A pochi mesi dalla scadenza dell’Accordo provvisorio sulle nuove nomine dei vescovi, fedeli laici, sacerdoti e pastori si interrogano sugli effetti che esso ha avuto sulla vita delle comunità cristiane in Cina. Da parte vaticana si spera nel rinnovo dell’accordo; è probabile che anche la Cina lo rinnovi, per usarla come strumento anti-Usa. Rimane la questione, per nulla ideologica, della libertà religiosa.
Vedi anche
L’accordo sino-vaticano due anni dopo. Repressione contro i minori e le chiese (II)
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L’Accordo sino-vaticano due anni dopo. ‘Santo Padre, non rinnovi l’accordo’ (IV)