Messaggio del Superiore Generale per la Pasqua 2015

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Carissimi Missionari, Missionarie, Laici della Consolata, familiari, amici, benefattori,

«Cristo nostra Pasqua è risorto!». È il mistero che sempre celebriamo. Ne siamo divenuti partecipi nel Battesimo che ci ha inseriti nella morte e risurrezione di Gesù per vivere imitando lui. «Chi vuol essere mio discepolo mi segua» ci ha ripetuto Gesù fin dall’inizio della quaresima, per raggiungere l’obiettivo di «crescere nella conoscenza del mistero di Cristo e di testimoniarlo con una degna condotta di vita».

Questo vale per tutti i cristiani, ma in modo speciale per noi come religiosi missionari.

Anno della Vita Consacrata. Papa Francesco nella lettera ai consacrati all’inizio di questo anno ricorda che fin dagli inizi del monachesimo e poi delle varie forme di vita consacrata, l’ideale è stato di aderire interamente a Cristo «fino a poter dire con Paolo “Per me vivere è Cristo” (Fil 1, 21)». E questa è pure la «Nota essenziale della spiritualità missionaria… Non si può comprendere e vivere la missione, se non riferendosi a Cristo come l’inviato ad evangelizzare» (RM 88). Per cui: «La missione universale della Chiesa nasce dalla fede in Gesù Cristo» (ivi, 4). Soltanto un grande e appassionato amore per Cristo come quello di Paolo porta a mettere tutta la vita a servizio dell’annuncio del vangelo. I primi annunciatori sono stati coloro che lo hanno incontrato, riconosciuto, amato Gesù: la samaritana, il cieco nato, i discepoli di Emmaus, la Maddalena e le altre donne che al sepolcro lo hanno incontrato risorto. Il loro grido gioioso è sempre lo stesso: «Abbiamo visto il Signore». E così sempre. Giovanni Paolo II si augurava che il Risorto «ci trovi vigili e pronti per riconoscere il suo volto e correre dai nostri fratelli a portare lo stesso grande annunzio» (NMI 59).

Questa è anche la nostra eredità. Il Beato Allamano, fin da giovane seminarista scriveva: «Gesù è l’oggetto e la regola di ogni azione». E lo conferma poi nelle sue Conferenze nelle quali il modello di ogni sua esortazione è sempre Gesù. E ci ha lasciato una delle raccomandazioni più belle e significative: «vivete di Gesù per tutta la vita; tutto rivolgete a Gesù e tutto partirà da lui. Egli sarà la vostra felicità in vita e il vostro conforto in cielo» (I, 432-433).

A questo riguardo, Papa Francesco ci invita a domandarci in questo anno «se e come ci lasciamo interpellare dal Vangelo; se esso è davvero il “vademecum” per la vita di ogni giorno e per le scelte che siamo chiamati a operare». I nostri obiettivi e lo spirito per attuarli sono in sintonia con il mistero pasquale. Dalla dimensione cristologica ribadita dal Padre Fondatore come componente della nostra spiritualità missionaria scaturiscono sue espressioni forti e insistenti sul modo di considerare la Missione: «Ci vuole fuoco per essere apostoli. Essendo nè caldi né freddi, cioè tiepidi, non si riuscirà mai a niente. Se c’è amore c’è zelo, e lo zelo farà sì che non poniamo riserve o indugi nella dedizione di noi stessi per la salvezza delle anime… Bisogna avere tanta carità da dare la vita. Noi missionari siamo votati a dare la vita per la salvezza delle anime». Questa è la ragione per la quale il Beato Allamano ribadiva la necessità di essere santi per essere missionari: «Voglio vedere in voi la volontà costante di vivere una vita più che si può perfetta, senza paura di esagerare… Questa è sempre stata la mia idea».

Beatificazione di Suor Irene Stefani. Altra significativa e gioiosa testimonianza viene per noi quest’anno dalla Beatificazione di Suor Irene Stefani. Ci è di esempio per la incarnazione del nostro carisma da lei vissuto secondo la spiritualità del Fondatore. Fin dalla sua prima professione religiosa propose di voler essere: «Tutta di Gesù, tutta con Gesù, tutta per Gesù» in un crescendo che consente di dire: «Io sono Irene di Gesù e di sentirmi rispondere: Io sono Gesù di Irene». E terminò la sua esistenza terrena con le sue ultime parole: «Sono tutta di Gesù». Così è stata! La proclamazione della sua Beatificazione ci insegna a cercare continuamente l’incontro con Cristo, perché come dice Agostino: «lo trovi solo per cercarlo di più». Così si attua l’esortazione del Padre Allamano di «Fate sempre più “nostro” il Signore» (cf. VS 675). Per questo Suor Irene è diventata la “Grande Evangelizzatrice”, sempre pronta e scattante nel suo correre per portare l’annuncio del vangelo e sollevare ogni sofferenza e necessità.

Nella gioia pasquale. La liturgia pasquale lo ripete continuamente: «Cristo nostra Pasqua è risorto. Rallegratevi e esultate». Ed è pure un altro auspicio di Papa Francesco per i religiosi: «sperimentare e mostrare che Dio è capace di colmare il nostro cuore e di renderci felici, senza bisogno di cercare altrove la nostra felicità». Vorrebbe poter dire: «dove ci sono i religiosi c’è gioia» perché «tra noi non si vedano volti tristi, persone scontente e insoddisfatte». E aggiunge che per promuovere vocazioni alla vita consacrata «occorre che le giovani e i giovani che ci incontrano si sentano attratti da noi, e ci vedano uomini e donne felici!». E questo vale anche per l’attività pastorale. La sua efficacia «non dipende dall’efficienza dei mezzi. È la vita che deve parlare, una vita dalla quale traspare la gioia e la bellezza di vivere il Vangelo e di seguire Cristo».

Questa è anche la richiesta dei Papi ai missionari. Paolo VI auspicava: «Possa il mondo del nostro tempo, che cerca ora nell’angoscia, ora nella speranza, ricevere la buona novella non da evangelizzatori tristi e scoraggiati, impazienti e ansiosi, ma da ministri del vangelo, la cui vita irradi fervore, che abbiano per primi ricevuto in loro la gioia del Cristo, e accettino di mettere in gioco la propria vita affinché il Regno sia annunziato e la Chiesa sia impiantata nel cuore del mondo» (EN 80).

Per Giovanni Paolo II: «La caratteristica di ogni vita missionaria autentica è la gioia interiore che viene dalla fede. In un mondo angosciato e oppresso da tanti problemi, che tende al pessimismo, l’annunziatore della buona novella deve essere un uomo che ha trovato in Cristo la vera speranza» (RM 91). E ancora, nella esortazione “Vita consecrata”, Giovanni Paolo II dice: «I nostri contemporanei vogliono vedere nelle persone consacrate la gioia che proviene dall’essere con il Signore» (VC 109).

In uno dei suoi scritti Suor Irene propose di: «seminare gioia e felicità». Un altro ricordo di chi l’ha conosciuta è proprio la sua giovialità. Fin da giovane, a Anfo era ricercata dai compagni perché: «allegra e gioviale, sempre serena e felice». A dirlo è suo padre.

 E nella missione, il suo parroco P. Gillio attesta: «Il suo passaggio era portatore di gioia». Lo confermano ampiamente gli africani. In tanti modi ribadiscono che era: «sempre di aspetto gioioso», «molto gioioso»; «agiva con serena letizia»; «era «sempre lieta», «rallegrava tutti», «lavorava indefessamente col cuore sempre allegro».

La sua stessa presenza, in particolare il suo perenne sorriso mai venuto meno, portava serenità, anche in situazioni umanamente disastrose come quelle degli ospedali militari.

Questo scaturiva dal suo carattere, ravvivato dalla gioia per la sua consacrazione al Signore per la Missione. Nelle sue lettere ai famigliari ripete continuamente di essere “contenta”, “arcicontenta”, “felice”, “pienamente felice”, “oltremodo felice”, “ognor più felice” del suo lavoro di missione che la rendeva portatrice della stessa gioia a chi non aveva ancora incontrato Gesù.

Per l’Allamano questo è un obiettivo della attività missionaria. Gli stava a cuore che si mirasse a rendere le persone evangelizzate «più felici su questa terra». E ai missionari e missionarie partenti spesso diceva in riferimento alle persone che avrebbero incontrato nel loro apostolato: «fateli felici». Diceva che «L’allegrezza è una virtù che bisogna avere perché il Signore ama e predilige gli allegri».

Questo è l’augurio e l’impegno missionario della Pasqua per tutti e tutte.

Coraggio e avanti in Domino!

BUONA PASQUA

Roma,19 marzo 2015,
festa di San Giuseppe

P. Stefano Camerlengo, IMC
padre Generale

Last modified on Sunday, 29 March 2015 10:18

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