L'allora inviato speciale di Avvenire nei Paesi dell'Est Europa ricorda quell'evento: "Gli abitanti delle due parti della città si abbracciavano anche senza conoscersi. Oggi abbiamo dimenticato la dinamica di questo movimento. La 'globalizzazione felice' non ha funzionato"
Nei giorni in cui il Muro cominciava a sgretolarsi, Luigi Geninazzi era lì, nei Paesi dell’Est Europa per raccontare l’evoluzione delle rivoluzioni democratiche. Nei giorni degli abbracci e della festa, dopo il crollo, era a Berlino, inviato speciale di Avvenire, per seguire sul posto quei momenti. Testimone di quei fatti, oggi, trent’anni dopo il crollo del Muro di Berlino, commenta al Sir i processi avviati in Europa in seguito a quell’episodio e le ricadute sull’Unione europea.
Qual è il suo ricordo di quel 9 novembre 1989?
Stavo partendo per Mosca, ma appena è arrivata la notizia ho cambiato direzione. Sono arrivato a Berlino la mattina del 10 novembre. La sera prima, quando si è saputo della liberalizzazione dei visti per andare dall’est...