Lettera alla comunità

Pubblicato in Missione Oggi

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Cari fratelli e sorelle, ma waraotuma kokotuka, bahukayara?

Da poco più di tre anni mi avete accolto tra voi facendomi sentire un fratello, uno in più. In molte occasioni mi avete dimostrato il vostro affetto e la vostra amicizia e sono immensamente grato a voi e al Padre misericordioso. 

Sento di essere ancora lontano dal conoscere la profondità dei vostri cuori e della vostra cultura, ma desidero con tutta l'anima amare ognuno di voi e conoscere ogni dettaglio di quello che voi siete: un autentico tesoro per tutta l'umanità. 

Ho intenzione di condividere il mio cammino e il mio destino con voi, e lo faccio con tutti i miei limiti ma anche con tutte le capacità che Dio mi ha concesso. Ed è per questo che vorrei offrirvi alcune considerazioni a proposito di cose che stanno succedendo nelle comunità.

Ho sentito che alcuni agenti sanitari visitano le comunità e, tra i vari servizi, offrono la possibilità di mettere "il chip", come lo chiamano alcuni, e lo IUD (dispositivo intrauterino), per prevenire le gravidanze ed evitare così i rischi di emorragia durante il parto. Poi i preservativi vengono distribuiti in gran numero fra giovani e adulti senza alcuna preoccupazione di formazione ai valori.

Fratelli, sorelle. Guardiamo alla nostra realtà e alla nostra storia. 

Da circa dieci anni le nascite dei bambini Warao non vengono registrate (o si riesce solo con grande difficoltà); sono innumerevoli i viaggi che bisogna fare per ricevere un certificato di nascita. 

Da anni non abbiamo accesso a acqua potabile e elettricità; molto deficitario quando non del tutto assente il trasporto pubblico; i nostri bambini non ricevono materiale scolastico; il nostro ospedale e le nostre cliniche rimangono per mesi senza medicine.

È difficile avere accesso a un'alimentazione diversificata; i prodotti non arrivano regolarmente; le confezioni di alimento della CLAP (Comitati Locali di Approvvigionamento e Produzione), quando riescono ad arrivare fino a noi hanno "perso" una certa quantità di prodotti, che prendono altre vie, e il loro prezzo, seppur simbolico, è il doppio o il triplo di quello che si paga nella città di Tucupita.

Quasi obbligatoriamente siamo costretti a recarci a Barrancas o a Volcán (anche 6 giorni di autobus) per comprare viveri di prima necessità, medicine, vestiti, prodotti per l'igiene personale, quaderni.

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Non vi sembra strano che ora vengano a offrire alle nostre donne, giovani e adulte, la possibilità di evitare gravidanze e agli uomini, anche loro giovani e adulti, distribuiscano preservativi come se si trattasse di caramelle? Dicono che sono misure utili per evitare le complicazioni del parto, le malattie veneree e le emorragie.

Eppure la gravidanza non è una malattia: tutti noi esistiamo grazie all'amore fecondo dei nostri genitori. La nascita comporta sempre una certa difficoltà e in una piccola percentuale si possono presentare situazioni rischiose. Eppure i governi si impegnano un po' ovunque a favore la sicurezza della nascita e la difesa della vita dei loro cittadini, Anche negli ospedali più remoti e in Paesi molto poveri è difficile che una madre muoia durante o a causa del parto.

Questi metodi anticoncettivi sono comprensibili per le donne che abbiano avuto problemi di salute che impediscono loro di portare a termine una gravidanza in modo sicuro ma non sono strumenti da offrire o distribuire in modo indiscriminato. Invece di risolvere possibili problemi... ne creano degli altri:

1. Una drastica diminuzione della popolazione Warao. Ce ne sono già molti fuori dai caños, a Tucupita e in altre città e anche fuori dal paese. Si vuole porre fine alla popolazione Warao dei caños?

2. Si incoraggiano più rapporti sessuali indiscriminati, senza partner fissi, solo per piacere. Molte coppie vedono minacciata la loro stabilità. Non si educa opportunamente ai valori che sono indispensabili per creare famiglia y comunità e i minori sono abusati. L'uso del preservativo diventa l'esca attraverso la quale la disgregazione della famiglia intrappola senza pietà, con conseguenze spesso fatali, molti fratelli e sorelle Warao. 

3. Nel caso delle donne impiantare lo IUD o "il chip" senza educare ottiene gli stessi effetti della distribuzione indiscriminata di preservativi. Addizionalmente possono esserci anche conseguenze per la salute. Questi dispositivi non si possono rimuovere facilmente e, si avverte dolore nel sito di impianto, è necessario rivolgersi a un medico per verificare che sia posizionato correttamente e non si sia spostato.

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Le visite sporadiche di operatori sanitari sono da accogliere con favore, qualsiasi aiuto per la vita e salute del popolo Warao e di tutte le popolazioni vulnerabili in Venezuela, soprattutto in quelle popolazioni che normalmente non hanno accesso a farmaci e non dispongono di operatori sanitari sufficienti e qualificati. Ognuno di loro si impegna a rispettare la vita e a evitare qualsiasi azione contraria: diffidiamo delle proposte che chiudono la porta alla vita. Se siamo tempio dello Spirito Santo chiediamoci prima di ogni decisione: cosa farebbe Gesù se fosse al mio posto?

*Andés García è Missionario della Consolata

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