Il 23 maggio scorso la sala stampa del Vaticano annunciava che papa Francesco aveva approvato l’avvenuto miracolo della guarigione dell’indigeno Sorino Yanomami, per intercessione di Giuseppe Allamano. Un passaggio che ha aperto le porte alla prossima canonizzazione, cioè alla proclamazione della santità del nostro fondatore (che avverrà il prossimo 20 ottobre, come deciso dal Concistoro del 1° luglio).

Questo atto del Papa è il coronamento di un lungo itinerario, durato parecchi decenni, che aveva trovato il suo culmine nella beatificazione di don Giuseppe Allamano, avvenuta il 7 ottobre 1990 in Piazza San Pietro a Roma, da parte del papa Giovanni Paolo II. Mancava ancora il riconoscimento da parte della Chiesa di un miracolo per poterlo infine proclamare «santo». Ora anche l’ultima meta è stata raggiunta.

Molte persone si interrogheranno sul perché di questo cammino durato tanti anni con la raccolta di testimonianze, documentazione, ricerca delle grazie ricevute in varie parti del mondo. Ne valeva la spesa? Altri ancora, in maniera forse più radicale, si potrebbero domandare: che bisogno ha la Chiesa di proclamare i santi? Essi hanno raggiunto felicemente il loro obiettivo e vivono nella pace del Paradiso. A questi interrogativi risponde in maniera magistrale papa Benedetto XVI che, dopo aver presentato parecchi profili di santi, il 13 aprile 2011, ha affermato: «Nelle udienze generali di questi ultimi due anni ci hanno accompagnato le figure di tanti santi e sante: abbiamo imparato a conoscerli più da vicino e a capire che tutta la storia della Chiesa è segnata da questi uomini e donne che con la loro fede, con la loro carità, con la loro vita sono stati dei fari per tante generazioni, e lo sono anche per noi. I santi manifestano in diversi modi la presenza potente e trasformante del Risorto; hanno lasciato che Cristo afferrasse così pienamente la loro vita da poter affermare con san Paolo “non vivo più io, ma Cristo vive in me” (Gal 2,20). Seguire il loro esempio, ricorrere alla loro intercessione, entrare in comunione con loro, “ci unisce a Cristo, dal quale, come dalla fonte e dal capo, promana tutta la grazia e tutta la vita dello stesso del popolo di Dio” (Lumen gentium, 50)».

La storia, quella che troviamo scritta nei libri o illustrata in opere d’arte, dà importanza a chi conta nella produzione di beni materiali o a chi rende più bello il mondo con l’arte e la poesia oppure ha aiutato a sconfiggere epidemie. Similmente avviene anche con i santi che hanno arricchito la Chiesa con i loro scritti o la loro testimonianza di vita. La loro opera è a beneficio di tutti, tutti ne godiamo. I santi – possiamo affermare – sono uno scrigno di valori che ridondano a beneficio di tutta la cristianità. Quanto povera sarebbe la Chiesa se perdesse questi legami tra i santi in cielo e noi qui in terra. Per questo motivo essa ci esorta a non lasciare perdere questa comunione tra coloro che già hanno raggiunto il cielo e noi tutti ancora pellgrini qui in terra, ma desiderosi dello stesso traguardo. La ormai prossima canonizzazione, attraverso la voce del Papa, inviterà con forza tutta la Chiesa ad affidarsi con fiducia all’intercessione di Giuseppe Allamano e soprattutto a guardare al suo esempio di vita come faro che illumina e guida il cammino dei cristiani.

Quale messaggio ci possiamo aspettare dalla proclamazione di Giuseppe Allamano «santo»? Senza dubbio che venga rivolto un richiamo forte a ogni battezzato affinché metta sempre Dio al centro della propria vita per farlo punto di riferimento in ogni sua scelta, che aborrisca ogni chiusura per sentirsi quello che tutti noi siamo: famiglia di Dio, solidale e fraterna, aperta e attenta ai segni dei tempi.

Sono sicuro che quando papa Francesco proclamerà l’Allamano santo non mancherà di far riecheggiare ancora una volta uno dei suoi richiami più frequenti affinché la Chiesa sappia imitare i santi come il nostro fondatore per sentirsi «in uscita», aperta al mondo intero e nella predilezione per l’umanità più povera.

La Chiesa in uscita è quella che «sa fare il primo passo, sa prendere l’iniziativa senza paura, andare incontro, cercare i lontani e arrivare agli incroci delle strade per invitare gli esclusi. Vive un desiderio inesauribile di offrire misericordia, frutto dell’aver sperimentato l’infinita misericordia del Padre e la sua forza diffusiva» (Evangelii gaudium 24).

* Pietro Trabucco, IMC, Castelnuovo don Bosco. Originalmente pubblicato in: www.rivistamissioniconsolata.it

L’Istituto ha ancora bisogno di Fratelli missionari. Essi hanno giocato un ruolo importante non solo nei suoi esordi, ma durante tutta la sua storia. Fr. Benedetto Falda aprì il cammino e molti altri lo seguirono e scrissero pagine bellissime di servizio alla causa missionaria. Possano questi esempi incoraggiare tanti giovani di oggi a spendere la loro vita per un ideale così bello.

Attualmente nell’Istituto ci sono 29 fratelli. Il XIV Capitolo Generale ha deciso di organizzare un “Anno dei Fratelli IMC” (con inizio nel 1° maggio 2027), invitando tutto l’Istituto a pregare sulla vocazione a Fratello. Sia questa l’occasione per inserire più chiaramente la vocazione a Fratello nelle attività di animazione missionaria”.

Il Beato Fondatore dal Cielo accompagni oggi il cammino di coloro che intendono intraprendere questa strada, come fece con il nostro Fr. Benedetto. Buona lettura!

(Padre Pietro Trabucco, IMC, Castelnuovo don Bosco)

Direttamente da Bogotà, in Colombia, dove sta partecipando alla XIII Conferenza Regionale, il Superiore Generale dei Missionari della Consolata, padre James Lengarin, ha condiviso una notizia di grande importanza per tutti i missionari, le missionarie, i laici, i benefattori e amici della Famiglia Consolata nel mondo.

"Questo giovedì 23 maggio 2024, Papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del Decreto che riconosce un miracolo attribuito al Beato Giuseppe Allamano, nostro amato Fondatore. Questo atto segna l'inizio del percorso verso la sua canonizzazione, un momento tanto atteso da tutti noi".

La miracolosa guarigione dell'indigeno Sorino Yanomami nella foresta Amazzonica in Brasile è stata decisiva per questa proclamazione.

Nel video, accanto al Padre Generale ci sono i vescovi, mons. Francisco Munera Correa, IMC, arcivescovo di Cartagena, e mons. Joaquín Humberto Pinzón, IMC, vescovo del Vicariato Apostolico di Puerto Leguizamo - Solano, nell'Amazzonia colombiana.

Vedi il video realizzato dall'Ufficio comunicazione Regione Colombia

Con profonda gioia e gratitudine, celebriamo questo riconoscimento che rafforza il nostro spirito missionario e ci ispira a continuare a portare il Vangelo a tutti i popoli del mondo come voleva il Beato Fondatore.

* Redazione con Comunicazione Regione Colombia

Giuseppe Allamano sarà santo!

  • Jul 16, 2024
  • Published in Notizie

Nell’udienza concessa questo giovedì 23 maggio 2024 al cardinale Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, Papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del Decreto che attesta un miracolo attribuito all’intercessione del Beato Giuseppe Allamano, Fondatore dei Missionari e delle Missionarie della Consolata.

Il Papa nello stesso tempo ha deciso di convocare un Concistoro, che riguarderà la canonizzazione dell’Allamano, insieme a Marie-Léonie Paradis, Elena Guerra e Carlo Acutis. Quando non sappiamo ancora.

La missione: il sogno dell’Allamano

l miracolo che porterà alla canonizzazione il Beato Giuseppe Allamano, è successo in Brasile, nello stato di Roraima, in piena foresta amazzonica, una delle frontiere della missione, dove dal 1948 i missionari e le missionarie della Consolata lavorano con la gente e annunciano il Vangelo, realizzando il sogno dell’Allamano, che dalla Consolata li aveva inviati nel mondo intero.

"Prima santi, poi missionari" (TGR Torino)

Nato a Castelnuovo Don Bosco (Italia) il 21 gennaio 1851 l’Allamano muore a Torino (Italia) il 16 febbraio 1926.  Da ragazzino Giuseppe è cresciuto fra i salesiani, a 22 anni è sacerdote coltiva il sogno di partire in missione, ma la salute cagionevole non glielo permette. Alla età di 29 anni lo mandano a dirigere il più grande Santuario mariano di Torino dedicato alla Madonna Consolata che riporta agli splendori di un tempo. Il fuoco per la missione, ancora vivo nel suo cuore, l’Allamano lo trasmette a giovani preti che dovutamente formati alla scuola del loro Rettore si preparano a salpare per le terre lontane.

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Ai piedi della Consolata, in questo modo, l'Allamano getta le basi per una grande opera, l’Istituto Missioni Consolata (IMC), che fonda nel 1901 e su richiesta di Pio X ne costituisce anche un ramo femminile con le Suore Missionarie della Consolata (MC) nel 1910.

Il miracolo dell’indigeno Sorino Yanomami

Il miracolo attribuita alla intercessione dell’Allamano riguarda la guarigione miracolosa dell’indigeno Sorino Yanomami, popolo della foresta amazzonica nello Stato di Roraima, nord del Brasile, che il 7 febbraio 1996 fu aggredito da un giaguaro causandogli la frattura e la conseguente apertura della scatola cranica. Sorino rimane in questa gravissima condizione per otto ore senza cure adeguate, finché un piccolo aereo bimotore riesce a trasportarlo all’ospedale di Boa Vista, la capitale dello Stato.

La scena per i medici è terrificante, l’indigeno viene operato di urgenza e poi ricoverato in terapia intensiva. Accanto a lui, oltre alla moglie, ci sono sei suore della Consolata, un sacerdote e un fratello missionario sempre della Consolata. Tutti invocarono il Beato Allamano e mettono una sua reliquia sotto il cuscino del letto di Sorino. Proprio in quel giorno iniziava la novena del Beato che le suore hanno pregato per chiedere al Beato Fondatore la guarigione di Sorino che si risveglia dieci giorni dopo l’intervento senza mostrare nessuna conseguenza di carattere neurologico. Il 4 marzo venne trasferito presso una casa di cura e il giorno 8 maggio sarà in grado di rientrare al suo villaggio completamente guarito, riprendendo la sua vita di un abitante della foresta e a tutt'oggi non ci sono conseguenze delle gravi lesioni subite 28 anni prima.

Messaggio dei Superiori Generali IMC-MC

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Subito dopo la notizia, il Superiore Generale dell’IMC, padre James Lengarin, e la Superiora Generale delle MC, madre Lucia Bortolomasi, hanno inviato un messaggio a tutti i missionari, le missionarie, i laici e i gruppi di amici della Famiglia Consolata, comunicando con gioia che “è arrivato il giorno tanto atteso, che i nostri cuori aspettavano da tempo: PADRE FONDATORE SARÀ CANONIZZATO DA PAPA FRANCESCO!”

Continuano affermando che “L’iter per il riconoscimento del miracolo in favore di Sorino Yanomami è ormai concluso: manca solo la comunicazione della data di questo evento così luminoso per la nostra Famiglia Consolata!”. “Il Beato Giuseppe Allamano, nostro Padre Fondatore, - prosegue il messaggio - Colui che ci ha dato lo spirito consolatino, è sempre stato una luce per noi. Al termine della vita scrisse con convinzione: «mi consola che cercai sempre di fare la volontà di Dio» (Lettera ai Missionari e Missionarie, 1° ottobre 1923).

Ecco il suo cammino di santità! E a noi, suoi figli e figlie, indica che il primo fine dei nostri Istituti è la santificazione dei suoi membri, santità che si allarga per abbracciare e illuminare anche il cammino dei laici. L’insistenza del Fondatore per noi suoi figli e figlie è diventata uno stile di vita: “prima santi e poi missionari».

“Ora anche la Chiesa universale lo riconosce come santo, questa luce si diffonde in tutti i luoghi, e diventa sempre più un faro per noi, sulle strade della missione. Ringraziamo il Signore per questo dono per noi e per la Chiesa! Questo tempo benedetto sia un’occasione per sentirlo sempre più PADRE e godere della sua presenza viva in mezzo a noi”, conclude il Messaggio firmato della Superiora e il Superiore Generali.

Leggi qui il testo integrale del Messaggio

Annuncio storico del Superiore Generale, padre James Lengarin (Video Comunicazione Regione Colombia)

Messaggio dall’Arcivescovo di Torino

“Diocesi in festa insieme ai Missionari della Consolata”. È lo spirito del messaggio inviato «alla Chiesa che è in Torino e alla città» dall’arcivescovo, mons. Roberto Repole, non appena la notizia è arrivata dalla Santa Sede.

«La missione partì dall’amato Santuario della Consolata e oggi è diffusa in tutto il mondo, dove i Missionari e le Missionarie della Consolata continuano a testimoniare la fede in Gesù, spesso in condizioni di grande povertà materiale e spirituale. È l’impegno missionario di tutta la Chiesa, anche di quella torinese che sull’esempio dell’Allamano e dei “santi sociali” che illuminarono la città nell’Ottocento e nel Novecento si sente chiamata a portare il Vangelo nella vita di tutti gli uomini e tutte le donne, qui ed oggi», afferma l’arcivescovo.

“In queste ore ci uniamo alla festa dei Missionari e delle Missionarie della Consolata e rivolgiamo un pensiero riconoscente al Papa. Ha inizio il percorso verso la canonizzazione di Giuseppe Allamano, che presto avremo la gioia di vivere insieme», conclude mons. Roberto Repole.

Una “santa coincidenza” ha voluto che Papa Francesco autorizzasse la promulgazione del Decreto che attesta un miracolo attribuito all’intercessione del Beato Giuseppe Allamano, proprio nello stesso giorno, il 23 maggio 2015, in cui, una sua figlia, suor Irene Stefani, è stata proclamata beata insieme all’Arcivescovo Oscar Romero, icone di “santità” nella missione di consolazione, di giustizia e di pace.

* Padre Jaime C. Patias, IMC, Comunicazione Generale.

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Elenco di frasi, tradotte alla lettera dal latino, scritte dal Beato Allamano sul taccuino (cm 10,5 x 15,5) nel quale raccoglieva i pensieri degli esercizi spirituali. Se ne serviva per l’adorazione eucaristica. Possono servire oggi anche per noi suoi figli e figlie.

1.° Ego sum Jesus [Sono io Gesù].

2.° Accedite ad me et illuminamini [Venite a me e sarete illuminati].

3.° Venite ad me omnes qui laborati et … [Venite a me tutti voi che siete affaticati, ecc.].

4.° Fili, prebe mihi cor tuum [Figlio, dammi il tuo cuore].

5.° Ego sto ad ostium et pulso: aperi mihi [Sto alla porta e busso: aprimi].

6°. Gustate et videte quam ego suavis sum [Gustate e vedete quanto io sono soave].

7.° Discite a me quia mitis sum et humilis corde [Imparate da me che sono mite e umile di cuore]..

8.° Si indiges sapientia, postula a me et tibi dabo affluenter [Se hai bisogno di sapienza, chiedila a me e te la darà in abbondanza]..

9.° Quam exaltatus fuero, omnia traham ad me ipsum [Quando sarò innalzato, attirerò tutto a me].

10.° Deliciae meae esse cum filiis hominum [Le mie delizie sono stare con i figli degli uomini]..

11.° Quid ultra debui facere et non feci? [Che cosa avrei dovuto fare ancora che non abbia fatto?]..

12.° Multi cupierunt videre quae vos videtis et non viderunt [Molti desiderarono vedere ciò che voi vedete e non lo videro]..

13.° Tanto tempore vobiscum sum et non cognovistis me [È da tanto tempo che sono con voi e non mi avete conosciuto?].

14.° Ego sum panis vivus, qui de coelis discendi [Io sono il pane vivo, disceso dal cielo].

15.° Vulpes habent ubi... Ego autem non habeo ubi caput reclinem [Le volpi hanno dove... Ma io non ho dove posare il capo].

16.° Medius vestri stetit, quem vos nescitis [In mezzo a voi ci sta uno che non conoscete].

17.° Ecce ego vobiscum sum omnibus diebus usque ... [Ecco io sono con voi tutti i giorni fino ...].

18.° Ecco quel cuore che ha tanto amato gli uomini…

19.° Sitientes venite ad fontes [Assetati venite alle fonti].

20.° Qui manducat me, ipse vivet propter me [Chi mangia me, vivrà per me]..

21.° Veni fili, audi me, timorem Domini docebo te [Vieni figlio, ascoltami, ti insegnerò il timore del Signore].

22.° Aspice in me et miserere mei [Guardami e abbi compassione di me].

23.° Ego ipse qui loquetur ecce adsum [Sono io che ti parlo].

24.° Filium educavi, ipse autem sprevit me [Il figlio che ho educato mi ha disprezzato].

25.° Ego respicio per cancellos [Guardo attraverso i cancelli].

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