“La nostra gioia è che ogni volta che proponiamo qualcosa andiamo uniti, insieme, mano nella mano. È una soddisfazione come Persone ed è ciò che ci caratterizza e ci tiene in piedi. Il nostro sogno è raggiungere tutti gli obiettivi insieme ”. (Nancy González, popolo Huarpe)
Si celebra in Argentina dal 19 al 25 aprile la Settimana dei Popoli Indigeni come occasione per riflettere su una nuova società multietnica e multiculturale in cui i popoli originari d'America avranno molto da offrire.
Come stabilito dalla stessa costituzione nazionale l'autodeterminazione, il diritto all'identità e il dialogo sono le strade che portano al riconoscimento del diverso. Un mondo egemonico che esclude ed emargina ciò che è diverso è il declino e la negazione di una società. Siamo diversi, questa è la natura della vita, non c'è verità più esatta della diversità. Questa settimana proclamiamo la rivoluzione solidale per il rispetto dell’altro! Oggi i Popoli Indigeni esigono il giusto rispetto por i loro territori e i loro diritti!
Il rispetto del diverso implica l'accettazione dell’altro come soggetto di diritto. Anche la Madre Terra con la diversità delle sue acque, degli animali e della vegetazione, proclama che la natura è diversa, che la vita è eterogenea, che la sua devastazione è il simbolo della negazione della dignità umana.
Per questo denunciamo e accompagniamo il dolore che ancora vivono a causa dello sgombero delle loro Comunità e del disprezzo delle loro culture e la loro vita.
Oggi, in cui viviamo un periodo di siccità molto forte non vogliamo che vengano saccheggiate o contaminate le risorse idriche così necessarie ed essenziale per la vita umana e per la vita naturale. Desideriamo rimanere nei nostri territori, difenderli, continuare a combattere, mettendo il nostro corpo e la nostra voce, per quello che significano per noi, per aver scelto di vivere qui, sull'Altopiano, in questi territori. (Mabel Lienqueo, Popolo Mapuche-Tehuelche).
Riguardo al motto “Territorio, grido di giustizia”, condividiamo tutti questo pensiero e gridiamo perché vogliamo cambiare le cose negative. Anche le nostre montagne, distrutte nel silenzio, invocano la loro libertà. Verrà un tempo in cui la natura stessa renderà giustizia, non sarà curata né apprezzata. Ammiro la forza di quelle voci che gridano e chiedono il bene di tutti. (Bruno Vega, città di Wichi)