Abbiamo bisogno di "testimoni viventi" e non "funzionari della missione”

Pubblicato in Missione Oggi

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La visita canonica che il Superiore e il vice Superiore Generale dei Missionari della Consolata  hanno appena concluso alla Regione Europa (Italia, Polonia, Spagna e Portogallo) termina con un appello: "non essere funzionari della missione" ma "testimoni vivi" della spiritualità e del carisma che continuiamo a ricevere dall'Allamano e dalla Consolata per l’Europa di oggi.

La Visita Canonica ha luogo ogni sei anni e ha lo scopo di rinnovare il significato e la qualità della vita consacrata e l'identità carismatica dei missionari e delle loro comunità. È un'occasione di incontro, revisione, analisi dei problemi, momento di riflessione e rinnovamento. Ogni missionario, ogni comunità e ogni circoscrizione vive questa visita canonica come un momento per condividere la vita, le attività e i cammini della missione, per ringraziare il Signore del bene fatto, con la sua grazia e la generosità dei missionari, e per intraprendere nuove iniziative e dinamismi per migliorare gli aspetti più deboli.

Il padre Stefano Camerlengo e il vice generale p. James Lengarim hanno fatto visita alle comunità della Regione Europea (8 gennaio-15 febbraio), e questa visita si è conclusa a Fatima in occasione della festa liturgica del Beato Giuseppe Allamano. Erano presenti tutti i membri delle sei comunità IMC del Portogallo e, collegati in modo digitale, i missionari delle comunità in altri paesi d’Europa.

Il superiore della Regione Europea, padre Gianni Treglia, ha dato il benvenuto a tutti e ha espresso la sua profonda gioia per "poter finalmente vedere assieme almeno un nutrito gruppo di missionari dopo tanti isolamenti e chiusure alla quali ci ha costretto la pandemia. Padre Stefano ha iniziato ringraziando lo spirito di famiglia che padre James Lengarim e lui hanno trovato in ogni comunità visitata. 

Nell'incontro con i missionari della Regione Europa il superiore generale ha indicato alcuni aspetti da considerare, fortezze da una parte ma anche debolezze che "non devono farci perdere la testa”.

Padre Stefano nota che in Portogallo si può ancora trovare qualcosa che in altri paesi europei non esiste più: ci sono ancora gruppi di laici, amici, e giovani volontari che in altri paesi sono andati poco a poco scemando; "è molto importante non perdere questo" ha concluso. Inoltre il Portogallo ha dato e continua a dare molto al mondo: missionari per le missioni e aiuto finanziario consistente per progetti. 

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Definire bene l'identità di ogni comunità

Poi ha fatto riferimento ad altri aspetti "che anche il fondatore voleva": accompagnare, valorizzare e curare gli anziani, per esempio. In questo senso, il Superiore Generale invita i missionari "a imparare a invecchiare", "a non perdere l'entusiasmo", e a dare più responsabilità e spazio ai missionari giovani, soprattutto quelli che lavorano nell'Animazione Missionaria e Vocazionale dove sono richiesti nuovi metodi e nuovi modi, oltre a una maggiore disponibilità e creatività, cercando di rompere il "si è sempre fatto così". Abbiamo importanti centri missionari come Águas Santas, Fátima e Cacém e "abbiamo bisogno di renderli più dinamici, con proposte significative, lavorando in équipe e animati da un progetto missionario ben definito”.

La nuova Regione Europa - ha continuato- è un progetto ancora in costruzione, e con molte lacune, soprattutto nel campo della comunicazione e del rapporto tra missionari, comunità e circoscrizioni che la compongono. Il Superiore Generale suggerisce di lavorare di più insieme, di creare più legami di lavoro tra tutti e che le diverse commissioni che sono state create nei vari ambiti della nostra missione in Europa cerchino di coinvolgere maggiormente tutta la Regione.

Un viaggio da fare insieme

Parlando a tutta la regione Europa il padre Stefano ha visto che c’è "una strada che si vuole percorrere insieme", perché "c'è molta volontà di lavorare e risolvere i problemi. Nonostante la mancanza di vocazioni e anche la ricerca di una maggiore definizione della nostra missione ad gentes in Europa, i Missionari della Consolata di questo continente hanno ancora molto da dare al mondo. "Qui abbiamo i luoghi storici e commemorativi del fondatore e della fondazione, il Santuario della Consolata; il finanziamento di progetti nelle missioni, l'adozione a distanza, i benefattori che aiutano i missionari e la missione dove lavorano; l'accoglienza e l'accompagnamento dei missionari che vengono dalla missione". 

Nonostante l'evidente invecchiamento dei missionari in Europa, il Superiore Generale loda la loro resilienza e il fatto che non si arrendono: "Dal più vecchio al più giovane, tutti i missionari hanno ancora la volontà di lavorare, di spendersi per qualcosa di utile"

Ultima modifica il Domenica, 27 Febbraio 2022 16:32

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