensabile per tutti, e non solo per i consacrati, perché per tutti ci sia futuro, una pratica della minorità che significhi povertà, castità, derisione, e libertà dai fittizi legami di fedeltà (obbedienza al regno di Dio). E oggi la pratica dei consigli evangelici è perfino più facile, sia per la maggiore consapevolezza che hanno le persone di questa generazione, sia per la maggiore informazione cui si ha facilmente accesso, sia per i frutti maturati del Concilio Vaticano II, sia per la maggiore interrelazione con le altre fedi e religioni.

Un Progetto Beatitudini realizza il Discorso della Montagna e il programma della felicità pensato da Dio se è cultura:

* della provvidenza (beati i poveri),
* della condivisione (beati i tristi),
* della in-nocentia (beati i nonviolenti),
* della rinuncia -- saper dire cioè <<no, grazie>> -- a consumi non critici (beati i giusti),
* del servizio (beati i misericordiosi),
* della minorità (beati i puri),
* della soluzione nonviolenta dei conflitti (beati i pacificatori).

Questi valori culturali e spirituali, per poter diventare programma concreto, sono diventati in questi anni forme educative alternative a quelle di una scuola obsoleta, meritocratica, che ha formato al successo, alla sfida e ai soldi. Sono diventati pragma-valori attraverso l’educazione:

* alla interdipendenza e alla mondialità (beati i poveri),
* all'interiorizzazione e alla differenza (beati i tristi),
* alla nonviolenza (beati i nonviolenti),
* al modello di sviluppo e a un consumo consapevole (beati i giusti),
* all'autosviluppo, alla mondialità,
* all'interculturalità (beati i misericordiosi),
* alla legalità, all'ambiente (beati i puri),
* alla pace (beati i pacificatori).

Beati i poveri e gli afflitti del mondo, allora, se... siamo nonviolenti, giusti, misericordiosi, puri e pacificatori . Le Beatitudini diventano quindi il cuore di una evangelizzazione della cultura, così come la Trinità ci aiuta a ricomprendere tutto il nostro esistere, caratterizzato da una sequela che ci porta a scoprire il nostro percorso cristiano, insieme allo Spirito Santo, sulle orme del Figlio, per trovare il Padre.

Memoria e utopia per perdere il complesso di superiorità

Il piccolo e accattivante libro biblico di Tobia può aiutarci a fare un passaggio, una pasqua, dalla memoria all’utopia, da Tobi, la memoria, a Tobia, l’utopia, e così realizzare un passaggio da aggregazioni virtuali a figli virtuosi. Forse molte delle nostre aggregazioni cristiane devono riflettere su questo piccolo libro. Devono farlo le nazioni cosiddette cristiane d’una Europa che stenta dopo millenni a dimostrare la sua sequela cristiana in politiche ed economie che ne siano la concretizzazione. Devono farlo le famiglie, le associazioni e le comunità cosiddette cristiane perché per storia, tradizioni e prassi così si dichiarano, proprio perché in qualche modo consapevoli di essere sopravvissute alla tempesta che in questi anni ha colpito l'aggregazione cristiana e i suoi valori. Devono riflettere non fosse altro che per scoprire che non sono state loro le perfettine d.o.c., in regola dinnanzi a Dio e agli uomini perché adempienti i canoni e le regole cristiane, ma che Dio è stato buono.

Proprio come Tobi deve perdere la presunzione insita nel suo nome, come sono buono, per arrivare a scoprire, durante l'arco della sua storia familiare, la bontà di Dio, rappresentata dal nome e dall'esperienza concreta del figlio Tobia, così anche molte delle nostre aggregazioni cristiane d.o.c., con tutte le carte in regola -- a cominciare dalla storia di santi e fondatori di istituti religiosi per arrivare alla frequenza ai sacramenti e finire col nostro impegno nelle opere di misericordia (parrocchia, volontariato, associazionismo...) --, hanno bisogno di riscoprire, semmai rileggendo la propria storia a ritroso, come è stato buono Dio e finalmente dare a lui il merito e il ringraziamento e non a se stessi e alla propria bravura. E scoprire, così, che in effetti le nostre aggregazioni, famiglie e comunità d.o.c. hanno avuto una bontà più virtuale che reale, e scoprirsi invece figli virtuosi di un Dio papà-mamma che con la sua bontà ha colmato di doni la nostra esistenza, guarendoci anche da tutte le nostre cecità, come guarisce Tobi, e dalla nostra impossibilità di stabilire relazioni d'amore, così come guarisce Sara.

Intanto il libro di Tobia è un libro di atti: Libro degli atti di Tobit, e quindi vuole parlare di eventi concreti che colpiscono due famiglie: la famiglia di Tobit (traslitterazione greca del nome ebraico Tobi, che significa letteralmente la mia bontà ed è un'abbreviazione del nome teoforico che lui dà al figlio Tobijah, che significa invece Jahvé è buono) e la famiglia di Sara, anch'essa ebrea d.o.c., cui però muoiono tutti i mariti e, come un'altra e più illustre Sara della Bibbia, non potrà, a causa di ciò, avere una sua discendenza.

Entrambe le famiglie sono di sana formazione. Oggi diremmo che sono famiglie cristiane e timorate di Dio: a messa ogni domenica, educazione ai valori cristiani, una buona vita sacramentale, battesimo appena nati, prima comunione e cresima nell'adolescenza, matrimonio in chiesa nonostante la moda dei matrimoni civili... Entrambe discendono da famiglie molto religiose, così come le nostre famiglie cattoliche ormai da moltissime generazioni.

Il fratello maggiore del figliol prodigo, Tobi: tutti <<primi>> o <<perfettini>>

Gli antenati di Tobi, avendo tutti dei nomi teoforici, indicano una attestata storia di fede: Tobiel (Dio è il mio bene), Ananiel (Dio mi fu clemente), Aduel (Dio rallegrò), Gabael (Dio è alto), Asiel (Dio distribuì). Tobi, però, non è nome teoforico: non è né come l'antenato Tobiel (Dio è il mio bene) né come il figlio Tobia (la bontà di Dio).

E' semplicemente e presuntuosamente Tobi ovvero la mia bontà: assomiglia, insomma, a quel fariseo che si sente a posto (e non è come il pubblicano) e che è in regola con tutti i canoni della sua religione, oppure assomiglia al fratello maggiore del figliol prodigo, pieno di risentimento, come a volte nelle nostre aggregazioni Tobi ci sentiamo nei confronti di atei, musulmani, buddisti e seguaci di altre religioni. Tobi deriva tutta questa sua presunzione (come sono buono) da un passato di fedeltà religiosa, cioè tutti i suoi antenati con i loro nomi teoforici, e un presente perfettino: lui è un pio israelita, osservante della legge anche durante l'esilio.

Nonostante tutto il suo passato e il suo presente da perfettino, che secondo i nostri criteri andrebbe più che ricompensato, semmai con un po’ di ben-essere (salute) e di ben-avere (soldi), che sotto sotto sono le cose che ci aspettiamo da Dio, Tobi diventa cieco e povero! Insomma tanti sforzi per nulla! Tobi è davvero ferito a morte nel suo orgoglio: è colpito proprio in ciò che a tutti avrebbe palesato i favori che si era conquistato da Dio: il vederci chiaro nella vita (sapere che cosa fare, avere discernimento, saggezza), avere insomma certezze... e avere soldi (garantire stabilità a se stesso, a sua moglie e ai figli), insomma avere sicurezze. E invece Tobi, così come molto spesso le nostre <<aggregazioni statali, comunitarie, familiari… Tobi>>, è colpito proprio nelle certezze e nelle sicurezze. Non ci vede più ed è sottoposto all'umiliazione di farsi guidare e mantenere da altri. Ma tutto ciò Tobi non lo capirà che successivamente e a partire dalla esperienza del figlio. Lui, perfino all'atto delle consegne, del passaggio dalla sua vita a quella del figlio, non sa trasmettere che due cose al figlio in partenza: una sequela di regole e di adempimenti e quindi una eredità di comandamenti, e un assegno bancario, diremmo oggi, e cioè una eredità monetaria. E' incapace di trasmettergli in eredità la sua esperienza d'amore con un Dio e con esseri umani che forse non ha amato.

L'angoscia di Tobi e di Sara possono essere dissolte solo da Dio che li visita attraverso l'angelo.

La guarigione interiore di Tobi e di Sara determina una nuova visione del mondo più chiara, più trasparente, più cristiana perché, rompendo i legacci presuntuosi della nostra piccola e mediocre bontà, ci apre finalmente all'intervento di Dio nella storia, apre alla sua bontà che interviene. Gli occhi di Tobi si aprono, il cuore di Sara si apre, per capire che nella vita bisogna fare come Tobia, incamminarsi cioè con l'angelo perché solo così si comprende che è Dio che è buono e che un altro mondo, quello da lui sognato, è davvero possibile.

Ma l'angelo all'inizio è proprio una persona qualunque, non ha neanche un nome teoforico, si chiama Azaria. E' uno incontrato in piazza, un autista di taxi diremmo oggi, perché accompagna dietro compenso. Forse è perfino uno straniero, forse un marocchino... Poi, parlando con lui, Tobi scopre di avere antenati comuni, forse scopre che il Dio che lui chiama Allah è lo stesso Dio che lui chiama Jahvé. E gli affida suo figlio. Quest'angelo anonimo, mezzo straniero, uno con cui si ha anche un rapporto a pagamento, un rapporto lavorativo, con la corresponsione di un salario, diventa l'angelo di Dio che guarisce. Solo a viaggio iniziato scopriremo che è un messaggero di Dio che ha il compito di guarirci (Rafael).

Le nostre aggregazioni cristiane <<Tobi>>

Nelle nostre aggregazioni cristiane, siano esse la nazione, la comunità religiosa, l’associazione o la famiglia, abbiamo ancora memoria di ciò che noi chiamiamo tradizione cristiana, in cui abbiamo fatto esperienza dell'accompagnamento di Dio? Tobi aveva antenati che testimoniavano questa esperienza di Dio nella storia. Siamo capaci di fare memoria su come concretamente, negli atti della nostra vita, Dio sia stato colui/colei che è il mio bene (Tobiel), che rallegra (Aduel), che distribuisce (Asiel), che guarisce (Rafael)? Siamo capaci di fare memoria di un Dio che annuncia, come a Maria, una grande speranza e una grande gioia (Gabriel)?

Oppure pensiamo che gli angeli siano esseri misteriosi un po’ magici, un po’ come folletti, elfi e omuncoli con le ali, più suggestionati dai racconti mitologici pagani che dal racconto della nostra storia sacra, sacra perché accompagnata da un Dio che fa di tutto, proprio come le mamme e i papà, per accompagnare i suoi figli, senza imporsi, senza farsi vedere, essendoci senza esserci?

Forse nella nostra megalomania da perfettini e cristiani d.o.c. sappiamo ancora riconoscere quando noi siamo stati angeli per altri. Ma molto più difficile è riconoscere, negli atti della nostra vita, nella nostra quotidianità concreta, quando altri, anche atei, stranieri, immigrati, gente da noi ritenuta un po’ al di sotto di noi (religiosamente, spiritualmente, culturalmente, socialmente, economicamente...), sono stati per noi angeli, messaggeri di un Dio che è il nostro bene, ci rallegra, ci distribuisce, ci guarisce... ci annuncia (Gabriel)... che Dio è con noi (Emmanuel)!

Tobia, i nostri figli imperfetti che scalpitano per esser liberi e la loro generazione che non ci assomiglia perché assomigliano tutti al loro tempo più che a noi (come è giusto che sia), sono forse l'unico vero legame d'amore che ci mette a nudo dinnanzi a noi stessi e dinnanzi a Dio.

E sono loro che ci aiutano a fare questo passaggio pasquale da:

• nazioni, gruppi, famiglie, comunità virtuali perché pseudovirtuose, nell’arrogante presunzione di essere buoni, primi e perfettini
• a figli virtuosi di un Dio papà/mamma che ci dà amore e doni in abbondanza, attraverso i suoi angeli, finalmente riconoscendo a Dio l’unico primato, perché è lui l’unico primo e noi siamo tutti secondi: <<Non avrai altro Dio>>.

Sono loro, i nostri figli e la loro generazione che ci fanno capire che non siamo assolutamente perfetti, perché sperimentiamo quotidianamente i mille errori che facciamo con loro, e siamo ciechi perché capiamo e vediamo a malapena la strada che loro sono chiamati a percorrere e il viaggio della loro vita, viaggio in cui noi non possiamo neanche accompagnarli, mentre li accompagnerà un angelo sconosciuto. Ci fanno capire che in realtà non siamo affatto i perfettini e i cristiani d.o.c. che credevamo di essere quando, da Tobi, pensavamo come sono buono, ma che in realtà l'unica cosa che possiamo sperimentare è come è buono Dio, purché ne sappiamo riconoscere il percorso attraverso i nostri figli e i suoi angeli.

E solo in questo modo possiamo davvero diventare noi stessi annunciatori di una grande gioia e di una grande speranza, che cioè Dio è con noi, è l'Emmanuel, il Dio con noi, che non ci abbandona e non ci lascia orfani. Possiamo diventare Gabriel.

Ma tutto ciò purché non ci facciamo attrarre da un altro angelo, Asmodeo, il seducente, quello che a Sara uccide tutti i mariti perché geloso di essi, e perché non desidera affatto che essa abbia discendenza, che ci sia futuro nella sua famiglia, lui il negatore di futuro per eccellenza! Un angelo diverso dagli altri, che non è messaggero di Dio, che ha le sue regole potenti e le sue tentazioni forti: soldi, successo e sfida a Dio. Un angelo che impedisce ogni relazione affettiva. Ma un angelo, che poi non è così difficile sconfiggere: un altro angelo, Rafael, e la potenza della preghiera di Sara e Tobia lo mandano mille miglia lontano. Senza neanche troppo sforzo!

Lo Spirito Santo: ma c’è o non c’è?

La pace con sé, con il prossimo, con il creato e i popoli del mondo, la si recupera non solo correggendo il complesso di superiorità e di primogenitura di Caino ma soprattutto costruendo tutto quel positivo dei rapporti umani che gradatamente metterà ai margini anche i nostri pensieri, parole e comportamenti da Caino. La si costruisce impostando rapporti su concreti pensieri, parole e comportamenti di tenerezza, i comportamenti OK, che sono le qualità che rendono tenera la compagnia di una persona, quei comportamenti che la tradizione cristiana chiama doni dello Spirito Santo e che qualificano come pacificante la compagnia di una persona (essere saggio, usare la testa, saper dare consigli, capire ciò che è buono e ciò che non lo è, avere forza d'animo, essere coraggioso, solido, sapere quello che si dice, saper voler bene, essere attento alla vita). Quei doni che troppo spesso dimentichiamo esser doni e quindi gratuiti, dimentichiamo che non dipendono dalle nostre qualità né dalle nostre virtù, ma sono dono gratuito di Dio, che non ci lascia orfani né soli a terminare il mondo e a compiere i tempi, ma ci lascia il suo Spirito.

Ma lo Spirito Santo c'è o non c'è? Davvero crediamo nella sua presenza in mezzo a noi? E i suoi doni sono là... a portata di mano... sono gratuiti, purché noi li chiediamo... se cioè non abbiamo (di nuovo!) l'orgoglio e la presunzione (!) di dover fare tutto da soli!

E lo Spirito Santo, la ruah (in ebraico è sostantivo femminile!) è anche soffio, respiro, vento, etere, anima… E’ un vuoto che è pieno ed è pienezza. E’ energia, forza, è vuoto apparente che è pieno assoluto. Ed è pienezza di res novae.

Cinque manifesti per ridefinirsi come comunità universali e locali con metodi nonviolenti e innocenti

Ridefinirsi a livello personale e collettivo, come nelle proprie istanze culturali, religiose, politiche, economiche e sociali, a partire dalle Beatitudini significa saper essere in comune-unità a tutti i livelli del vivere civile e non solo nelle comunità di frati e suore e neppure solo nella comunità familiare. Significa, come S. Francesco, ri-pensare e ri-dire, nei propri modelli culturali, educativi, scientifici e tecnologici, la vita del pianeta perché possa essere il Giardino di Eden sognato da Dio. E questa è una conversione culturale, educativa, scientifica che non può essere delegata alle agenzie ad hoc istituite, ma è una questione che riguarda ciascun uomo e ciascuna donna del pianeta e tutte le culture e i popoli del mondo, così come le loro società politiche ed economiche. Significa, come Francesco, ri-amare il creato e gli esseri viventi per passare dall’odio universale, che tocca gli esseri umani e tutto il vivente della terra, alla sinergia cosmica sognata da Dio all’inizio.

Questa conversione riguarda quindi la nostra vita nel suo complesso che, a partire dalle modalità di Francesco, potremmo quasi racchiudere in cinque manifesti: culturale, religioso, economico, politico e sociale.

I Cinque manifesti

1. * Manifesto culturale: la scelta personale della povertà e della sobrietà felice.
2. * Manifesto religioso: ad gentes, l'opzione preferenziale del Sud del mondo.
3. * Manifesto economico: cantare il Cantico delle Creature: la natura da cosa usa e getta a fratelli e sorelle.
4. * Manifesto politico: fare comune-unità. Restituire regalità (empowerment) a livello:
micro-comunità: famiglie, gruppi, associazioni, istituti religiosi, cooperative;
medio-comunità: stati, regioni;
macro-comunità: gruppi regionali: Unione Europea;
mega-comunità: Onu delle Nazioni, e Onu dei Popoli ovvero la società civile.
5. Manifesto sociale: fare comune-unione mediante mega-comunità globali (missione) e micro-comunità locali (parrocchia)

La castità di spirito mente corpo, per una nuova cultura


Consiglio evangelico
Parola di Dio
Valore
Pragma-valore
Comportamento
Controvalore
Comportamento

Famiglia & comunità

purezza
nonviolenza
Tobia,
Giobbe
fedeltà
pazienza
patto di
convivenza,
solidarietà
aiuto reciproco
‘sono libero di...’
utilitarismo
egocentrismo,
‘me ne vado’
Amicizia
purezza
povertà
‘voi siete miei amici’
(Gv 15,14)
lealtà
patto di amicizia,
compagnia
aggregazione
fare i propri interessi
rottura
litigio
Scuola
purezza
nonviolenza
‘se non diventerete come bambini...’
(Mt 18,3)
persona
crescita reciproca
scoperta dei reciproci talenti,
orientamento
meritocrazia
eccellenze ed esclusi
Cultura
Purezza
giustizia nonviolenza

‘amate la giustizia’,

‘la Sapienza non entra inun’anima che opera il male’ (Sap 1,1.4)

vita
creare e mantenere vita dentro di sé e intorno a sé
soluzione dei conflitti,
mediazione,
pace
violenza
morte


Nonviolenza e pace per una nuova politica



Consiglio evangelico
Parola di Dio
Valore
Pragma-valore
Comportamento
Controvalore
Comportamento
Vicinato
purezza,
nonviolenza
le querce di
Mamre
(Gn 18,1-15)
sacralità dell’ospite,
fiducia
buona educazione,
buon vicinato,
relazionalità
accoglienza
gentilezza
reciprocità
farsi gli affari propri
privacy
porte chiuse
Società
purezza,
giustizia
<<tenevano
ogni cosa in
comune>>
(At 2,44)
partecipazione
socialità
bene comune
individualismo
Emarginazione,
esclusione
Politica
purezza,
giustizia,
nonviolenza,
pace

<<se uno vuol essere il primo...>>

(Mc 9,35),
<<guai a voi
scribi e farisei>>
(cfr. Lc 11,52-53)
uguaglianza
bene comune
costruzione della polis
gerarchie sociali, nazionali, internazionali,
schierarsi con i potenti
soprusi
colonizzazioni
guerra


Povertà, giustizia, misericordia per una nuova economia


Consiglio Evangelico
Parola
di Dio
Valore
Pragma-valore
Comportamento
Controvalore
Comportamento
Natura
Purezza
povertà
nonviolenza
<<perché lo coltivasse e custodisse>
(Gn 2,15)
biodiversità
fertilità,
utilizzazione
conservazione patrimoni naturali
sfida
sfruttamento
degrado ambientale,
perdita biodiversità
Mercato
povertà
giustizia
giustizia
<<il salario defraudato>
(Gc 5,4)
onestà
giusto salario
equità
giustizia
accumulare soldi
furti e frodi
Lavoro
povertà
giustizia
<<non essere di peso ad alcuno>>
(1Ts 2,9)
corresponsabilità
equità
onestà
giusto salario
dirittura
sfruttamento
arrivismo
mobbing,
scavalcare gli altri
Economia
povertà
giustizia
purezza
Magnificat
(Lc 1,46- 55)
giustizia
equità
cooperazione diritti umani
sfruttamento
razzismo
schiavitù
impoverimento


L’unità dei carismi in un mondo globale

Vi sono poi diversità di ministeri….. ma uno solo è il Signore
Vi sono, poi, doni differenti dati alle differenti persone e comunità,
ma uno solo è il Signore.
Vi sono poi modalità differenti in cui viene costruito
il Regno di Giustizia e di Pace, ma uno solo è Dio che opera tutto e in tutti.
E a ciascuna persona e all'uno e l'altro sesso, a ciascuna comunità e a ciascun popolo
è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune di tutta la Terra.

A una persona, a un sesso, a una comunità, a un popolo, viene dato il dono della sapienza,
del saper vedere dentro le cose, del saperle percepire, capirne il senso,
viverle in sintonia con il tutto, saper discernere, essere giusti.
Ad essi è dato il dono dell'interiorità.

Ad alcuni viene dato il dono della scienza, della tecnologia,
del saper costruire utensili, macchinari, tecniche.
Ad essi è dato il dono del metodo.
Ad altri il dono della fiducia in Dio,
dell'abbandono a lui, della spiritualità più alta.
Ad essi è dato il dono della fede.

Ad alcuni la concretezza delle opere,
del saper guarire le piaghe dei poveri,
dei Paesi impoveriti, degli ammalati,
così come le ferite degli sconsolati, degli afflitti e dei depressi,
e fare miracoli:
dove c'è miseria far fiorire il benessere,
dove c'è malattia far nascere ospedali e medicine,
dove c'è violenza far nascere giustizia, diritti umani e pace.
Ad essi è dato il dono della carità.

Ad altri viene dato il dono del saper prevedere,
intuire l'andamento economico, politico,
quale sbocco avranno le scelte fatte, che effetti produrranno sul futuro.
Ad essi è dato il dono della profezia.

Ad alcuni del saper giudicare le persone e gli avvenimenti, sapervi guardare dentro,
ma anche saper e-ducere, tirar fuori, in modo da poter orientare persone e popoli,
dare delle indicazioni, delle direzioni.
Ad essi è dato il dono dell'orientamento e dell'educazione.

Ad altri viene dato il dono di saper comunicare, saper parlare molte lingue,
aver facilità di comunicare via satellite, via Internet,
ma anche saper facilitare la comunicazione
con tecniche nonviolente nei gruppi di studio, nelle sedute terapeutiche.
Ad essi è dato il dono della comunicazione.

Ad alcuni viene dato il dono della interpretazione delle lingue, delle culture,
delle cose che si dicono, del saper cioè andare a fondo nella comunicazione,
individuarne gli orientamenti culturali, filosofici, etici.
Ad essi è dato il dono della cultura.

Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 16:56

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