"Vieni e vedi" (Gv 1,46). Comunicare incontrando le persone dove sono e come sono. Questo è il tema del messaggio di Papa Francesco per la 55a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, celebrata domenica 16 maggio, festa dell'Ascensione del Signore.
Il Messaggio è in continuità con il precedente - "perché tu possa raccontare e fissare nella memoria" (Es 10,2). Il Papa ci ricorda che la vita diventa storia se per dire la verità della vita lasciamo la comoda presunzione del 'già noto' e ci mettiamo in movimento.
Questo dinamismo nasce dall'invito "Vieni e vedi" (Gv 1,46) che Filippo rivolge a Natanaele. Questo, dice il papa Francesco, è "il metodo di ogni autentica comunicazione umana" che si mette alla ricerca della Verità. È anche il modo con cui la fede è stata comunicata dai tempi di Gesù fino ad oggi.
Il vieni a vedere ci richiama a una comunicazione chiara e onesta che sappia interpretare la verità dei fatti e delle persone, senza accontentarsi di informazioni preconcette, parziali ed autoreferenziali.
Nel suo Messaggio, Papa Francesco parla della professione del giornalista che, mosso dalla passione e dal desiderio di vedere e raccontare la realtà, ha il coraggio di andare dove nessun altro va, per attirare l'attenzione su situazioni difficili che altrimenti sarebbero dimenticate. Per fare questo, come il pastore che deve sentire "l'odore delle pecore", il giornalista deve "spendere le suole delle sue scarpe": scendere in strada per verificare personalmente, stare con la gente, ascoltare i testimoni e raccogliere "di giorno in giorno" i dettagli che danno credibilità alla notizia.
Non manca l'attenzione agli "strumenti del mestiere": i social network che moltiplicano le possibilità di condivisione, la tecnologia digitale che garantisce la puntualità, il web, strumento formidabile per raggiungere le persone. Ma l'informazione generata in redazione, davanti a un computer, non basta: "Ogni strumento è utile e prezioso solo se ci spinge ad andare a vedere cose che altrimenti non conosceremmo, se mette in rete conoscenze che altrimenti non circolerebbero, se permette incontri che altrimenti non avverrebbero".
Il "Vieni e vedi" descritto dal Papa non è solo per i professionisti - giornalisti, cameraman, montatori, registi - è un metodo per tutti, perché è responsabilità di tutti comunicare, verificare e condividere le informazioni: "Siamo tutti chiamati ad essere testimoni della verità: andare, vedere e condividere"
*Jaime Patías è Missionario della Consolata. Attualmente alla Direzione Generale ma per anni direttore della rivista Missões