Mons Giorgio Marengo in questi giorni ha visitato papa Francesco e la congregazione per il dialogo interreligioso in compagnia dei suoi unici due sacerdoti diocesani che si impegnano ad animare una chiesa composta per il momento da 1400 battezzati. Con lui una delegazione di Monaci buddisti (l'abate e il suo collaboratore) di un importante e storico monastero di Dashchoiliin in Ulaanbaatar.
In un dialogo con i Missionari della Consolata di Casa Generalizia ha descritto in questo modo la sua chiesa: "siamo un gruppo di evangelizzatori fin dal principio eterogeneo: 64 missionari (22 sacerdoti, 35 religiose, 3 fratelli consacrati e 1 vescovo) e apparteniamo a 24 nazionalità diverse". poi aveva aggiunto: "le conversioni di massa, una chiesa in rapida ascesa come quella che vediamo nell’Africa, in Asia non è pensabile e forse neanche adeguata alla realtà. La nostra è più prossima alla chiesa degli Atti degli Apostoli, dove le famiglie si convertivano e in qualche modo si conoscevano tutti ed erano tutti fratelli. Noi in Mongolia ci conosciamo tutti".
OGGI PAPA FRANCESCO LO HA NOMINATO CARDINALE... forse per ricordarci uno stile di essere chiesa missionaria che si incarna bene in quella minuscola realtà ecclesiale che sta mettendo le prime radici in Mongolia ma della quale cominciamo a vedere qualche frutto.