Nel tempo della pandemia di Covid-19, la Chiesa in India ha raggiunto e assistito almeno 11 milioni di persone, poveri e vulnerabili, nel periodo di blocco e confinamento iniziato il 25 marzo e ancora in corso in alcune speciali "zone di contenimento". Lo riferisce un rapporto della Conferenza episcopale dell'India che, citando dati diffusi dalla Caritas India, rileva come i cristiani indiani hanno risposto con grande generosità e impegno rispetto alla loro presenza e consistenza numerica, ovvero il 2,5% della popolazione nel paese. Come appreso dall'Agenzia Fides, il bilancio dell'opera della comunità cristiana è stato discusso ed elaborato in un recente vertice con la partecipazione del Cardinale Oswald Gracias, Presidente della Conferenza episcopale, e dell'Arcivescovo Sebastian Kallupura, presidente della Caritas India, accanto ai presidenti dei Consigli episcopali regionali e ai direttori del forum di sviluppo sociale di tutta l'India. Nel summit si è rimarcato che il 95,2% dei migranti ha perso il lavoro e i mezzi di sussistenza, come conferma una indagine condotta dalla Caritas India in 18 stati dei più colpiti dalla pandemia, tra i queli Uttar Pradesh, Bihar, Jharkhand, Odisha, Madhya Pradesh, Telangana, Chhattisgarh, Bengala occidentale, Maharashtra e Assam.