Una foto nel Collegio San Paolo. Seminario di Propaganda Fide con sacerdoti di 45 paesi. Foto El Estímulo
Dopo aver viaggiato, come missionario, in paesi come il Kenya, l'Inghilterra, la Colombia e l'Italia, questo missionario venezuelano, originario di Trujillo torna al suo paese per essere il nuovo vescovo ausiliare di Caracas
Una vita di missione
Uno dei due nuovi vescovi nominati all’archidiocesi di Caracas è monsignor Lisandro Rivas, un missionario nato a Boconó, nello stato di Trujillo (nella parte occidentale del Venezuela, non lontano dalla città di Barquesimeto), per il quale la famiglia dei Missionari della Consolata sono stati per lui la porta verso la missione ad gentes.
Di fatto appena ordinato sacerdote, padre Lisandro ha fatto i bagagli ed è partito per la missione in Kenya. Nella sua prima parrocchia lo aspettava una casa mezzo sgangherata e un semplice materasso per dormire, ma la comunità stessa, poco a poco e con grande sforzo, aiutò l'uomo che sarebbe stato il suo pastore per qualche anno a sistemare poco a poco la dimora parrocchiale.
"Sto tornando in Venezuela dopo un bel po’ di anni e i cambiamenti sono molto forti -dice il nuovo vescovo- pensando ai primi cinque anni in Kenya dopo la mia ordinazione, anche se non mi piace fare paragoni, trovo delle somiglianze in termini di situazione sociale, economica e politica. Anche lì è stato molto difficile".
Se vogliamo migliorare questa situazione è necessario il lavoro e l’impegno di tutti: vescovi, dirigenti, laici, suore e sacerdoti: “dobbiamo ritrovarsi per camminare insieme. Questo è qualcosa che va molto bene con l’insegnamento di Papa Francesco che parla di solidarietà e ascolto con empatia. Dobbiamo andare oltre ciò che si vede esteriormente. Credo che la nostra gente sia un po' stanca e scoraggiata. Possiamo dare questo incoraggiamento solo avvicinandoci con empatia, entrando in comunione".
Dal Kenya alla Colombia
Quest'uomo di Dio ha viaggiato quasi per mezzo mondo: Kenya, Inghilterra, Colombia e Italia sono i paesi in cui è stato assegnato per portare il Vangelo, assistere ai bisogni o guidare progetti di cambiamento e formazione delle comunità.
Quando ricevette la notizia della sua nomina per questo nuovo lavoro pastorale in Venezuela, monsignor Lisandro si trovava a Roma, responsabile del Collegio San Paolo di Propaganda Fide, chiamato anche seminario missionario. "Lì ero in comunità con 192 sacerdoti diocesani di 45 diversi paesi del mondo: mi hanno dato l'opportunità di riconoscermi come fratello universale".
"Vivere la fede insieme e scoprire che alla fine siamo esseri umani, che abbiamo lo stesso cuore, che lo stesso sangue scorre nelle nostre vene, che nonostante la lingua viviamo le stesse situazioni dovrebbe essere l'esperienza che darà una risposta a tante situazioni difficili e confittive nel mondo di oggi. Tornare in Venezuela, dopo questa esperienza, mi porta chiaramente a vivere con più passione come cristiano e come uomo, riconoscendo le diversità, ma anche valorizzando gli elementi comuni”.
Una zuppa o una medicina non è sufficiente
Per il nuovo vescovo, "ci sono molte ONG che possono offrire la solidarietà di una zuppa o una medicina, ma credo che dobbiamo andare molto oltre". Il punto di partenza sarà stare con la gente, accompagnarla, ascoltarla, e non solo all'interno della Chiesa e delle comunità cristiane, perché alla fine costruire il Venezuela è un impegno di tutti".
Questo “sederci insieme e cominciare a dialogare", come lo chiama il papa Francesco è la base della sinodalità fondata sul dialogo. El primo passo è ascoltare: “voi mi dite quello che avete, quello che vedete, quello che succede intorno a voi e solo allora comincia il cammino fatto assieme per costruire questa Chiesa di cui tutti ci sentiamo partecipi".
Prepararsi alla sinodalità
Mons. Lisandro crede che non dobbiamo aspettarci soluzioni che vengano dall'alto, dall'esterno o da un altro pianeta; al contrario, dobbiamo essere concreti come ci ha insegnato Gesù quando chiese alla gente: "Che cosa avete?" e un ragazzo rispose: "Ho cinque pani e due pesci”... e fu sufficiente per tutti.
In cose materiali siamo molto limitati, ma abbiamo grandi valori che possiamo mettere in gioco. Dobbiamo trovare soluzioni insieme mettendo sul tavolo quello che siamo e quello che abbiamo, e da li si comincia.
"Si tratta di capire che tutti siamo Chiesa. Ognuno con la sua vocazione, ognuno con la sua missione, camminiamo assieme. È questa la chiesa di cui il mondo e il Venezuela hanno bisogno, soprattutto oggi quando stiamo vivendo tante sfide e tante situazioni alle quali dobbiamo rispondere con lo stile e la buona notizia del vangelo”.
La nomina di monsignor Lisandro Rivas, avvenuta nel mese di dicembre, è stata descritta dal cardinale Baltazar Porras come un segno "dell'amore di Dio, come un dono del Bambino Gesù per questa amata e molto provata arcidiocesi". Senza dubbio, questo giovane vescovo porterà una visione universale e missionaria nel suo lavoro come pastore della chiesa di Caracas.