Quando Inti, il Sole creò ogni genere di piante e animali li rivestì di colori che più piacevano ad ognuno di loro, ma si dimenticò degli uccelli i quali rimasero tutti grigiastri come se si fossero voltolati nel fango. Subito si misero a protestare ma, per quanto strillassero con quanto fiato avevano in gola, le loro voci non giungevano in cielo.
"C'è solo una cosa da fare" disse l'avvoltoio "Andare noi dal Sole." Non ce la faremo mai ad arrivare alla sua casa" bisbigliarono i piccoli uccelli.
Ma l'aquila li tranquillizzò: Io, il condor, la cicogna e quelli che si sentono più forti staremo all'avanguardia aprendo l'aria perché voi facciate meno fatica.
Quando si levarono in volo, a terra rimasero solo i colibrì, il più piccino di tutti i volatili e l'allodola, la quale era così felice di cantare che non faceva alcun caso alla tinta del suo piumaggio.
Gli uccelli puntavano dritto verso l'alto ma, man mano che si allontanavano dalla terra, sentivano crescere e diventare insostenibile il calore dei raggi solari.
Inti, guardando dal suo palazzo nel cielo, li vide ed immediatamente si ricordò di non averli invitati a scegliersi i colori. "Rimedierò alla dimenticanza. Ma intanto si bruceranno le penne, se non provvedo al più presto. Subito radunò le nuvole sparse nell'aria, le brume, le nebbie, i vapori ed ordinò al vento di soffiare: dopo qualche attimo la pioggia cominciò a cadere e gli uccelli poterono rinfrescare le loro piume. Il temporale fu di breve durata: il sole fece capolino tra le nubi e nel cielo sotto di loro l'arcobaleno dispiegò i suoi colori.
"Guardate Inti ha capito cosa volevamo da lui" gridarono gli uccelli tutti insieme, e si precipitarono verso l'arco iridato. Potevano scegliere in piena libertà. Il cardinale si voltolò nel rosso, il tucano immerse il becco nel giallo, i pappagalli schiamazzando si schizzarono addosso l'un l'altro tutte le tinte dell'arcobaleno. Inti, sorridendo, contemplava dall'alto la scena. "Non vedo l'allodola e il colibrì" disse a un tratto.
Gli spiegarono che l'allodola era tutta contenta del suo colore appassito perché aveva una voce deliziosa, l'altro non se l'era sentita di affrontare il volo con le sue fragili ali. "Penserò anche a lui, assicurò il dio. E fece cadere qualche goccia di arcobaleno nei calici dei fiori in cui l'uccellino andava a succhiare il nettare senza posarsi.
Così quando il colibrì vi infilò il becco sottile, le sue piume si tinsero di tutti i colori.
Gli uccelli erano soddisfatti e felici, mentre riprendevano il volo verso la terra. "Ogni mattina, appena Inti si affaccerà nel cielo, dovremo ricordarci di cantare le sue lodi e dirgli grazie" promisero. E da allora hanno sempre mantenuto la parola.
(da Miti e leggende dell'Amazzonia, Newton)