Quando la Thailandia era divisa ancora in molti regni, in uno di questi, che si estendeva per una regione montuosa molto bella, viveva un re molto saggio e rispettato.
Un giorno dovette partire dalla capitale per raggiungere una città molto lontana e perciò partì con la sua veloce piroga. Durante le ore più calde del pomeriggio, seduto comodamente sui suoi cuscini di seta ricamata d’oro e intorno a sé tutti i suoi ministri e appartenenti della corte iniziò ad appisolarsi. Nello stesso momento, un rematore di nome Phi Lo iniziò a lamentarsi con i suoi compagni: «Guardate che vita comoda che fanno i nostri passeggeri….sono lì che oziano da quando siamo partiti: ora potrebbero darci il cambio e remare almeno per un po’. Dopo tutto sono uguali a noi!». Il re, fingendo di dormire, ascoltava questi discorsi.
Dopo qualche ora il capitano della piroga diede ordine di accostare a riva e permise a tutti i rematori di riposare. La giornata era stata particolarmente calda. Ma subito si alzarono dei strani rumori dal bosco lì vicino e il re fece chiamare il rematore che prima si era lamentato e gli ordinò di andare a vedere cosa fosse l’origine di quei versi. Al suo ritorno il rematore comunicò al re che erano dei gattini. Ma il re chiese: «Quanti sono?». E rematore non sapendo dare risposta, tornò di nuovo nel boschetto. Tornò e disse al re che erano sei. Ma il re volle sapere che colore fossero. Ancora una volta il rematore dovette tornare nel boschetto per scoprire meglio il loro colore. Al ritorno riferì che erano rossi, neri e bianchi. «Devono essere proprio belli», disse il re, «ma sono tutti maschi o ci sono anche femmine?» continuò incuriosito. Phi Lo, affaticato tornò a guardare. «Quattro maschi e due femmine», disse, tornato al cospetto del re. I compagni del rematore intanto osservavano incuriositi la scena, senza capire il motivo dell’apparente strana curiosità. Notata questa curiosità, il re svegliò uno dei suoi ministri e gli chiese di andare a vedere cosa fossero questi versi nella boscaglia. Anche il ministro tornò e rispose che erano quatto piccoli gatti maschi e due femmine nati da poco. Il re chiese: «Di che colore sono?». «Uno è rosso, tre sono neri e gli altri bianchi».
Allora il re si rivolse ancora al barcaiolo e gli disse: «quando ti chiesi di andare a vedere il motivo di questo rumore tu sei dovuto andare quattro volte nel bosco. Il ministro invece è andato una volta sola, ma ha visto tutta la situazione chiaramente. Ecco perché lui è un ministro perché è furbo e acuto nell’osservare: non ha perso tempo nell’andare avanti e indietro al boschetto e perciò adesso ha tutto il tempo per riposare!».