La vita donata, la vita che chiede vita.

La diocesi di Senigallia rende omaggio a padre Matteo Pettinari, IMC, a quasi due mesi dalla sua morte improvvisa mentre percorreva le sue strade africane, mai stanco di esserci per la sua gente. La Messa celebrata nella Piazza Garibaldi, il 14 giugno 2024, è stata presieduta dal vescovo di Senigallia, mons. Francesco Manenti e partecipata da un gruppo di missionari della Consolata.

“Amare sempre, amare comunque, amare per primi, amare fino a dare tutto, amare fin quando fa male, amare fin quando non si capisce perché si deve amare o perché si è chiamati ancora a riscommettere sul dono di sé…”. Scriveva il missionario della Consolata in una lettera all’inizio della sua vita missionaria. Una dichiarazione d’amore senza condizioni, il suo ‘programma pastorale’, le coordinate di una esistenza donata in mille modi. E che troppo presto si è trasformata nel suo testamento spirituale. Fa male, tanto, ma è così.

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Immagini, voci e preghiere hanno fatto vivere in tantissime persone – presenti in piazza Garibaldi o collegati sul web dei media diocesani– tutta la bellezza di padre Matteo. E forse anche l’inadeguatezza delle nostre tiepide comunità di fronte a tanta radicalità evangelica. Parole e desideri di fede messi a dura prova da un’inconcepile tragedia che toglie da questo mondo un figlio, amico, pastore di rara qualità. Si alternano voci per ricordare il suo volto, il suo impegno, la granitica volontà di avere lo stesso sguardo di Dio su ogni sua creatura.

Video della messa di suffragio | Piazza Garibaldi a Senigallia. (La Voce Misena / Radio Duomo - Diocesi Senigallia)

Il sorriso e l’indignazione, la sete di infinito e i sandali consumati per strada. Nulla di profondamente umano era estraneo alla vita di Matteo. E questo ci scuote nel profondo, perché ci porta al cuore della vita, del nostro darci da fare, della stessa Chiesa. Alle nostre latitudini, come nella sua Africa, nelle giornate colorate di entusiasmi, come in quelle appesantite da incoerenze e fatiche. 

Partiva da qui per essere missionario e ci sentivamo più poveri. Si intuiva da subito il suo passo, pregustavamo la gioia di avere tra noi un prete fatto così. Lui, o meglio, loro (quello con la maiuscola a cui Matteo aveva detto sì) avevano però altri programmi. E pian piano ci siamo abituati a pensarlo in giro per il mondo, la sua grande ed entusiasmante casa bisognosa di annunci di Speranza vissuta. Quella mancanza, nel tempo, si trasformava sempre di più in presenza, la partenza in tanti ritorni. Quelli di chi ha avuto voglia di condividere con Matteo un po’ della sua terra africana; ritorni di parole, immagini e condivisioni, frutto di una generosità ‘mediatica’ che faceva sentire tutti e ognuno speciale. I ritorni di progetti da sostenere e incoraggiare. I rari ritorni a casa che scatenavano riflessioni ed esperienze di forte intensità.

Padre Matteo Pettinari, Missionario instancabile (Video: IMC Costa d’Avorio)

Adesso, nel vuoto che c’è e che va attraversato, c’è da recuperare questa altra partenza. Attingere con forza alla imperscrutabile logica della Resurrezione che fa vivere nonostante la morte, anzi, ‘grazie’ alla morte. Adesso c’è da avere ancora più fede e Matteo, ancora una volta, si fa esigente. Adesso ci chiede la sua stessa radicalità.

Nella solitudine di questo suo viaggio di sola andata, nel silenzio di una splendida cappellina che accoglie le sue spoglie, più eloquente che mai. Nella fatica di questo inatteso abbandono della sua famiglia e della sua comunità ivoriana. Come allora, lo avremmo voluto ancora con noi. Come allora, vogliamo credere che saprà sorprenderci ancora, accanto al suo Amato. Ritornerà anche stavolta Matteo, chiede ‘solo’ di avere altri occhi; troverà il modo di risorgere, giorno dopo giorno, accanto a Colui che non ci lascia soli, mai, ‘fino alla fine del mondo’.

* Laura Mandolin, Giornale della diocesi di Senigallia. Originalmente pubblicato in: www.vocemisena.it

Padre Matteo Pettinari: una Piazza d'oro a Dianra Village (Video: IMC Costa d’Avorio)

La comunità sarà sempre composta dai vivi e dai defunti, e questo legame non si scioglierà più, nemmeno in cielo (Beato Allamano).

Con la consolazione che viene dalla fede, si sono svolti i funerali del nostro caro padre Matteo Pettinari, missionario della Consolata ed ex superiore delegato della Costa d’Avorio, mancato il 18 aprile in un grave incidente stradale. I funerali hanno avuto luogo giovedì 23 e venerdì 24 maggio 2024 a Dianra Village nella regione di Béré.

Lunedì, 20 maggio è arrivata una delegazione italiana composta da 15 persone. Tra i membri della sua famiglia, il papà Pietro Pettinari, il fratello Marco e la sorella Francesca, nonché zii e cugini, amici e rappresentanti del clero della sua diocesi di origine, Senigallia (Marche-Italia).

Martedì, 21 maggio è stata una giornata di presentazione ai familiari e amici degli ultimi giorni di missione di Padre Matteo e all'immediata preparazione dei funerali. Una giornata vissuta nella consolazione e nella preghiera di intercessione, che ha permesso a tutti di vivere questo momento con occhi risorti e gesti di riconoscenza e raccoglimento, nella fede.

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I funerali nella parrocchia di San Giuseppe Mukasa di Dianra Village

Mercoledì, 22 maggio, la delegazione italiana accompagnata dai missionari della Consolata e da tre rappresentanti delle parrocchie di Saint Paul de Dianra e Saint Joseph Mukasa di Dianra Village si è recata a Katiola per una veglia di preghiera, seguita da una messa, con la partecipazione del vescovo di Katiola, Mons. Honoré Beugré Dakpa e Mons. Alain Clément Amiesz, vescovo di Odienné.

Alla celebrazione, hanno partecipato anche membri del clero di Katiola e d’Odienné, rappresentanti dell'URSSCI (Unione dei religiosi che lavorano nell’ambito sanitario e sociale in Costa d'Avorio) di cui padre Matteo era vicepresidente, e una delegazione del Consiglio dei Superiori Maggiori della Costa d'Avorio (CSMCI) assieme a numerosi cristiani e religiose, provenienti dai quattro angoli del paese. Presenti anche i responsabili del CUAMM (medici per l'Africa), una ONG di cui Matteo ha aiutato ad avviare la presenza nel paese.

La mattina di giovedì 23 maggio, la salma è stata accolta nell'obitorio cattolico Ivoire Repos di Katiola per la preghiera finale di addio, in presenza dei due vescovi sopra menzionati e di una folla numerosa. Successivamente, il lungo corteo funebre ha lasciato Katiola per raggiungere Dianra.

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Il corteo si è fermato sul luogo dell'incidente per una speciale e commovente preghiera, guidata da Mons. Amiezi in ricordo di Padre Matteo. Nella parrocchia di San Paolo di Dianra, alle 17,00 la salma è stata accolta con affetto e participazione da una folla di abitanti del villaggio, dapprima nella strada e poi nella chiesa parrocchiale. A seguire, la preghiera dei vespri dell'ufficio dei defunti, guidata dal clero diocesano di Odienné. Alle 21,00 il corteo funebre si è spostato a Dianra Village per la veglia notturna presso la parrocchia di San Giuseppe Mukasa, dove padre Matteo è stato il primo parroco per 12 anni. Molti cristiani e non cristiani hanno assistito fino all'alba ad una serie di preghiere, testimonianze e danze attorno alle spoglie dell’“instancabile missionario”.

La giornata di venerdì 24 maggio è iniziata con la preghiera di Lodi dell'Ufficio dei defunti e, subito dopo, con la celebrazione eucaristica di requiem, presieduta dal Vescovo di Odiennè Mons. Alain Clément con la partecipazione di molti i sacerdoti della diocesi, il superiore e i missionari della Consolata che hanno collaborato con padre Matteo in Costa d’Avorio; accanto a sacerdoti e amici provenienti da Abidjan, Korhogo, Bouaké, Yamoussoukro, Man, Mankono e Burkina Faso.

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 I familiari di padre Matteo presenti al funerale

L'omelia è stata tenuta da padre Ariel Tosoni, missionario della Consolata, confratello e amico di padre Matteo. Hanno partecipato, inoltre, le autorità civili, religiose e locali di Dianra e Dianra Village, gli operatori sanitari del Centro Sanitario Giuseppe Allamano di Dianra Village, di cui padre Matteo era amministratore, nonché il personale del Distretto sanitario di Dianra. La Chiesa e il sagrato parrocchiale erano gremiti di persone, oltre tremila, cristiani e catecumeni, ma anche animisti e musulmani, che hanno avuto la grazia di incontrare e collaborare con Padre Matteo nel loro cammino sin dal suo arrivo nel paese senofu il 17 dicembre 2011. La celebrazione è stata seguita online dall’Italia da oltre 2500 persone

In profonda e rispettosa partecipazione, i funerali si sono conclusi con l’inumazione di padre Matteo in una sepoltura che riprende la cultura senofu, trasfigurata dalla gloria della risurrezione. Lo spazio evoca la Piazza d’oro della Gerusalemme celeste, luogo di preghiera e di comunione tra cielo e terra, ideato e realizzato da Daniela Giuliani, amica e vergine consacrata della diocesi di Senigallia, tra la chiesa parrocchiale e la grotta di Nostra Signora della Consolata. Padre Matteo amava profondamente questo luogo di pace e lui stesso più volte aveva espresso il desiderio che fosse il luogo del suo ultimo riposo.

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Padre Matteo amava questo luogo di pace e lui stesso più volte aveva espresso il desiderio che fosse il luogo del suo ultimo riposo. Foto: Daniela Giuliani

Non appena si era diffusa la notizia della sua scomparsa, innumerevoli sono state le testimonianze che ci sono pervenute: missionario instancabile, uomo di Dio, padre dell'ascolto, amico profondo, padre che conduce a Dio, sacerdote della consolazione, uomo di preghiera, mistico dell'amore di Dio, figlio di Maria Consolata, silenzioso promotore della giustizia, uomo consacrato, sacerdote santo, vero missionario del Padre… Soltanto alcune delle designazioni che ci mostrano come una vita donata a Dio per la missione può toccare il cuore di coloro che sono assetati di salvezza.

Padre Matteo ha lasciato ai missionari della Consolata una fervida testimonianza di consacrazione religiosa e missionaria con uno stile particolare improntato alla santità di vita, alla celebrazione della misericordia di Dio, ad un'instancabile pastorale missionaria ad gentes e ad un'attiva opera di consolazione del popolo sénofu, che amava tanto, nel rispetto di una fraternità costruita con sincerità. Il suo notevole sforzo di incarnare il Vangelo nella semplicità della quotidianità e nel dialogo della vita si è tradotto nella conoscenza della lingua locale, nel primo annuncio ai non cristiani, nella celebrazione dei sacramenti e nell'ascolto cordiale e disinteressato.

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La missione e la gente di Dianra Village hanno perso un pastore che si è lasciato bruciare dalla missione che è Dio, secondo le parole di Papa Francesco: un missionario che “mediante opere e gesti nella vita quotidiana degli altri, accorcia le distanze, si abbassa finoall’umiliazione se è necessario, e assume la vita umana, toccando la carne sofferente di Cristo nel popolo. Gli evangelizzatori hanno così “odore di pecore” e queste ascoltano la loro voce” (Evangelii Gaudium, 24).

Ci auguriamo che la sua vita continui a sfidare la nostra grande famiglia missionaria della Consolata gridando ancora più forte che la giustizia evangelica e la missione a favore dei più abbandonati e vulnerabili sarà sempre un impegno, personale e comunitario, santo e consacrato, consapevole e radicale, modellato unicamente dall’amore al vangelo della Vita

Servizio di TV Ecclesia sui funerali (la TV cattolica della Costa d'Avorio) in francese

Messa del funerale di padre Matteo (dal minuto 5:52)

* Padre Ariel Tosoni, IMC, è missionario in Costa d’Avorio.

 

Il nuovo Consiglio è stato scelto per il biennio 2024-2025 a seguito dell’improvvisa scomparsa, giovedì 18 aprile, dell'ex superiore della delegazione padre Matteo Pettinari.

Questo martedì 14 maggio 2024, festa di San Mattia apostolo, nella comunità IMC di San Pedro, sede della Delegazione, durante la celebrazione eucaristica del mattino, i nuovi membri del consiglio della delegazione  dei missionari della Consolata in Costa d'Avorio, composto dal nuovo Superiore padre Celestino Marandu , il vice Superiore padre Giovanni Battista Odunga hanno prestato il giuramento di fede e fedeltà alla Chiesa e all’Istituto mentre il nuovo Consigliere padre Ariel Tosoni ha prestato giuramento come nuovo consigliere.

Nella prima lettura dal libro degli Atti degli Apostoli leggiamo: «e tirarono la sorte tra loro e la sorte cadde su Mattia, che fu quindi associato mediante voto agli undici Apostoli» (Atti 1, 24-26).

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 Padre Celestino Marandu, Superiore della Delegazione IMC in Costa d'Avorio.

Affidiamo i membri del consiglio della delegazione alla protezione di San Mattia apostolo perché possano diventare: “insieme ai noi, testimone della sua risurrezione”  (At 1, 21-22). Come ben scritto da San Giovanni Crisostomo nel suo commento degli Atti, il versetto citato «indica che dovevano aver vissuto con lui e non essere stati semplici discepoli».

* Padre Ariel Tosoni, è missionario in Costa d’Avorio.

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In occasione del mese missionario straordinario di 2019 Battezzati e inviati, padre Matteo Pettinari racconta la sua esperienza nell’ambito del dialogo interreligioso nella missione ad gentes in Costa d’Avorio. Una testimonianza profonda di una scelta missionaria che si traduce nel suo impegno quotidiano per vivere il Vangelo della vita. 

Nella missione di Dianra, diceva padre Matteo, «più che di dialogo, ci piace parlare di fraternità interreligiosa, una fraternità che si fa conversazione sulla vita e intorno alla vita... che si fa servizio della vita. E questo in vari ambiti, ed ecco che questa è la ragione per cui ci piace dar voce ad alcune di queste persone con le quali, in vari ambiti in cui lavoriamo, portiamo avanti questo servizio».

In questo dare voce alla fraternità che si fa conversazione, padre Matteo presenta dei testimoni incarnati in diversi servizi a partire della vicinanza e la globalità di una missione, quella di Dianra, che si fa consolazione. Promozione della donna, salute, ambito educativo sono alcune delle realtà in cui padre Matteo ha dato un volto concreto alla missione ad gentes nel nord della Costa d’Avorio.

Ecco il link per vedere l’integralità del reportage.

* Padre Ariel Tosoni, è missionario in Costa d’Avorio.

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Durante il rinnovo dei voti (24 aprile 2023) nella casa di formazione di Abidjan, Costa d’Avorio, padre Matteo Pettinari aveva condiviso queste parole durante l’omelia, da cui emerge che la vocazione missionaria della nostra famiglia IMC si intreccia con la fedeltà al Vangelo, come vero ed unico orizzonte.

«Era il 24 aprile dell'anno 1900 quando l'Allamano depose sull'altare la lettera in cui chiedeva al vescovo l'approvazione della nostra famiglia missionaria. Quel giorno era la festa di San Fedele da Sigmaringen, il primo martire della giovane Congregazione di Propaganda Fide. Un cappuccino che l'Allamano aveva voluto fosse ricordato anche nelle nostre Costituzioni, dove veniva definito come “speciale protettore” della nostra famiglia missionaria. Perché ? Perché era rimasto fedele alla sua vocazione missionaria fino al dono della vita.

E oggi l'Istituto vuole che ricordiamo i missionari martiri che, con il loro sangue, hanno testimoniato la loro fedeltà a Cristo e alla missione. E allora quale giorno migliore per festeggiare il rinnovo della professione religiosa ? Consacrati da Dio per la missione ad gentes: questa è la nostra vocazione!

Vedi qui il video dell'omelia di padre Matteo Pettinari il 24 aprile 2023.

 

Se andiamo ai testi liturgici di questo giorno, vediamo che Stefano, pieno di grazia e di potenza, della grazia e della potenza di Dio, tra il popolo compiva prodighi e segni luminosi (cf. Atti 6, 8). La missione di Stefano si svolge tra la gente.

Nel numero 73 delle nostre Costituzioni, alle quali tra poco farete la promessa di conformare la vostra vita, si legge: «Vogliamo essere presenti in modo semplice e fraterno alle persone con cui lavoriamo, attraverso contatti personali e attenzione ai loro problemi e bisogni concreti; per questo la conoscenza delle lingue locali è essenziale». Voglia Dio concedere che i segni luminosi che realizziamo tra la gente siano quelli di parlare la lingua della gente e vivere la vita semplice e fraterna della gente.

Vedete, siamo qui per voi, il Consiglio della Delegazione è arrivato per questo giorno da tre angoli della Costa d'Avorio e anche l’animatore è qui per voi. Preghiamo, affinché possiate impregnarvi di questo spirito della nostra famiglia missionaria, del nostro carisma e viverlo.+

Questi amici della diaspora, è da loro che viene la persecuzione a causa della gelosia. Nel cuore di questa persecuzione, nel cuore di questa gelosia che si era scatenata contro di lui e lo aveva ucciso, Stefano era rimasto come “un angelo” (cf. Atti 6, 15). Tutto questo non toccava, però, il cuore della sua vita, della sua vocazione, ma rimase deciso ad annunciare il Vangelo di Cristo, fino alla fine.

La nostra preghiera, il nostro augurio è che non troviate mai scuse intorno a voi per giustificare ciò che non è dentro di voi. Cercate Gesù a motivo di Gesù. Preghiamo affinché la vostra professione religiosa sia una ricerca quotidiana di Gesù Cristo, per amore di Gesù Cristo: tutto per il Vangelo, tutto per il Vangelo! La vostra vita, la vostra consacrazione, la vostra donazione alla missione sia ogni giorno, sempre e ovunque per il Vangelo!»

* Padre Ariel Tosoni, è missionario nella Costa d’Avorio.

Leggi anche:

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