Per gli esperti è un “fenomeno geologico unico” che rischia di sparire. Necessario intervenire per rallentare l’abbassamento delle acque e la perdita progressiva della costa. Fra i principali imputati le aziende estrattive, in particolare sul versante israeliano. La richiesta di una conferenza internazionale sotto l’egida delle Nazioni Unite.
Entro i prossimi 30 anni, massimo 40, il mar Morto rischia di scomparire se non si interviene in modo efficace per rallentare l’abbassamento delle acque e la perdita progressiva della costa. A lanciare il nuovo allarme è un gruppo di esperti in un editoriale pubblicato dal Jordan Times, secondo cui a dispetto dei ripetuti appelli degli ultimi anni le parti interessate - governi dell’area e organismi internazionali - non sembrano preoccuparsi della drammatica crisi alle porte.
Sakher Nsour, presidente della Jordan Geologists Association, sottolinea che il mar Morto è “un fenomeno geologico unico”, che corre il pericolo di “scomparire nei prossimi decenni”. Dagli ultimi rapporti ambientali emerge che il livello delle acque sta diminuendo a un ritmo di un metro e mezzo all’anno e che, negli ultimi 40 anni, il volume complessivo del bacino si è ridotto del 35%.