Cari missionari, stiamo già per concludere questo anno 2022, che è stato senza dubbio un anno che ci ha lasciato molte benedizioni, sfide e novità. E in una data come quella di oggi, l'ultimo giorno dell'anno, più che guardare indietro per individuare successi e frustrazioni, siamo invitati a guardare avanti, con il cuore pieno di speranza, al nuovo anno che stiamo iniziando, che sarà pieno di nuove opportunità e possibilità per continuare a crescere, per continuare a contribuire a ciò che di nuovo e buono c'è in ognuno di noi, per continuare a costruire ciò che il Signore ha messo nelle nostre mani. Siamo convinti che il meglio deve ancora venire! Che ancora una volta abbiamo la preziosa opportunità di generare cambiamenti, trasformazioni e novità nella nostra vita personale, a livello comunitario, nell'Istituto e nella società in generale.
Non tutto è stato detto e non tutto è stato fatto; non tutto è finito, né possiamo dire che "siamo già vecchi" o "non c'è più niente da fare". Il disfattismo, l'indifferenza, la passività sono i peggiori nemici dello spirito; e ricordiamoci che siamo nella fase dell'ascolto dello Spirito.
Il meglio deve ancora venire. E il meglio di ognuno di noi deve ancora essere pienamente rivelato. Il tempo liturgico dell'Avvento ci ha ricordato costantemente che qualcosa di buono deve ancora venire, che il deserto fiorirà, che un nuovo germoglio sta nascendo dal vecchio tronco, che le lance e le frecce usate per uccidere possono essere trasformate in strumenti di lavoro che servono a nutrire... E tutto questo sta già accadendo perché Dio è nato in una mangiatoia; e perché questa vicinanza di Dio all'umanità ci motiva a guardare a noi stessi come fratelli e sorelle che condividono la stessa dignità di figli e figlie di Dio.
Nel suo messaggio per la Giornata Mondiale della Pace del 1° gennaio, Papa Francesco afferma: "... è giunto il momento di prendersi del tempo per interrogarsi, imparare, crescere e lasciarsi trasformare; personalmente e in comunità. È un tempo privilegiato per prepararsi al "giorno del Signore"... siamo consapevoli che tutti abbiamo bisogno gli uni degli altri; che il nostro tesoro più grande, anche se anche il più fragile, è la fraternità umana, fondata sulla nostra comune filiazione divina, e che nessuno può essere salvato da solo".
Sappiamo che il meglio deve ancora venire per ognuno di noi come individuo e anche per il nostro Istituto e la società in generale. Inizieremo l'anno 2023 pieni di aspettative e con la speranza che molte cose buone stiano per accadere e che sia ancora una volta riposta nelle nostre mani la possibilità che molte di quelle cose buone che devono ancora venire si realizzino e diventino realtà.
Vi auguro un felice anno nuovo pieno di pace, armonia e della presenza della Misericordia di Dio.
* Juan Pablo de los Rios è superiore provinciale in Colombia