Roma: Convegno Formatori - Conclusioni e Messaggio

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«Grazie, cari formatori e formatrici, - ha detto il Santo Padre ai formatori nella giornata conclusiva del Convegno svoltosi a Roma - del vostro servizio umile e discreto, del tempo donato all’ascolto – l’apostolato “dell’orecchio”, ascoltare – del tempo dedicato all’accompagnamento e alla cura di ogni vostro giovane». «Voi non siete solo amici e compagni di vita consacrata di coloro che vi sono affidati, ma veri padri, vere madri, capaci di chiedere e di dare loro il massimo». Commozione e gioia hanno caratterizzato l’incontro nell’aula Paolo VI, dove i formatori hanno accolto l’invito del Papa ad essere testimoni con la propria vita, a tornare sempre alla gioia del primo incontro con Dio, ad essere accanto come ‘padri’ e ‘madri’ spirituali, con amore e pazienza.

Gratitudine e gioia ha espresso anche il Card. João Braz de Aviz nel corso dell’Omelia della S. Messa nella Basilica Papale di S. Pietro, sottolineando l’importanza dell’abbandono fiducioso nelle mani di Dio Padre soprattutto nei momenti difficili e delicati. «L’esperienza del Convegno è stata meravigliosa e sorprendente e ci fa capire che dobbiamo camminare insieme: così nascerà tanta vita attorno a noi».
‘Unità’ è stata la parola che più volte è risuonata nella giornata.

Proprio nella linea dell’unità ha avuto luogo, nel pomeriggio, il forum su 'La formazione nella visione interdicasteriale', cui sono intervenuti S. E. Card. Beniamino Stella, Prefetto della Congregazione per il Clero, S.E. José Rodriguez Carballo, OFM, Arcivescovo Segretario CIVCSVA, S.E. A. Vincenzo Zani, Arcivescovo Segretario Congregazione per l’Educazione cattolica.

La formazione dei formatori è emersa come esigenza comune. “La formazione è un’arte relazionale, che si fonda su un rapporto e uno scambio tra chi forma e chi è formato” – ha detto S.E. il Cardinale Stella – “esistono due libertà, che si incontrano per concorrere all’unica azione formativa, avendo ovviamente in essa responsabilità e compiti differenti, in ragione di quanto compete a ciascuno”. Nel suo intervento, il Cardinale ha anche sottolineato l’importanza di un giusto discernimento vocazionale e di una formazione che favorisca la maturazione della persona, particolarmente “di una affettività, piena e realizzata, con una perfetta continenza nel celibato”.

All’inizio della sua relazione S.E. Mons. Zani ha enumerato le scuole cattoliche e le Facoltà ecclesiastiche, sorte nel mondo grazie ai carismi religiosi finalizzati all’educazione: “di questo prezioso servizio - ha detto - tutta la Chiesa vi è molto riconoscente”. Si è poi soffermato sulle sfide educative: la sfida della comunicazione nel rapporto tra le generazioni, la nuova cultura digitale; l’interculturalità, la necessità di fare incontrare le culture e metterle in dialogo per costruire l’unità nella diversità.

S.E. Mons. Carballo, prendendo la parola, ha sottolineato alcune urgenze della formazione: il discernimento vocazionale; la necessità  di un incontro personale con Gesù; camminare in profonda comunione con la Chiesa; formarsi e formare a una vita fraterna in comunità che sia umana e umanizzante; curare la “passione” per il Signore e la “passione” per l’umanità specialmente per i più poveri; preparare per la missione propria dell’Istituto; coltivare “un rinnovato amore per l’impegno culturare, una dedizione allo studio come mezzo per la formazione integrale e come cammino ascetico”. “Davanti alla tentazione dello scoraggiamento, - ha concluso -della stanchezza e della delusione a causa delle esigenze attuali della formazione e degli scarsi risultati che si conseguono, dalla mia esperienza di formatore per molti anni non dubito di dire a tutti i formatori: Non abbiate paura”.

Al termine del Convegno, è stato consegnato un Messaggio per tutti i formatori e le formatrici: “Beati voi, formatori e formatrici”.
Si è concluso l’incontro dando appuntamento a Roma, dal 16 al 18 settembre, per il Convegno delle giovani e dei giovani consacrati.

Città del Vaticano, 12 aprile 2015

Messaggio conclusivo: Beati voi formatori e formatrici

Comunicato della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica

Beati voi formatori e formatrici

Al termine di questo Congresso l’esperienza e la riflessione vissute insieme con profonda e vivace partecipazione ci chiedono di accostare la Parola alla nostra vita di consacrati e consacrate, alle nostre comunità e fraternità, ai nostri istituti, alle nostre culture e terre di provenienza, al nostro servizio nella Chiesa e nel mondo.

(Mt 5, 1-10)

Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:

Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.

Beati voi che, sentendovi poveri di fronte al sublime compito di formare Cristo nei cuori, confidate nell’azione dello Spirito Santo, che mostra Gesù come “il più bello tra i figli dell’uomo”. È lo Spirito che suscita il desiderio di conformarsi a Cristo nella profondità del cuore, che infonde i sentimenti del Figlio e fa nascere le sue emozioni, i suoi affetti, la sua stessa sensibilità; che accende la passione dell’annuncio perché sia visibile nel nostro tempo la forma di vita del Figlio di Dio. Quando questo avviene il Vangelo si rivela in modo nuovo e il Regno di Dio è in mezzo a noi.

Beati i miti, perché avranno in eredità la terra.

Beati voi, se sapete attendere con pazienza i tempi di maturazione del buon seme gettato con costanza e fiducia, senza imporre nulla con la forza o l’astuzia, senza pretendere di esser voi  a gestire il raccolto.

Beati i formatori-seminatori, che continuano a seminare in ogni caso, in ogni momento, in ogni cuore, ben sapendo che il seme ha una sua forza ed efficacia. Beati voi se agite senza mai fare alcuna violenza, sottile e nascosta, nemmeno per ottenere il bene, perché Dio vi darà la terra promessa dei cuori.

Beati i formatori che con la loro mitezza ricordano a chi è in formazione che l’unica cosa davvero necessaria è farsi come ciotole di terracotta, in cui altri possano bere a piccoli sorsi il cielo.

 Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati

Beati voi quando sapete condividere con i formandi la fatica della conversione, della difficoltà nel lasciare tutto per seguire Cristo, della risposta generosa.

Beati voi, formatori, se siete liberi di accogliere nel vostro cuore le sofferenze dei giovani, se li guardate con empatia, senza riserve, permettendo loro di riversare almeno un po’ della propria pena nel vostro cuore e a voi di accoglierla con la tenerezza e la misericordia del Padre.

Beati  quei formatori che piangono per le delusioni e i fallimenti che inevitabilmente incontreranno. Siate certi, riceverete consolazione dal Signore: il quale asciugherà ogni lacrima e renderà fecondo il vostro servizio.

Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati

Beati voi, se portate nel cuore l'intenso desiderio di vedere realizzata la giustizia di Dio, la sua passione per la vita e la fraternità. E cercate il disegno divino in ciascuna persona vocata, anche a costo di non essere compresi; senza imporre i punti di vista personali, o gli interessi di istituto, affinché ognuno sia se stesso secondo il sogno di Dio.

Beati voi se farete questo, perché la verità vi darà la libertà di chiedere l'impegno totale a ogni giovane a voi affidato e di essere persuasivi e credibili, senza manipolazioni o forzature. E il Padre esaudirà i santi desideri del vostro cuore.

Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia

Beati voi formatori e formatrici se avete incontrato il Dio  ricco di tenerezza lasciando che la sua misericordia plasmi in voi un cuore di carne,  compassionevole, capace di scoprire il fuoco sotto la cenere di chi sembra aver perso ogni speranza. Se saprete ridare forza alla fiamma che sembra spegnersi insegnerete le vie per scendere nelle tante attuali terre del dolore, ed essere  consolazione di Dio.

Sarete testimoni di Dio che ascolta il grido del povero, vede le miserie umane e si china su di esse con misericordia. I vostri giovani vi seguiranno.

Beata la comunità di formazione, piccola “Chiesa in uscita”, “dalle porte aperte”. Fraternità in cui il giovane “si mette mediante opere e gesti, nella vita quotidiana degli altri, accorcia le distanze, si abbassa fino all’umiliazione, se è necessario, e assume la vita umana, toccando la carne sofferente di Cristo nel popolo” (citazione papa Francesco).

Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio

Beati voi se avete un cuore retto e sincero, una vita senza ipocrisia e uno sguardo trasparente. La formazione alla vita consacrata è itinerario di purificazione del cuore perché possa entrare nel mistero dell’eternamente Amante.

Guidate i giovani, con impegno costante, a vivere la comunione con Lui senza doppiezze, a gustare la sua intimità e le sue cose (vedi “le cose del Padre mio” per inserire citazione).

Beato quel formatore  che trasmette al giovane la bellezza di Dio e la certezza che solo l’Eterno può riempire la sete d’affetto del cuore umano.

Beato il formatore innamorato di Dio e appassionato per l’uomo, che sa comunicare, a un tempo, la bellezza di amare Dio con un cuore totalmente umano, e amare la persona con un cuore che sta imparando a voler bene in modo divino.

Beati voi formatori se saprete vedere i giovani con gli occhi di Dio, e saprete vedere Dio nel loro cuore!

Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio

Beati voi formatori, uomini e donne in pace con se stessi, se sarete sensibili al bisogno immenso di pace in un mondo diviso e saprete costruire pace nel cuore dell’altro e nelle relazioni.

Beati coloro che educano alla pace e all'unità interiore come fondamento di ogni fraternità.  Beati voi se saprete formare alla fraternità ordinata e alla convivialità delle differenze, nella varietà delle culture: lì il Signore abita.

Assieme ai vostri giovani, sarete figli di Dio e disarmerete i cuori da ogni aggressività, come terapia di bontà e benedizione per tutti.

Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli

Beati voi quando siete perseguitati a causa della testimonianza che rendete al Signore Gesù, gioia dei vostri occhi, delizia dei vostri cuori.

Beati voi formatori dei Paesi ove i cristiani sono perseguitati: vivete nella vostra carne il mistero pasquale. Beati voi che, come il chicco di grano, portate molto frutto.

La Chiesa tutta in voi e con voi soffre, alimenta la speranza, invoca la pace e annuncia il regno dei cieli.

Dal congresso alla vita: alcune priorità

 

In tale visione accogliete come attenzione di questo dicastero, alcuni orientamenti, come priorità pedagogico-spirituali per il vostro servizio di formatori.

Siate formatori beati, contenti di poter prestare questo servizio. E rendete nota la vostra gioia, per trasmetterla ai vostri giovani.

Date attenzione alla formazione del cuore, non solo dei comportamenti, ben ricordando che “cor ad cor loquitur”. È la passione per Gesù che vi rende formatori.

Non presumete di voi stessi, curate la vostra formazione continua, siate disposti a imparare ogni giorno l’arte del formare i cuori: imparate da Gesù e dalla sua pedagogia, ma anche dai vostri giovani, dai vostri errori, dalla vita.

Non dimenticate che è il Padre che forma in ogni giovane la personalità del Figlio per la potenza dello Spirito: voi siete mediatori di questa azione trinitaria.

Siate formatori a tempo pieno e dando il meglio di voi stessi. È il Signore che vi affida i giovani che accompagnate come realtà preziosa ai suoi occhi e che deve divenire tale anche ai vostri stessi occhi.

Abbiate un cuore grande per accogliere quanti il Padre vi affida da ogni parte della terra. Valorizzate ogni persona perché la comunità formativa sia espressione dell’unica fede e dello stesso carisma, nella varietà delle culture e delle ricchezze di ognuno.

Formate giovani dal cuore innamorato di Dio e appassionato per l’uomo, “cittadini del mondo” in dialogo con ogni cultura; giovani ricchi di misericordia per “i senza dignità”, che imparano a cercare Dio nelle periferie dell’esistenza, liberi di lasciarsi formare dalla vita per tutta la vita.

Non pretendete nulla da essi che non sia già vissuto e messo in atto da voi. Senza imporre pesi impossibili e motivando sempre ogni richiesta con la legge della libertà dei figli di Dio, la legge dell’amore.

Dedicate il vostro tempo a incontri regolari, col gruppo e soprattutto coi singoli. È la relazione interpersonale tra formatore e formando lo strumento per eccellenza dell’azione educativa.

L’equipe formativa, specie nelle comunità educative numerose, esprima le varie competenze pedagogiche, nel rispetto dei ruoli specifici, nella condivisione dello stesso modello formativo e nella convergenza verso il bene dei giovani. La formazione dei formatori è una precisa e inderogabile responsabilità dei superiori con voi promotori di una autentica cultura della formazione continua.

Non abbiate paura di accompagnare il giovane e la giovane a scoprire se stessi e la propria verità, con le proprie debolezze, ma fate sentire in quei momenti la vostra vicinanza come sacramento dell’amore del Padre, che guarisce e perdona. In modo particolare fate avvertire la vostra vicinanza a coloro che per vari motivi abbandonano il cammino formativo.

Ma non abbiate timore soprattutto di accompagnare i vostri giovani lungo la via della Pasqua di Gesù. A questo deve mirare ogni cammino formativo per tutta la vita, in compagnia di Maria, Discepola e Madre ai piedi della croce.

Cari formatori e formatrici, la Chiesa vi ama, vi apprezza e prega per voi. Senza il vostro servizio la vita consacrata non potrebbe esistere, o avrebbe un futuro incerto. Senza la vostra pazienza e il vostro discernimento il popolo di Dio rischierebbe di non veder più quella via luminosa capace di far brillare, in un mondo che passa, il mondo definitivo trasfigurato dalle Beatitudini.

Roma, 11 aprile 2015

João Braz Card. de Aviz 

Prefetto

 

 

+ José Rodríguez Carballo, O.F.M.

        Arcivescovo Segretario

 

Last modified on Thursday, 16 April 2015 09:59

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