«Papa Francesco a Lesbo e la pietà in azione»

Published in Notizie

«Venendo a Lesbo la prossima settimana il Papa ci indica la strada: portare concretamente la misericordia agli altri». Padre John Luke Gregory, frate della Custodia di Terra Santa, dal 2004 svolge il suo ministero nelle isole greche di Rodi e Kos, a poche decine di chilometri da Lesbo. Isole che, come Lesbo, nell’ultimo anno sono state investite dall’emergenza dei profughi siriani, assistendo impotenti ai naufragi nel mare Egeo. Proprio per ricordare al mondo questa tragedia, Papa Francesco sarà a Lesbo sabato 16 aprile, assieme al patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo, e all’arcivescovo ortodosso di Atene e di tutta la Grecia, Hieronimus II.

«Io lo dico sempre ai miei parrocchiani – continua fra Luke –: quello che ci dice il Papa è di mettere la pietà… in azione. È troppo facile dire solo Kyrie Eleyson, Signore pietà».

Padre Luke, com’è la situazione delle isole di Rodi e Kos, oggi?
Da un paio di mesi a questa parte, arrivano molti meno profughi. Perché tutti coloro che la guardia costiera intercetta in mare vengono portati in altre due isole, Kastellorizo (minuscola isola greca con l’aeroporto, attaccata alla costa turca ad Est di Rodi - ndr) e Leros (a Nord di Rodi, sempre vicino alla costa turca – ndr). Sia a Rodi sia a Kos non ci saranno oggi più di 50 profughi, ma in compenso la loro condizione è peggiorata.

Come mai?
Da una parte per il viaggio: i profughi - nonostante sappiano dell’accordo tra Europa e Turchia per cui rischiano seriamente di essere riportati in Turchia – cercano comunque di raggiungere le isole greche. Per non essere presi dalla guardia costiera viaggiano di notte e, se arrivano alle isole, non approdano al porto ma sulla costa, di nascosto. Negli ultimi mesi il mare è stato molto mosso. E gli scafisti, per convincere i profughi a partire comunque, hanno abbassato il prezzo del trasporto da mille a 800 dollari.

Cosa succede se riescono a sbarcare?
Si nascondono. Tanto che, per aiutarli, dobbiamo prendere l’automobile e andarli a cercare. Se poi vengono presi dalla polizia, vengono trasferiti a Kastellorizo e Leros, le isole di cui parlavo prima. Presto però anche a Kos, nel villaggio di Pili, nel centro dell’isola, sarà pronto un centro per i profughi. Una struttura che può tenere 800 persone, provvista di ambulatorio e uffici per la verifica dei documenti. In realtà era stata progettata per l’accoglienza. Dopo l’accordo tra Europa e Turchia è diventata una struttura detentiva, con il filo spinato intorno, da cui non si può uscire.

Cosa succede a quelli che vengono rimandati in Turchia?
Sono molto preoccupato per loro perché nessun sa veramente cosa li aspetta una volta tornati indietro: ci sono strutture d’accoglienza? E di che tipo? E quanto ci rimarranno? Un mese? Cinque mesi? Di più? E poi saranno riportati in Siria? Ma in Siria a fare cosa se hanno abbandonato tutto per venire qui… Verso che futuro stiamo mandando soprattutto i bambini?

Come vivono questa situazione i residenti?
Credo che molti greci nutrano timori per il comparto turistico. L’arrivo dei profughi, infatti, compromette il turismo, che soprattutto a Kos è l’unica risorsa che consente alla popolazione di vivere. La crisi economica si fa sentire: due anni fa avevamo 25 famiglie che venivano al nostro monastero a prendere il pacco alimentare; oggi sono 109, di cui la maggior parte famiglie greche. Aiutare tutti è difficile e voglio lanciare un appello: abbiamo bisogno di generi alimentari a lunga conservazione, riso, lenticchie, biscotti e gallette, tonno, sardine…, ma anche shampoo e dentifrici per la più basilare igiene personale.

 

 

Il Papa si recherà sabato 16 aprile, e non venerdì 15 come inizialmente ipotizzato, nell’isola greca di Lesbo (Lesvos), per mostrare solidarietà ai profughi diretti verso l’Europa.  

 

«Accogliendo gli inviti di Sua Santità Bartolomeo, Patriarca Ecumenico di Costantinopoli e del Presidente della Repubblica di Grecia», ha ufficializzato oggi la sala stampa della Santa Sede, «Sua Santità Francesco si recherà a Lesvos sabato 16 aprile 2016. Nell’isola, il Santo Padre, Sua Santità Bartolomeo e Sua Beatitudine Hieronimus II, Arcivescovo di Atene di tutta la Grecia, incontreranno i profughi lì ospitati».

 

Dice il cardinale Peter Turkson, presidente del dicastero “Giustizia e Pace”:

 

La visita del Santo Padre sull’isola di Lesbo ricorda in un certo senso quella che fece sull’isola di Lampedusa. È un’altra isola che riceve persone costrette a fuggire dalla loro terra. Quindi, la visita sarà di nuovo un tentativo per mettere sullo schermo globale la situazione di queste persone e al tempo stesso le sue cause, per interpellare il mondo e la coscienza globale, chiamandola a fare qualcosa per evitare tutto questo. C’è una situazione di violenza, ora in questo caso da parte dell'Is, ma prima ancora con la guerra in Siria. È necessario invece che ci sia la pace, una pace che non deve essere soltanto il frutto della diplomazia ma che si basi in gran parte sull’amicizia, l’amore e la fraternità che si possono mostrare nei riguardi di queste persone.

– Questa visita di Papa Francesco sull’isola di Lesbo è anche per vincere quell’indifferenza che tante volte il Papa denuncia. Certe guerre, a volte, si ricordano solo quando bussano alla porta di casa nostra…

– Sì, l’indifferenza. Ma forse la domanda da porsi riguarda le cause di questa indifferenza! Ossia, perché questa indifferenza? La Grecia non può certamente essere indifferente, perché è il Paese dove ora si trovano queste persone. Ma le misure attuate dell’Europa... dare una grande somma di denaro alla Turchia affinché quest’ultima fermi l’arrivo di queste persone – non so – servono l’interesse di chi? Forse l’Europa ora sarà un po’ più tranquilla, ma quanto tempo durerà questa tranquillità? Perché se queste persone non riescono ad arrivare via mare, potranno trovare altre maniere. Per giungere ad una soluzione di lungo termine, invece, dobbiamo fare tutto quello che possiamo per creare una situazione di pace in questa zona. Sembra che l’Is sia potente, ma in realtà è sempre sostenuto dai soldi, ha accesso ancora al denaro, alle armi, ecc. Queste cose vengono sempre importate, comprate… Perché non chiudiamo tutto questo? Perché non poniamo fine all’interesse per comprare il petrolio ad un prezzo basso? Ci vuole un po’ di impegno, che poi è anche sacrificio. Credo che in questa visita a Lesbo tutte le telecamere del mondo seguiranno il Papa. E l’obiettivo non dovrebbe essere soltanto quello di riprendere le persone che soffrono, ma di farci pensare un po’ a quale potrebbe essere una soluzione a lungo termine, valida per porre fine a questa situazione.

– Il tema dell’incontro odierno è: “Ecologia Integrale”. Quindi non solo l’ecologia della Casa comune, ma anche l’ecologia umana: vediamo come queste due cose siano molto legate...

– La Casa comune non riguarda soltanto l’ambiente naturale, ma anche l’ambiente, come il termine usato da Papa Benedetto, “dell’essere umano”. Quindi l’ecologia integrale ci invita a riconoscere che non si può promuovere un aspetto della vita sul pianeta, trascurando l’altro. Il desiderio è invece quello di poter tenere tutto insieme. In questo senso, si può parlare anche di un’ecologia culturale e sociale, come ha fatto Papa Benedetto. Si invita l’essere umano a capire e a riconoscere che il successo della vita umana sulla terra si raggiunge attraverso tantissimi elementi.

Fonte: terrasanta.net

 

 

Gli ultimi articoli

Missionari laici della Consolata in Venezuela

16-07-2024 Missione Oggi

Missionari laici della Consolata in Venezuela

Prima di tutto vogliamo essere grati a Dio, alla Chiesa e ai Missionari della Consolata; la gratitudine è la nostra...

Mozambico. Non è mediatica, ma è una guerra

16-07-2024 Notizie

Mozambico. Non è mediatica, ma è una guerra

Una regione del Paese africano alla mercé della guerriglia islamista C’era ottimismo a Maputo, la capitale mozambicana. La guerriglia a Cabo...

Giustizia Riparativa e la “pedagogia allamana”

15-07-2024 Missione Oggi

Giustizia Riparativa e la “pedagogia allamana”

La Corte di Giustizia dello Stato del Paraná (Brasile) ha tenuto dal 3 al 5 luglio l'incontro sulla Giustizia Riparativa...

Perù: prima assemblea dei popoli nativi

14-07-2024 Missione Oggi

Perù: prima assemblea dei popoli nativi

I rappresentanti dei popoli nativi dell'Amazzonia peruviana, insieme ai missionari, si sono riuniti nella Prima Assemblea dei Popoli Nativi, che...

Padre James Lengarin festeggia 25 anni di sacerdozio

13-07-2024 Notizie

Padre James Lengarin festeggia 25 anni di sacerdozio

La comunità di Casa Generalizia a Roma festeggerà, il 18 luglio 2024, il 25° anniversario di ordinazione sacerdotale di padre...

Nei panni di Padre Giuseppe Allamano

13-07-2024 Allamano sarà Santo

Nei panni di Padre Giuseppe Allamano

L'11 maggio 1925 padre Giuseppe Allamano scrisse una lettera ai suoi missionari che erano sparsi in diverse missioni. A quel...

Un pellegrinaggio nel cuore del Beato Giuseppe Allamano

11-07-2024 Allamano sarà Santo

Un pellegrinaggio nel cuore del Beato Giuseppe Allamano

In una edizione speciale interamente dedicata alla figura di Giuseppe Allamano, la rivista “Dimensión Misionera” curata della Regione Colombia, esplora...

XV Domenica del TO / B - “Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due"

10-07-2024 Domenica Missionaria

XV Domenica del TO / B - “Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due"

Am 7, 12-15; Sal 84; Ef 1, 3-14; Mc 6, 7-13 La prima Lettura e il Vangelo sottolineano che la chiamata...

"Camminatori di consolazione e di speranza"

10-07-2024 I missionari dicono

"Camminatori di consolazione e di speranza"

I missionari della Consolata che operano in Venezuela si sono radunati per la loro IX Conferenza con il motto "Camminatori...

onlus

onlus

consolata news 2

 

Contatto

  • Viale Mura Aurelie, 11-13, Roma, Italia
  • +39 06 393 821