Fra le tante scene potenti dei giorni nella terra di Abramo, il Papa ha ben chiaro qual è l’emblema del viaggio in Iraq: la mamma di Qaraqosh che perdona gli assassini di suo figlio, i tagliagole dell’Isis. «Mi sono commosso», rivela Francesco nell’intervista sull’aereo che da Baghdad lo riporta a Roma. Il Pontefice dice che non immaginava così inquietanti «le rovine di Mosul: è da non credere» ciò che può fare «la crudeltà umana». È stanco, Papa Bergoglio, più del solito, come lui stesso ammette. Ma è sollevato perché «in questi mesi mi sentivo imprigionato, andare in Iraq è stato come rivivere». Il rischio Covid nella visita in Medio Oriente? Ha chiesto a Dio «di occuparsi della gente». Lancia un monito per i profughi di tutto il pianeta: «Il mondo non ha ancora preso coscienza che migrare è un diritto umano». Un appello nell’8 marzo: «Dobbiamo lottare per la dignità delle donne, sono coloro che portano avanti la storia». E annuncia che a settembre andrà in Ungheria.