Il Beato Giuseppe Allamano, loro Fondatore risponderebbe così:
1. Sono una famiglia di persone, sacerdoti e laici, che si impegnano a portare il vangelo nel mondo. Ma anzitutto, non una organizzazione, un Istituto, un Collegio, bensì una famiglia. Le difficoltà che incontra chi si impegna per il vangelo e per l'aiuto dei fratelli nelle situazioni più difficili, di frontiera, richiedono che egli abbia dei fratelli che lo aiutano, lo sostengono, lo incoraggiano. Non bastano dei semplici compagni di lavoro. Ha bisogno di una famiglia che se si ammala o ha qualche necessità lo accoglie e lo cura, fisicamente e spiritualmente. Dice l'Allamano: "uno che lascia la famiglia naturale per dedicarsi alla Missione, deve trovare come un'altra famiglia". A questo criterio si ispira la convivenza, i rapporti interpersonali, la preghiera, la formazione: tutto!
2. Sono dei consacrati: si dedicano alla Missione in modo totale, senza vincoli di sorta, distaccati da tutti, e perciò professano la povertà, la castità e l'obbedienza nello spirito delle beatitudini evangeliche. E lo fanno per tutta la vita, non per un periodo limitato di tempo.
3. Sono proiettati oltre i propri confini territoriali, di paese, nazione, parrocchia, diocesi. Guardano e hanno a cuore il mondo, tutti i popoli. Sono testimoni dell'universalità del cristiano e della Chiesa. Questo "andare oltre" si esprime sempre, in qualunque posto si trovano, perché sono da superare non soltanto le barrire territoriali, ma anche quelle razziali, culturali, sociologiche e pure religiose, nel senso che occorre guardare anche a coloro che attorno a noi sono lontani da Cristo e dalla Chiesa.
4. Hanno Maria, Madre di Gesù, come ispiratrice e Madre. Come Maria, che venerano con il titolo di Consolata, vogliono portare al mondo la vera Consolazione, che è Gesù, il vangelo, e insieme: la vicinanza agli emarginati, il conforto agli afflitti, la cura dei malati, la elevazione umana, la difesa dei diritti umani, la promozione della giustizia e della pace.