√ Betlemme, dal restauro della Basilica della Natività emersi mosaici straordinari

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Un lavoro “molto interessante”, che sta andando “al di là delle nostre aspettative” e grazie al quale “stanno riemergendo meraviglie del passato nascoste da tempo”. Un “cantiere aperto”, che necessità “di nuovi finanziamenti per poter andare avanti”. Così Sobhy Makhoul, cancelliere del Patriarcato maronita a Gerusalemme e amministratore del Christian Media Center, racconta ad AsiaNews i lavori di restauro alla Basilica della Natività a Betlemme, in Palestina. Fra le meraviglie riscoperte in questi mesi di lavori, una serie di mosaici e manufatti dallo “straordinario” valore artistico e storico. 

Un restauro voluto con forza dai vertici dello Stato palestinese e dalle tre Chiese che che gestiscono la Basilica della Natività, patrimonio mondiale Unesco: la Chiesa Cattolica, quella Greca Ortodossa e quella Armena. Nelle scorse settimane il Christian Media Center ha pubblicato un filmato in cui vengono illustrati i lavori sinora compiuti, grazie al quale si possono ammirare i mosaici restaurati e la tecnica utilizzata per il loro recupero.

La basilica della Natività è stata costruita nel IV secolo sotto l’imperatore Costantino e racchiude la grotta e la mangiatoia in cui è nato ed è stato deposto Gesù. Nel VI secolo ha subito un incendio ed è stata ricostruita sotto Giustiniano. Secondo la tradizione, nel 614 la basilica venne salvata dalla distruzione dei persiani grazie alla presenza, sul prospetto del tempio, della raffigurazione dei Re Magi in costume nazionale persiano.

Nel 2002 ha subito un assedio da parte delle truppe israeliane che volevano stanare alcuni militanti palestinesi, rifugiati al suo interno. Da tempo gli esperti evidenziavano l’urgenza e la necessità di un restauro delle mura e delle colonne, annerite dagli incendi e una riparazione del tetto, molto pericolante, per un luogo che ogni anno è visitato da milioni di pellegrini e turisti. 

In origine la Basilica della Natività era tappezzata per intero di mosaici, che il tempo, l’incuria e interventi sovrapposti e non coordinati fra loro hanno finito per offuscare. Il restauro, che ha preso il via nel 2013 quando l’Autorità palestinese ha sposato il progetto e si è assunta l’onere di finanziare gran parte dei lavori, è affidato a una società italiana [la Piacenti di Prato] esperta del settore.

Ad oggi sono più di 140 i metri quadrarti di mosaico restaurati grazie al lavoro dei tecnici e restituiti in tutto il loro splendore al pubblico e ai fedeli. La ripulitura dei mosaici dovrebbe concludersi a giugno, poi i lavori si concentreranno sui colonnati dipinti in cera calda, i capitelli corinzi, i pavimenti sotterranei, la pietra rosa del fonte battesimale. Infine, si passerà alla Grotta che è il cuore della cristianità. 

Oltre all’Autorità palestinese, i fondi finora utilizzati per procedere all’opera di restauro sono stati finanziati anche da Italia, Vaticano, Grecia, Russia e Germania. Ad oggi sono stati spesi 8 milioni di dollari per l’opera di restauro e ne serviranno altri 11 per il completamento. I lavori iniziati un anno e mezzo fa hanno permesso il recupero di mosaici, di tre strati ormai marciti del tetto quattrocentesco, le le capriate in cedro del Libano, in larice veneziano e in quercia dell’Anatolia; si tratta di strutture fragili, sottoposte a continui rifacimenti nel corso dei secoli di carpentieri veneti, greci e ottomani. 

“In questi mesi i lavori di restauro hanno restituito al pubblico mosaici del periodo crociato davvero meravigliosi” racconta Sobhy Makhoul, il quale aggiunge che “l’opera procede con relativa lentezza perché non ci sono ancora tutti i fondi necessari per il completamento”. La popolazione “è interessata” ai lavori, aggiunge, anche se “siamo di fronte a un cantiere aperto e senza limiti di tempo”. “Tutti possono contribuire ai lavori - prosegue il leader cattolico - sostenendo la raccolta fondi avviata da una commissione ad hoc istituita dall’Autorità palestinese”. 

L’aspetto interessante, conclude, è che “assieme agli esperti giunti dall’Italia all’opera di restauro partecipano anche molti giovani palestinesi, ingegneri, operai, semplici volontari, che hanno voluto aderire con spirito ed entusiasmo alla valorizzazione della basilica”. Inoltre, questi lavori permetteranno una “miglioria” alla struttura che sarà così in grado di “attirare un numero crescente di pellegrini e turisti”. 

 

Last modified on Sunday, 13 March 2016 12:55

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