CAMBIAMENTI CULTURALI, SOCIALI E RELIGIOSI DEGLI ULTIMI 60 ANNI

Pubblicato in Missione Oggi

Sommario:

  1. Storia Personale

  2. Evangelizzazione Dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II

  3. Cambiamenti Epocali

  • Diritti Umani Conquistati dai Cittadini USA negli Ultimi 155 Anni

  • La Prossima Rivoluzione Culturale sarà contro la Discriminazione “Omo-, Bi-, Trans-sessuale”?

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    1. Storia Personale

    Entrai nel Seminario Minore Diocesano di Torino il 4 ottobre 1950, all‘età di 11 anni. Durante le medie e il ginnasio fui educato ad essere un “piccolo prete” fervente nella preghiera, obbediente ai superiori e applicato negli studi, la stessa formazione che ricevettero decine di migliaia di seminaristi prima di me. Feci la “vestizione clericale” il 25 settembre 1956 e due giorni dopo entrai nel Liceo Classico dei Missionari della Consolata a Varallo Sesia (Vercelli). Ogni mese, una classe alla volta, organizzava la “Crociata Missionaria”, un’ora e mezza di notizie dal mondo missionario, con canti, musica e reflessioni religiose. La riunione terminava con il canto “Avanti Crociati di Cristo”. Vivevamo nel tempo trionfalistico della chiesa pre-conciliare. Credevamo che la Russia –recentemente consacrata al Cuore Immacolato di Maria- si sarebbe presto convertita al Cattolicesimo e che l’Africa sarebbe diventata Cristiana in breve tempo. La conversione degli Indios “primitivi” dell’Amazzonia era il grande ideale missionario!

    Fui ordinato sacerdote il 18 dicembre 1965 --dieci giorni dopo la conclusione del Concilio Ecumenico Vaticano II. Dagli inizi degli anni sessanta la situazione politica mondiale stava cambiando velocemente. L’ordine imposto nel mondo dalle nazioni vincitrici nella seconda Guerra Mondiale incominciava ad essere contestato. I paesi colonialisti europei concedevano in fretta la libertà alle loro colonie e abbandonavano l’Africa –dopo averla sfruttata economicamente e culturalmente-- al suo destino. La missionarietà della Chiesa, affermata con forza dal Concilio Ecumenico Vaticano II, attirava ancora giovani italiani agli Istituti missionari..., ma c’era qualcosa di nuovo. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il numero di figli della famiglia europea si ridusse tremendamente. I miei genitori allevarono sei figli, numero tipico della famiglia italiana prima della Seconda Guerra Mondiale. I miei fratelli ebbero un figlio solo ognuno e le mie sorelle nessuno. ll numero dei giovani nei seminari diminuiva e venivano ordinati sempre meno sacerdoti e missionari. In America gli Hippies e in Inghilterra i Beatles contestavano la guerra in Vietnam con messaggi di pace e amore. In Francia, in Italia e un po’ in tutta l’Europa la rivoluzione dei giovani era alle porte.

    Alla fine di ottobre 1967 arrivai in Brasile sulla moto-nave “Andrea Costa” con altri 3 missionari della Consolata. Un anno dopo, il 16 ottobre 1968, atterrai sulla piccola pista della Missione Catrimani costruita da P. Giovanni Calleri e Bindo Meldolesi nel 1966. Dopo nemmeno un mese dal mio arrivo, la “Voce d’America” –emittente radio degli Stati Uniti di facile sintonia nella foresta amazzonica-- informava che i componenti della spedizione di P. Giovanni Calleri tra gli Indios Waimiri-Atroari erano stati uccisi. Uno solo dei nove era scampato al massacro..., e non era P. Giovanni!

    Alla fine del 1973, i lavoratori della Perimetrale Nord (BR-210) arrivarono alla missione Catrimani. Nel 1974 centinaia di boscaioli e lavoratori della strada invasero la regione dei fiumi Ajaranì e Catrimani con bulldozers, scavatrici e camions distruggendo parte della foresta e sconvolgendo la vita di animali e nativi. Nel giugno 1974 arrivò la prima epidemia di morbillo che fece 12 vittime. Gli Yanomami che vivevano vicini alla strada furono vaccinati, ma quelli che abitavano lontano dalla strada non lo furono a causa dell’impossibilità di mantenere i vaccini a zero gradi durante i 3 giorni necessari per raggiungerli. In aprile-maggio 1977 una seconda epidemia di morbillo fece 68 vittime, uccidendo il 50% della popolazione di tre gruppi tribali che abitavano a tre giorni di distanza dalla missione. Il morbillo tra le popolazioni native dell’Amazzonia non-immunizzate è come una bomba a orologio: scoppia con violenza e uccide indiscriminatamente! Mi sentii colpevole per la morte di tanti bambini, adulti e vecchi per non aver speso le poche risorse della missione a comperare Gama-Globulina e centinania di dosi di vaccino contro il morbillo, affittare un elicottero e vaccinare gli Yanomami prima che arrivassero i lavoratori della strada.

    Chiesi al Vescovo e al Superiore dei missionari della Consolata di Roraima di dedicare qualche anno a studi linguistici e antropologici. Dal 1977 al 1985 frequentai corsi di linguistica, antropologia culturale e socio-biologia all’Università di Pittsburgh, PA, U.S.A. Dopo aver conseguito il dottorato in Antropologia (27/04/1985) ritornai alla missione Catrimani dove lavorai fino ad agosto 1995 con una migliore preparazione intellettuale, deciso a rispettare “i segni dei tempi” e ad iniziare con gli Yanomami il lungo e arduo cammino dell’evangelizzazione.

     

    1. Evangelizzazione Dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II

    Dall’inizio del secolo XVI la scoperta e l’occupazione di nuovi continenti da parte delle nazioni europee significò la morte di civiltà antiche e lo sfruttamento di popolazioni autoctone che persero la loro identità, cultura e lingua. Scopritori e colonizzatori imposero ai popoli nativi la loro lingua, la loro cultura e la loro religione senza rispettare i più fondamentali “diritti umani”. Alcuni missionari e scrittori denunciarono le crudeltà, gli abusi e le sofferenze inflitte ai nativi, ma le loro voci non furono ascoltate.

    Negli ultimi 500 anni migliaia di culture e lingue scomparvero senza lasciare vestigia. Lo zelo dei missionari nel fare “tabula rasa” delle convinzioni dei popoli nativi, affrettò la loro accettazione del Cristianesimo. Il modello di evangelizzazione del secoli XVIII e XIX rifletteva la visione religiosa, politica e sociale del tempo. Educazione e teologia seguivano il modello “coloniale”. Antiche religioni come Islamismo, Hinduismo, Confucianismo, Scintoismo, ecc. erano rispettate, ma le “spiritualità” di popolazioni minori e isolate venivano considerate “credenze pagane”, nonostante che scrittori e antropologi avessero descritto la ricchezza culturale e religiosa di queste popolazioni.

    Piantare la Chiesa, educare i “primitivi”, convertire i “pagani”, salvare le”anime” erano gli slogans religiosi del tempo. Se fossi stato inviato ad evangelizzare gli Indios Yanomami nel 1908 invece del 1968, li avrei probabilmente “educati, convertiti e battezzati” nel giro di due generazioni, come fecero Carmelitani, Francescani e Benedettini con i gruppi indigeni che abitavano il Territorio del Rio Branco, attuale Stato di Roraima, all’estremo nord del Brasile! Avendo studiato teologia durante il Concilio Ecumenico Vaticano II e antropolgia, la mia preparazione intellettuale era differente di quella dei missionari di sessant’anni prima. Non potevo comportarmi come loro!

    Per esempio, non ho mai considerato gli “shamani” Yanomami (curatori magici) come competitori-nemici ma come alleati-amici. Non ho mai condannato l’abbandono nella foresta di bambini non-desiderati, miti, storie sacre, riti di iniziazione, raids fatti contro tribù nemiche, la poligamia (occasionale) e la poliandria (rara), il sistema di parentela fondato sul lignaggio, il costume di sposarsi tra cugini-primi-incrociati, ecc. Ho aiutato gli Yanomami a conoscere i loro diritti umani e brasiliani, ad adottare i bambini non-desiderati invece di abbandonarli nella foresta al momento della nascita, a integrare la loro tradizione con le conoscenze apprese a scuola.

    Evidentemente l’evangelizzazione basata su rispetto/stima, intesa/attesa esige preparazione intellettuale e... tempi lunghi! Era mio dovere aiutare gli Yanomami a vivere “in pienezza”, difendere la foresta dall’invasione di cercatori d’oro, allevatori di bestiame e educarli al nuovo ambiente ecologico-sociale in cui le future generazioni sarebbero cresciute, mantenendo la loro tradizionale gioia di vivere!

     

    1. Cambiamenti Epocali

    Nel passato civiltà nascevano, si sviluppavano e morivano senza che la maggioranza dei popoli del mondo ne venissero a conoscenza. Con l’invenzione della “stampa a caratteri mobili”, con le scoperte di nuovi continenti e lo sfruttamento di popoli e risorse, sviluppo e informazione vanno a pari passo. L’evoluzione culturale avvenuta negli Stati Uniti negli ultimi 155 anni non fu un fenomeno isolato, senza ripercussioni e consequenze nel resto del mondo. Dal 2000 in poi la maggioranza delle persone che abitano sul pianeta terra ricevono in tempo reale notizie e informazioni di carattere globale attraverso TV, documentari, articoli, emails, chat-rooms, Twitter, Facebook... L’informazione globale, istantanea, gratis e accessibile alla maggior parte della popolazione attraverso TV, cell phones, I-pads e notebooks provoca cambiamenti nelle culture locali povere di mezzi materiali e incapaci di difendere lingua e costumi tradizionali contro l’aggressione culturale e materiale di Brasiliani e stranieri in generale.

    All’inizio del 2011 le pacifiche rivolte popolari in Tunisia, Egitto, Maimar, Bahrain, e quelle violente in Libia e nello Yemen stanno provocando cambiamenti nello “status quo” politico di una mezza dozzina di nazioni dell’Africa del Nord, del Medio Oriente e dell’Indonesia dove la maggioranza della popolazione è di fede Islamica. È un nuovo fenomeno culturale che fa uso della rete globale WEB per raggiungere in tempo reale piccoli villaggi e grandi città. È interessante notare come la “rabbia dei giovani” contro regimi arabi geriatrici e corrotti fu spontanea, genuina e non organizzata da movimenti religiosi. Si diffuse prima nella “globosfera” e poi invase le piazze delle capitali del Nord Africa e Medio Oriente fino all’estremo Oriente. Fu uno “tsunami politico” diretto da giovani cibernetici con continui messaggi via telefono cellulare, Internet, YouTube, Twitter e Facebook. In poche settimane la “keystroke revolution” --come viene chiamata dalla rivista “Newsweek” del 07/02/2011— fu orientata e diretta via WEB -anonimamente—da giovani coraggiosi. Milioni di giovani arabi manifestarono in piazze, edifici pubblici e università dando voce alla loro frustrazione contro regimi che li sfruttano e ingannano da troppo tempo!

    Non fu il Corano ad ispirare e stimolare la “rabbia dei giovani arabi”, ma la Dichiarazione dei Diritti Umani proclamata a Parigi nel 1948. La frase frequentemente usata dai dimostranti è, “Vattene! Basta con tiranni e dittatori”. Il “terremoto dei giovani arabi” del Medio Oriente --che continua a far vittime nelle piazze e a far cadere capi di stato-- ci insegna che le prossime rivoluzioni e conquiste sociali saranno dirette da “nerds” cibernetici via WEB.

    La prossima rivoluzione sociale via WEB potrebbe essere quella degli “omo-, bi-, trans-sessuali” che da quasi 40 anni lottano perché i loro diritti siano riconosciuti e rispettati. Ci vollero quasi 100 anni di lotta prima che i diritti umani dei cittadini americani discendenti da Africani venissero riconosciuti; furono necessari quasi 80 anni di lotta perché venisse riconosciuto alle donne americane il diritto al voto, la parità salariale e il diritto all’aborto. La recente “keystroke revolution” dei giovani arabi mostra come le “rivoluzioni culturali” del secolo XXI si propaghino rapidamente via WEB e facciano meno vittime che nel passato.

     

     

    1. Diritti Umani Conquistati dai Cittadini USA negli Ultimi 155 Anni

    Il 16 agosto 2010, il settimanale USA “Newsweek” riportava a pagina 52 alcune “vittorie sociali” conseguite dal popolo Americano negli ultimi 155 anni. Il titolo del breve articolo, “Quanto tempo sarà ancora necessario?” si riferiva alla lotta di “omo-, bis-, trans-sessuali” per ottenere gli stessi “diritti umani” degli etero-sessuali, compreso il matrimonio tra persone dello stesso sesso. “Newsweek”elencava su tre colonne: 1. Diritti Umani dei Discendenti Africani, 2. Diritti Umani delle Donne, e 3. Diritti Umani degli Omosessuali. Ecco le “vittorie sociali” americane più significative degli ultimi 155 anni:

    Diritti Umani dei

    Discendenti Africani

     

    1865: Abolizione della schiavitù.

     

    1868: Cittadinanza a tutti i Discendenti Africani

     

    1870: Diritto al voto ai Discendenti Africani

     

    1954: Abolizione della segregazione razziale nelle scuole.

     

    1963: Al Lincoln Memorial in Washington, DC. Martin Luther King Jr. dichiara,“Ho un sogno” (uguglianza razziale)

     

    1967: La Corte Suprema dichiara legale i matrimoni interazziali

     

    2008: Barack Obama è eletto Presidente degli Stati Uniti.

    Diritti Umani delle Donne

     

     

    1920: Il 19mo Emendamento della Costituzione dà alle donne il diritto al voto.

     

    1963: Il “Patto di Uguaglianza” proibisce la discriminazione salariale basata sul genere del lavoratore/trice.

     

    1971: La Corte Suprema proibisce la discriminazione nell’assumere lavoratori/trici.

     

    1973: L’aborto diventa legale.

     

    1993: Donne piloti possono pilotare gli aerei anche durante i combattimenti.

     

    2008: 18 milioni di persone eleggono Hillary Clinton Rappresentante alla Convenzione Democratica.

     

    2010: Un terzo della Corte Suprema è di sesso femminile.

     

    Diritti Umani degli

    Omosessuali

     

    1973: L“Associazione Americana di Psichiatria” dichiara che l’omosessualità non è un disordine mentale.

     

    1993: I militari introducono la prassi del “Non chiedere, non dire” (se sei omosessuale).

     

    2000: Lo stato di Vermont riconosce le unioni civili.

     

    2004: Lo stato di Massachussets passa la legge che permette il matrimonio tra persone dello stesso sesso.

     

    2008: Lo stato del Connecticut approva la legge che permette il matrimonio tra persone dello stesso sesso.

     

    2009-2010: Gli stati di Iowa, New Hampshire, Connecticut, Massachussets e il Distretto Federale (D.C.) approvano la legge che concede agli impiegati federali omosessuali gli stessi diritti e benefici concessi agli eterosessuali.

    1. La Prossima Revoluzione via WEB sarà contro la Discriminazione “Omo-, Bi-, Tran-sessuale”?

    Esistono parole-chiave frequentemente usate dagli “omo-, bi-, tran-sessuali”: bigotteria, omofobia, e sopratutto “diritto umano “e “discriminazione”. Le ultime due hanno una dimensione storico-politico-legale. Negli USA rivolgersi in pubblico a una persona di colore chiamandola con la “N-word” (nigger=negro) è considerato un “reato”. La persona offesa può denunciare il diffamatore e, se giudicato “reo”, questi può essere condannato a pagare una multa, a passare un periodo nel carcere o a fare un “servizio pubblico”. Allo stesso modo un commento, un gesto o un invito con “contenuto sessuale” (sexual harassment) rivolto a una donna sul lavoro o in pubblico può causare una querela legale da parte della donna offesa. In un prossimo futuro, fare commenti irrispettosi su un persona a causa del suo orientamento omosessuale, deridere in pubblico il comportamento di persone o coppie omosessuale può risultare in “reato”.

    La prossima “rivoluzione culturale” via WEB potrà essere quella degli “omo-, bi-, tran-sessuali”. Saremo abbastanza saggi ad accettare incondizionatamente la presenza di persone con una orientazione sessuale differente dalle due sancite dalla tradizione (maschio e femmina)? Le “vittorie sociali” sull’uguaglianza delle persone con differente colore della pelle, sesso, lingua, lavoro, religione e sulla completa dignità di persone anziane, donne e bambini sono relativamente recenti.

    Quanto tempo ci vorrà e quante “rivoluzioni culturali” saranno ancora necessarie prima che uguaglianza razziale, parità di diritti tra uomini e donne nelle scelte politiche e nel lavoro, libertà di orientamento sessuale siano accettate e condivise da tutti gli abitanti del pianeta terra?

     

    Somerset, NJ, 02/24/2011

     

    Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 16:56

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