Il conflitto in corso in Yemen ha provocato, dalla fine di marzo a oggi, la morte di almeno 400 bambini, mentre altrettanti sono stati reclutati a forza da gruppi armati: lo denuncia un rapporto de fondo per l’infanzia dell’Onu secondo cui "i servizi di base dai quali dipende la vita dei bambini nel paese sono stati decimati", mentre ora che nuovi attacchi aerei hanno colpito il porto di Hodeida, la situazione si fa ancor più tragica.
Nei raid della coalizione araba a guida saudita non è stato danneggiato infatti solo il porto della città ma anche i magazzini e i mezzi di trasporto. Secondo l’Ong Save the Children ci troviamo di fronte ad una delle “peggiori crisi umanitarie del mondo”.
“Abbiamo bisogno di portare aiuti nel paese, compreso il combustibile per mantenere gli ospedali funzionanti e per consentire ai convogli di aiuti umanitari di raggiungere i posti dove c’è più bisogno. L’impatto di questi ultimi attacchi aerei si farà sentire soprattutto sui bambini, incolpevoli, e sulle loro famiglie” ha dichiarato Edward Santiago, direttore Save the Children per lo Yemen.
Il grande porto sul Mar Rosso è infatti un’infrastruttura cruciale per l’ingresso di cargo con gli aiuti d’emergenza. Inclusi cibo, forniture mediche, carburante. “Non conosciamo ancora la reale portata dei danni a Hodeida, ha aggiunto Santiago, ma non possiamo perdere un giorno di più”.