Non proselitismo ma passione per la salvezza del mondo

Pubblicato in Missione Oggi

Il significato della “missionarietà” della Chiesa, il cuore degli eventi che si succederanno ogni giorno ad ottobre e la concomitanza con il grande Sinodo panamazzonico. Intervista di Vatican News con padre Fabrizio Meroni, Direttore dell’Agenzia Fides e del CIAM (Centro Internazionale di Animazione Missionaria) e Segretario generale della Pontificia Unione Missionaria (PUM).

“Alimentare l’ardore dell’attività evangelizzatrice della Chiesa ad gentes” e “riprendere con nuovo slancio la trasformazione missionaria della vita e della pastorale”. Con queste finalità Papa Francesco, nella Giornata missionaria mondiale del 22 ottobre del 2017, all’Angelus e contemporaneamente in una Lettera indirizzata al cardinale Fernando Filoni - Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli - manifestava la sua volontà di indire per l'ottobre 2019 un Mese missionario straordinario. Nel suo cuore la stessa premura che esattamente 100 anni prima aveva mosso Benedetto XV a promulgare la Lettera apostolica Maximum Illud: "La Chiesa, che da Cristo è stata inviata a rivelare e a comunicare la carità di Dio a tutti gli uomini e a tutti i popoli, comprende che le resta ancora da svolgere un’opera missionaria ingente".

Dunque il mese che sta per aprirsi sul tema "Battezzati e inviati: La Chiesa di Cristo in missione nel mondo" ha le sue radici in quella Lettera apostolica che all'indomani della fine del primo conflitto mondiale, auspicava un nuovo slancio missionario che coinvolgesse tutta la Chiesa e non solo gli Istituti di Vita Consacrata eliminando ogni altro aspetto, culturale o economico, che non fosse solo ed esclusivamente l’annuncio della Buona Novella. Ed è un concetto sempre attuale anche se in termini mutati, lascia intendere nella sua intervista, padre Fabrizio Meroni per tanti anni missionario in Asia e in America, e oggi segretario generale della Pontificia Unione Missionaria e direttore del Centro Internazionale di Animazione Missionaria nonchè direttore dell’Agenzia Fides. Nelle sue parole il significato profondo della "missionarietà" e di quella Chiesa in uscita di cui tanto parla Papa Francesco. Padre Meroni focalizza anche il vero "cuore" delle numerose iniziative sorte per far conoscere la bellezza e le azioni del Mese Missionario Straordinario dell'Ottobre 2019 a partire dal sito www.october2019.va e dalla Guida, entrambi concepiti come sussidi per la preghiera e le riflessioni ma anche storie e testimonianze del passato e del presente utili alla formazione e all'animazione delle singole diocesi, vere protagoniste di questo mese.

Padre Meroni, Papa Francesco ribadisce spesso che evangelizzare non è fare proselitismo non è un'operazione di marketing. E allora oggi che ci prepariamo a dedicare un mese alla Chiesa missionaria, può dirci quale è il significato autentico di "missione"?

R. - La celebrazione del Mese Missionario Straordinario per l’ottobre 2019 è una commemorazione, una celebrazione dei 100 anni della grande Lettera apostolica di Papa Benedetto XV (Maximud Illud n.d.r.). Il Papa ci ha detto: ricordiamo questo grande documento, soprattutto perché oggi abbiamo estremamente bisogno di riaccendere, di rianimare la nostra missionarietà e dunque è un appello alla Chiesa intera a far sì che la fede in Gesù Cristo, morto e risorto, esprima sempre con più forza, con più parresia - direbbe Papa Francesco - nella testimonianza, nella preghiera, nell’annuncio e nella celebrazione dei sacramenti, la salvezza che interessa il mondo intero. Quindi se da un lato la missione non è proselitismo, non è un prodotto da vendere, colonialismo o neocolonialismo - una volta con le armi, oggi con i soldi anche degli aiuti paternalistici provenienti anche da realtà religiose - la missione è la passione che Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, hanno nei confronti dell’uomo e della donna e del mondo come tale, ne coinvolgono la Chiesa e dunque l’essere inviati dentro la missione del Figlio e dello Spirito Santo è ciò che Papa Francesco sempre ripete, una ‘Chiesa in uscita’. È una Chiesa che deve uscire perché è appassionata per la salvezza del mondo proprio perché è una Chiesa sempre più appassionata di Gesù Cristo. Allora la missione è sì un vero uscire, un “Andate”, ma è un andare per annunciare e battezzare e l’annunciare e il battezzare significa ‘partecipiamo a questo desiderio di Dio di salvarci, di salvare il mondo, di farci suoi figli, di portare tutti a casa’.

A che cosa dare rilievo, padre Meroni, in questo mese? Ci saranno dei momenti forti, ovviamente, con Papa Francesco, ma anche altre attività, penso al 7 ottobre, alla grande preghiera del rosario internazionale nella memoria della beata Vergine del rosario. Ecco dunque, come vivere queste giornate?

R. – Il cuore degli eventi sono le iniziative di preghiera, di riflessione, di celebrazione, di carità, di esperienza dell’ad gentes, dentro le chiese locali, perché quando il Papa chiede di ravvivare lo spirito missionario, le Chiese locali devono domandarsi a che punto sono del giorno o, molte, della notte rispetto alla propria missionarietà. E tutti gli strumenti che noi abbiamo prodotto, compresa la Guida ma anche il sito, sono strumenti funzionali a provocare, a stimolare, a fidare la creatività delle chiese locali. Quindi direi che questo è il cuore, il centro di questa dimensione missionaria della fede che non è una delle pastorali: se siamo interessati della salvezza del mondo perché amiamo il Dio di Gesù Cristo, il regno di Dio, lo siamo perché siamo interessati del destino buono e vero ed eterno di tutta la creazione, del mondo intero.

Il Papa ha indicato di questo mese missionario, anche le dimensioni spirituali: l’incontro con Gesù, la testimonianza dei santi martiri, la formazione alla missione e la carità missionaria, dimensioni che ciascuno può fare proprie, anche con l’approfondimento di testi e di materiale. Sotto questo punto di vista come vi siete organizzati?

R. – Innanzitutto vorrei dire che quando parliamo di dimensioni spirituali non parliamo di dimensioni astratte, cioè non concrete e non pratiche. Parliamo di dimensioni spirituali perché sono le dimensioni secondo lo Spirito Santo, nella vita dello Spirito Santo. Allora vanno addirittura al cuore della questione, che è la fede. Perché per Papa Francesco, come per Papa Giovanni Paolo II, la crisi dello Spirito missionario della Chiesa non è la mancanza di strategia, ma è proprio la crisi di fede, perché la fede è così rattrappita che non riesce più ad interessarsi della vita reale delle persone. Allora noi siamo molto contenti per tutto quello che in questi due anni, conferenze episcopali, religiose, consacrati, missionari nei vari Paesi hanno generato. Tutta una serie di attività, di iniziative, ma anche di strumenti: abbiamo prodotto la Guida, il sito e abbiamo libretti liturgici che, in formati diversi, in lingue diverse circoleranno durante il mese di ottobre e sosterranno la preghiera, la formazione, l’incontrarsi, le celebrazioni. Il Papa dice nell’Evangelii gaudium dice: “Ogni comunione vera con Cristo è sempre una comunione itinerante e missionaria”, noi abbiamo offerto una riflessione spirituale e missionaria sulle letture della santa Messa di ogni giorno, grazie a 400 interventi che noi abbiamo ricevuto dal maggio del 2017 all’aprile del 2018 da tutte le Chiese del mondo attraverso l’ottimo lavoro di molti dei nostri direttori nazionali.

Il mese di ottobre è per Roma e per la Chiesa, anche il mese del grande sinodo panamazzonico. Due eventi in concomitanza, due eventi uniti nel cuore del Papa. Come interagiscono? Cosa hanno in comune e cosa comunicano in tal senso?

R. - Il mese missionario è per tutta la chiesa, entra capillarmente in tutte le parrocchie, nei movimenti ecclesiali, nelle case; il sinodo è di fatto chiamato 'speciale', dunque si riferisce specialmente ad una delimitazione territoriale, sicuramente ecclesiale e che nel ministero del Santo Padre interessa tutta la Chiesa, ma è speciale cioè si riferisce ad una realtà regionale. Il Papa vuole che si prendano sul serio le sfide per quello che accomuna i due eventi cioè evangelizzazione, missione, testimonianza. Dunque i due eventi si aiutano reciprocamente a tenere il centro sull’evangelizzazione e lo sguardo del cuore e dell’intelligenza teologico-pastorale, sulla missione, su Gesù Cristo che vuole salvare, nel caso del mese missionario, tutti gli uomini e tutte le donne, nel caso del sinodo speciale, prendendo in seria considerazione le questioni che sono regionali e sono questioni limitate ai territori. Per cui mentre il sinodo avviene qui a Roma, e si consuma a Roma, anche se è stato preparato prima e avrà delle ripercussioni dopo sulle Chiese in Amazzonia, il mese missionario straordinario abbraccia l’universalità della Chiesa, ma lo fa non tanto nella chiassosa notorietà comunicativa dei media o di eventi straordinari, ma proprio nella capillarità della fede delle persone dentro la sfida delle Chiese locali.

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