Ultima Intervista A Don Benzi: «Il Male Va Tolto, Non Regolato»

Published in Notizie

Un documento «da buttare e rifare completamente». Così don Oreste Benzi ha liquidato la relazione finale dell’"Osservatorio sulla prostituzione e sui fenomeni delittuosi ad essa connessi" presentata a Roma il 2 ottobre. Ecco perché. Da sei mesi l’"Osservatorio sulla prostituzione", voluto dal Ministro dell’Interno Giuliano Amato, lavorava all’elaborazione di linee guida per contrastare questo fenomeno. Il risultato, secondo don Benzi, è un documento non solo «inutile» ma perfino «dannoso». «Il motivo per cui l’"Osservatorio" era stato costituito - spiega - è la liberazione delle donne schiavizzate dal "racket". Fin dalla prima riunione ho richiamato questo scopo. Invece è emerso che l’intenzione reale era arrivare ad una legalizzazione "strisciante" della prostituzione. Ma così si va contro le stesse leggi italiane e internazionali». 

Perché?

La prostituzione in Italia è tollerata, non è legalizzata. Inoltre la "Convenzione Onu" n. 317 del 1951, ratificata dall’Italia nel 1966, dice che "la prostituzione e il male che l’accompagna sono incompatibili con la dignità ed il valore della persona umana e mettono in pericolo il benessere dell’individuo, della famiglia e della comunità". Io ho richiamato con forza che il male non va regolato ma tolto! Invece tutte le proposte emerse sono per la regolamentazione della prostituzione. È una presa in giro. 

Come "Comunità Papa Giovanni XXIII" cosa avevate proposto?

La prostituzione è un male, e come tale va proibita e non regolata. Se però in Parlamento non ci fossero i numeri per far passare questa linea risolutiva, in subordine abbiamo proposto di puntare sulla punizione del cliente. Vanno previste però sanzioni non ridicole ma effettive, che servano come dissuasione. 

Dunque sradicare il fenomeno dal lato della "domanda".

Esattamente. La vittima diventa strumento per accontentare i clienti, che sono i primi responsabili, i finanziatori del "racket", in quanto pagano per mantenere questo commercio di corpi umani. 

Con il ministro Amato in passato avevi avuto una sintonia di vedute.

Sì. Aveva detto che dovevamo seguire l’esempio della Svezia, dove la prostituzione è proibita. Dalle ultime dichiarazioni sembra invece che abbia ceduto ad una visione "materialistica" della donna, che è trasversale alle forze politiche. Ma la donna non è mai riducibile a strumento da sfruttare, anche se fosse consenziente, come ci ricorda l’"Articolo 1" della "Convenzione Onu" che ho già citato. 

Altre associazioni, anche cattoliche, hanno sottoscritto il documento...

Il "Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti", che è un dicastero della Chiesa, ha fatto una scelta netta a favore della linea adottata dalla Svezia. Non capisco perché non si è tenuto conto di questo orientamento. Questa è una vera disobbedienza alla Chiesa. 

Operatori specializzati, unità di strada, progetti finanziati dalle Regioni... la prostituzione è diventata un "settore occupazionale". Questo può influire sull’approccio al problema?

Certamente! E si capisce dall’orientamento emerso di voler lasciare sulla strada le ragazze per poterle contattare meglio, per andare a distribuire i preservativi. È l’orrore! Lo stesso ministro Livia Turco ha dichiarato in tivù che si tratta al 90% di schiave. Io aggiungo che al 100% sono sfruttate e lo sfruttamento è punito dalla legge. 

Dunque la prostituzione non è un "business" solo per la "malavita".

Ma scherzi? Se finissero i finanziamenti, quanti continuerebbero ad andare sulla strada? È un’azione di perversa assistenza per mantenere il fenomeno, non per toglierlo.

Anche la "Comunità Papa Giovanni XXIII" ha unità di strada e strutture di accoglienza per queste ragazze.

Noi ne abbiamo liberate ormai 6.000 e ne abbiamo attualmente 330 in programma di protezione. Ma la nostra linea è chiara: noi chiediamo la proibizione della prostituzione!

Viste le conclusioni dell’"Osservatorio" come intendete procedere?

La lotta continua, con manifestazioni e azioni concrete. Nei prossimi giorni andremo a fare interposizione "non-violenta" in piccoli gruppi per impedire ai clienti di contattare le ragazze, visto che non lo fanno gli organismi preposti. Stiamo inoltre contattando le altre organizzazioni, in particolare quelle cattoliche, per cercare una convergenza sull’obiettivo vero: liberare le ragazze.

 

Ci precederanno nel regno dei Cieli. La Via Crucis delle prostitute liberate da don Benzi

Fonte: http://www.tempi.it/

 

Ci precederanno nel regno dei Cieli. E oggi, a Roma, ci precederanno in una Via Crucis organizzata dalla comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi (di cui si è da poco aperto il processo di beatificazione). Si partirà alle ore 20 da piazza SS. Apostoli e ci si fermerà in un oratorio presso la chiesa di Santa Maria in Traspontina. Tutti dietro a una croce alta tre metri.

 

LE DONNE CROCIFISSE. In un’intervista all’agenzia Zenit, don Aldo Buonaiuto ha raccontato che l’intento è quello di «mettere in evidenza la condizione di tutte quelle donne, di cui il 40 per cento minorenni, sfruttate e usate da oltre nove milioni di maschi per le strade d’Italia, nei night club e negli appartamenti». Si tratta di una Via Crucis di solidarietà con tutte le “donne crocifisse”, quotidianamente schiavizzate da un mercato che le porta sulle strade del sesso in tenera età.
Ancora oggi, a 7 anni dalla scomparsa di don Benzi, i volontari della Comunità sono attivi tutte le notti in 30 province e 14 regioni d’Italia. Il loro lavoro dà frutti: finora hanno liberato oltre 7.000 ragazze. Solo nel 2013 l’associazione ne ha salvate 400 . E proprio perché si faccia qualcosa per queste donne, la Comunità di don Benzi ha lanciato una petizione per liberare le donne dalla «schiavitù della prostituzione».

I DATI. I numeri ci raccontano un fenomeno che coinvolge circa 120 mila donne vittime dello sfruttamento della prostituzione. La maggior parte di loro (circa il 65 per cento) si prostituisce in strada, il restante in alberghi, appartamenti, nightclub e privé. Uno dei dati più allarmanti resi noti dalla Comunità e da un’indagine Eurostat è che ben il 37 per cento di queste ragazze, quando arriva in Italia, è ancora minorenne. «”La prostituta rappresenta un vero e proprio bancomat — ha raccontato don Buonaiuto all’Huffingtonpost — cioè il modo più veloce per far soldi in nero, da investire in droga e armi”. Per un giro d’affari che, secondo la Comunità Papa Giovanni XXIII, può arrivare fino a dieci miliardi di euro l’anno. “Quando il mercato è fiorente è perché c’è una grande domanda, e l’offerta si moltiplica. Questo è quanto sta accadendo sulle nostre strade come nei privé, dove non ci sono escort ma vere e proprie schiave”».
Si calcola che ogni anno circa duecento prostitute muoiano a causa di questa schiavitù. Un numero di cui non parla nessuno.

 

IPOCRISIA SULLA VIOLENZA SULLE DONNE. I responsabili della comunità hanno poi spiegato che, una volta convinte ad abbandonare la strada, inizia con queste ragazze un difficile lavoro: «Una donna che trova il coraggio di affrontare le minacce che vengono fatte ai suoi familiari, che sono sempre il motivo per cui è partita, è un miracolo. A quel punto bisogna iniziare il difficile percorso della liberazione, traumatico, non certo semplice e immediato. Prima c’è il periodo di protezione, per non farsi ripescare dagli aguzzini – prosegue — poi c’è il tempo per ristabilirsi psicologicamente, iniziare a reintegrarsi, e togliersi di dosso quel marchio. Sono momenti difficili, è un percorso lungo, e per alcune purtroppo molto in salita. Tante di queste donne infatti non arrivano in buono stato di salute, ma mutilate e percosse». «Quanta ipocrisia vedo nel sentir parlare di violenza sulle donne, dimenticando le tante ragazze violentate ogni notte — conclude don Aldo — come se ci fossero vittime di serie A, e vittime di serie B».

 

«MAGNA! MAGNA!». Le vicende di queste ragazze sono terribili. Una rumena di 25 anni ha raccontato ad Avvenire il suo calvario, fatto di pestaggi, bastonate e sigarette spente sul corpo. I protettore che la costringeva alla “vita” gliene hanno fatte passare di tutti i colori. E non da meno i clienti, che hanno sempre «approfittato di me». Chi l’ha aiutata? Le altre squillo che hanno chiamato i Carabinieri e quindi la Comunità di don Benzi. Quando è arrivata pesava «30 chili, non camminavo, mi imboccavano, mi portavano in bagno… mi hanno ridato la vita. La prima parola che ho imparato è stato “magna magna!”».
Un’altra rumena, Caterina, ha raccontato all’Huffingtonpost di essere stata in strada per cinque anni, da quando ne aveva sedici. «Mi hanno lasciato in un angolo, e hanno detto che avrei dovuto portare dei soldi a casa. Mi hanno minacciata di morte, ma sulla strada non ci volevo stare, così ho iniziato a ribellarmi, a strillare, a far casino. Allora mi hanno riportata in appartamento e mi hanno picchiata. Poi mi hanno chiuso in una stanza all’interno di un night, dove sono stata tenuta segregata per due mesi al buio, a pane e acqua. Mi violentavano, e ogni tanto mi portavano dei clienti, la maggior parte bevuti. No, nessuno di questi faceva mai caso al mio stato».

 

LA DONNA PIU’ FELICE DEL MONDO. Caterina uscì dal suo incubo una sera che le si avvicinarono don Benzi e don Buonaiuto. «Non li riconobbe subito come preti: “Da noi vestono un po’ diverso. Vidi solo un omino piccolino, don Aldo, e don Oreste, che era grande, col loro colletto bianco, che invece di chiedermi “quanto costi”, mi chiesero “quanto soffri”. Io ero disperata, avevo un desiderio di morire. Pensai, stavolta o muoio veramente, o… Così salii in macchina con loro. La maggior parte delle altre non era disposta a farlo. Anche perché i papponi ti controllano anche quando fai i bisogni, ti telefonano, non potevi sfuggire al loro controllo».
«Don Oreste e don Aldo mi hanno fatta salire dietro, mi hanno detto “stai giù”, e sono partiti in fretta e furia. Ci inseguivano. Don Aldo guidava fortissimo, finché non li abbiamo seminati. A un certo punto mi hanno fatto alzare, sono scesa e sono entrata in comunità. Lì mi sono ripresa, come se fossi stata accolta da mia mamma e mio papà, mi hanno abbracciato, dato da mangiare e vestire. Per me don Aldo è come se fosse mio papà. È stato la mia salvezza, lo ringrazierò per tutta la vita. Ci sentiamo come fossimo padre e figlia».
Oggi sta finendo la scuola, lavora. «Avere una persona al proprio fianco che ti ama veramente è una cosa fantastica. Non te la sogni nemmeno, quando arrivi lì. Non pensi più di poterti formare una famiglia e rifarti una vita. Ringrazierò il signore per tutta la vita, sono la donna più felice del mondo».

 

 

More in this category: Sant’Ignazio d’Antiochia »

Gli ultimi articoli

Missionari laici della Consolata in Venezuela

16-07-2024 Missione Oggi

Missionari laici della Consolata in Venezuela

Prima di tutto vogliamo essere grati a Dio, alla Chiesa e ai Missionari della Consolata; la gratitudine è la nostra...

Mozambico. Non è mediatica, ma è una guerra

16-07-2024 Notizie

Mozambico. Non è mediatica, ma è una guerra

Una regione del Paese africano alla mercé della guerriglia islamista C’era ottimismo a Maputo, la capitale mozambicana. La guerriglia a Cabo...

Giustizia Riparativa e la “pedagogia allamana”

15-07-2024 Missione Oggi

Giustizia Riparativa e la “pedagogia allamana”

La Corte di Giustizia dello Stato del Paraná (Brasile) ha tenuto dal 3 al 5 luglio l'incontro sulla Giustizia Riparativa...

Perù: prima assemblea dei popoli nativi

14-07-2024 Missione Oggi

Perù: prima assemblea dei popoli nativi

I rappresentanti dei popoli nativi dell'Amazzonia peruviana, insieme ai missionari, si sono riuniti nella Prima Assemblea dei Popoli Nativi, che...

Padre James Lengarin festeggia 25 anni di sacerdozio

13-07-2024 Notizie

Padre James Lengarin festeggia 25 anni di sacerdozio

La comunità di Casa Generalizia a Roma festeggerà, il 18 luglio 2024, il 25° anniversario di ordinazione sacerdotale di padre...

Nei panni di Padre Giuseppe Allamano

13-07-2024 Allamano sarà Santo

Nei panni di Padre Giuseppe Allamano

L'11 maggio 1925 padre Giuseppe Allamano scrisse una lettera ai suoi missionari che erano sparsi in diverse missioni. A quel...

Un pellegrinaggio nel cuore del Beato Giuseppe Allamano

11-07-2024 Allamano sarà Santo

Un pellegrinaggio nel cuore del Beato Giuseppe Allamano

In una edizione speciale interamente dedicata alla figura di Giuseppe Allamano, la rivista “Dimensión Misionera” curata della Regione Colombia, esplora...

XV Domenica del TO / B - “Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due"

10-07-2024 Domenica Missionaria

XV Domenica del TO / B - “Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due"

Am 7, 12-15; Sal 84; Ef 1, 3-14; Mc 6, 7-13 La prima Lettura e il Vangelo sottolineano che la chiamata...

"Camminatori di consolazione e di speranza"

10-07-2024 I missionari dicono

"Camminatori di consolazione e di speranza"

I missionari della Consolata che operano in Venezuela si sono radunati per la loro IX Conferenza con il motto "Camminatori...

onlus

onlus

consolata news 2

 

Contatto

  • Viale Mura Aurelie, 11-13, Roma, Italia
  • +39 06 393 821