“L'incendio al campo profughi di Moria, a Lesbo, conferma ancora una volta come gli Stati di tutta Europa non possono essere ciechi davanti a una crisi dettata dal voler voltare le spalle a chi chiede aiuto. Non possiamo essere sordi nei riguardi di persone che stanno vivendo ben oltre il limite della sopravvivenza. Quella dei migranti di Moria è una 'non vita' perché sono in condizioni inumane, come se fossero 'detenuti' per il reato di speranza". Lo afferma in una nota inviata a Fides, suor Neusa de Fatima Mariano, superiora generale delle Missionarie Scalabriniane, congregazione che sin dalla sua fondazione si occupa dell'assistenza ai migranti.