Le drammatiche condizioni delle popolazioni indigene dell’Amazzonia, regione duramente provata dalla pandemia come ha ricordato oggi il Papa dopo il Regina Coeli, hanno acceso un nuovo campanello d’allarme sulla sorte di questo vasto territorio che si estende entro i confini di 9 paesi dell’America del Sud
Gli unici dati attendibili sulla diffusione della pandemia tra le popolazioni indigene dell’Amazzonia, provengono dai monitoraggi avviati dalla Rete ecclesiale panamazzonica (Repam) e dal Coica, l’organismo di coordinamento delle popolazioni indigene. Si parla di almeno 7449 morti e di quasi 156 mila contagi. Ma sono cifre da considerare per difetto se si tiene conto delle difficoltà di comunicazione in un’area così vasta e impervia. "Tanti - ha detto oggi Papa Francescodopo il Regina Caeli - sono i contagiati e i defunti, anche tra i popoli indigeni, particolarmente vulnerabili". Il virus - proveniente dalle principali città - ha già colpito almeno 60 gruppi etnici che vivono ai margini della foresta amazzonica e sta penetrando sempre più in profondità. Una delle aree amazzoniche che destano maggiori preoccupazioni è quella della cosiddetta Triple Frontera, là dove lungo il corso del Rio delle Amazzoni, si confondono i confini di tre Paesi: Brasile, Perù e Colombia.