Nei panni di Padre Giuseppe Allamano

Il Beato Giuseppe Allamano sarà canonizzato il 20 ottobre 2024 a Roma. Il Beato Giuseppe Allamano sarà canonizzato il 20 ottobre 2024 a Roma.
Pubblicato in Allamano sarà Santo

L'11 maggio 1925 padre Giuseppe Allamano scrisse una lettera ai suoi missionari che erano sparsi in diverse missioni. A quel tempo i missionari della Consolata erano già in Kenya, Tanzania, Etiopia e Mozambico. Il Fondatore era quasi alla fine della sua vita terrena e l'anno successivo si sarebbe avviato verso il paradiso.

In quella lettera, padre Allamano esprimeva la sua gioia per la beatificazione di suo zio padre Giuseppe Cafasso, che lui considerava un dono speciale per l'Istituto a causa della sua vita esemplare di servizio.

Padre Allamano scriveva: "Sento il bisogno di aprirvi il mio cuore, pieno come è di profonda consolazione per la solenne beatificazione del nostro padre Cafasso". Era chiaro che padre Allamano era pieno di esultanza, visto lo sforzo che aveva messo per vedere beatificato padre Cafasso. Per questo il Fondatore scriveva: "Voi sapete quanto ho desiderato questo giorno e quanto ho fatto per renderlo possibile. Finalmente, dopo 30 anni di cure e di lavoro, ho potuto vederlo, e nella pienezza della mia gioia devo manifestare i miei sentimenti a voi, che siete la mia corona e avete sempre condiviso tutte le mie pene e le mie gioie" (cf. Lettere X, 284-285). Le parole del Fondatore rivelano non solo la sua gioia per il glorioso evento, ma anche l'affetto per i suoi missionari, ai quali si riferisce come "la sua corona".

Oggi, 99 anni dopo, siamo in trepidante attesa della canonizzazione del Fondatore, che avrà luogo il 20 ottobre 2024, egli che considerava la beatificazione dello zio come una profonda consolazione del suo cuore. Ogni missionario e missionaria della Consolata si sente come si sentì il Fondatore dopo quel grande evento. La sua celebrazione dell’evento della beatificazione di padre Cafasso era un'espressione del suo desiderio di vederlo canonizzato. Naturalmente, il Fondatore sapeva che ciò sarebbe stato impossibile durante la sua vita. Per questo parlava della beatificazione come di una consolazione. Era un passo che confermava tutto quello che aveva detto per anni: che padre Cafasso era un modello di santità.

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Zio e Nipote: San Giuseppe Cafasso e il Beato Giuseppe Allamano

Per noi, ancor prima della sua canonizzazione, la notizia dell'approvazione del miracolo che avrebbe portato alla sua canonizzazione era già un grande evento. Ecco perché senza dubbio ci sentiamo consolati già prima dell'evento.

Nella epistola di san Giovanni leggiamo: "Amati, noi siamo già figli di Dio. Ma ciò che saremo in futuro non è ancora stato rivelato. Sappiamo bene, però, che quando apparirà, saremo simili a lui perché lo vedremo come realmente è” (1 Gv 3,2).

Dobbiamo vivere la nostra vita cristiana come partecipi del banchetto celeste dell'Agnello. In altre parole, la nostra vita non deve essere una felicità rimandata. Anche se aspettiamo il compimento del regno di Dio nei cieli, la nostra vita dovrebbe riflettere la gioia di coloro che stanno già godendo di essere figli e figlie di Dio. È questo che intendeva il nostro Fondatore quando diceva: "Insegnate alle persone una religione che, oltre a promettere il paradiso, renda felice la loro vita in questo mondo". Il Fondatore stesso viveva questa massima. La santità era la sua seconda natura.

Le parole di padre Allamano su quanto ha fatto per vedere realizzata la beatificazione dello zio, riflettono lo sforzo che molti missionari hanno fatto in tutto ciò che è stato compiuto nel processo di canonizzazione. Come padre Allamano desiderava vedere la beatificazione di suo zio Cafasso, anche noi desideriamo vederlo canonizzato. Come lui, abbiamo pregato, meditato e anche condiviso la sua spiritualità con altre persone nelle missioni. Nel nostro sforzo di farlo conoscere e di far sì che il nostro carisma continui a plasmare la vita dei figli di Dio, abbiamo incorporato i missionari laici della Consolata come parte della più grande famiglia della Consolata. Tutto questo è una rappresentazione della nostra convinzione della sua santità, così come lui era convinto della santità di padre Cafasso.

Come padre Allamano ha emulato la vita santa dello zio, noi suoi figli e figlie abbiamo un motivo in più per emulare la sua vita santa. Qui prendono vita le parole che padre Gottardo Pasqualetti scrisse il 29 gennaio 1993. Tre anni dopo la beatificazione del Fondatore, avvenuta nel 1990, il postulatore di allora padre Pasqualetti scriveva: "Non basta la beatificazione del Fondatore. È necessario che le sue intuizioni evangeliche, le sue parole e il suo esempio di santità guidino la crescita nella vita spirituale e nel dinamismo missionario". Queste parole devono galvanizzare il nostro proposito di camminare negli atteggiamenti di santità del padre Allamano. Le attività molto coinvolgenti che stiamo allestendo in preparazione al giorno della canonizzazione non devono terminare con la canonizzazione. Dovrebbero essere uno stimolo ad imitare le sue intuizioni spirituali che dimostrano un modo particolare di seguire nostro Signore Gesù Cristo.

* Padre Jonah M. Makau, IMC, frequenta il corso in Cause dei Santi, a Roma.

Ultima modifica il Sabato, 13 Luglio 2024 17:09

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