Maria di Nazareth,
lì mi piace ricordarti,
nella vita di tutti i giorni,
nel lavoro e nella cura,
nella casa e nella famiglia.

Maria dalla Galilea,
dalla regione degli emarginati,
dove ebreo e pagano vivono fianco a fianco,
dove l'immigrato trova posto,
dove la periferia diventa centro.

Maria di Cana,
nella piazza del villaggio,
hai condiviso la gioia della festa,
e ti sei impegnata nella dignità e nella gioia del popolo,
fiduciosa nella missione di tuo figlio,
luce per coloro che cercano consolazione.

Maria del Magnificat,
esulta di gioia,
perché Dio libera il suo popolo,
perché solleva i poveri dalla spazzatura
e abbatte i potenti dai troni,
perché disperde i superbi ed esalta gli umili,
perché i ricchi li congeda a mani vuote
e ricolma i poveri di beni...

Maria del sì,
obbediente, disponibile,
contemplativa di Dio e dell'umanità,
impegnata nel progetto di Dio,
impegnata nell'anelito dell'umanità,
abbracciando tuo figlio nella gioia e sulla croce,
asciugando il suo sangue
nella mangiatoia e ai piedi della croce.

Maria, della stanza superiore,
orante, fiduciosa,
sostenendo la fede degli apostoli,
aiutandoli a liberarsi dal dolore della colpa,
aspettando con loro la grazia della comprensione,
aspettando con loro lo Spirito Santo,
aspettando con loro il Risorto.

Maria Consolata,
desiderosa di offrire consolazione.
Tu mostri la strada con il tuo sì,
mostri la via con il tuo ascolto,
il tuo impegno e condividendo la missione
Ci mostri il cammino invitandoci
a fare “ciò che lui vi dirà”.

Maria, Madre e Maestra,
Fondatrice di famiglie missionarie,
tenerezza, dolcezza, modello di fraternità,
fonte di speranza e di consolazione.
Donna forte, che dai forza a tuo figlio e alla sua Chiesa.

Maria, donna di pace,
senza frontiere, senza esclusioni,
con preferenza per gli ultimi, per i vulnerabili,
trasformatrice dell'ambiente,
impegnata nello sviluppo sostenibile,
terra fertile, nel seno della madre terra,
implicata in processi di giustizia
e che ristabilisce la pace.

Maria, mistero di Amore e di Vita,
di riconciliazione e di incontro,
mirabile incontro tra umanità e divinità.

Maria.

Buona festa della Consolata !

* Padre Andrés García, IMC, missionario in Venezuela.

Messaggio del Superiore Generale, padre James Bhola Lengarin

“Tutti abbiamo gioito, il 23 maggio scorso, alla notizia del riconoscimento del miracolo attribuito al nostro amato Padre Fondatore”, dice il Padre Generale all’inizio del suo messaggio inviato a tutti i missionari, missionarie e laici della Consolata, parenti, amici e benefattori in occasione della Festa della S. V. Consolata, il 20 giugno.

Padre James Lengarin, IMC, prosegue sottolineando che questa “gioia e soddisfazione erano evidenti anche sul volto di coloro che, con tenacia, costanza e umiltà, hanno lavorato instancabilmente, spesso nel nascondimento, in questi ultimi anni per portare avanti le varie tappe del processo di canonizzazione”.

“Un ringraziamento del tutto speciale – dice il Padre Generale - va comunque alla nostra Madre Consolata che, attraverso il Beato Giuseppe Allamano, ha fondato la Famiglia della Consolata”.

Messaggio del Superiore Generale (Video realizzato da Fr. Adolphe Mulengezi)

Partendo del miracolo ricevuto da Sorino Yanomami attraverso l’intercessione del Beato Allamano, il messaggio del Padre Generale, offre una riflessione sul miracolo di Cana di Galilea e sul ruolo da ‘protagonista’ di Maria, convincente nei confronti di suo Figlio e coinvolgente con i servi del banchetto nuziale”.

La riflessione applica il brano del banchetto di Cana (Giovanni 2,3-11) alla nostra vita di consacrati e alle diverse realtà della nostra missione nel mondo.

“Come Maria intercede per gli sposi dicendo a Gesù: ‘Non hanno Vino’, anche la nostra missione è chiamata a declinarsi come intercessione per l’umanità soprattutto per tutti coloro che soffrono per la “mancanza” di beni primari, di pace e di giustizia”.

Il Messaggio conclude ricordando che “la missione si vive nella tensione tra questi due polarità: ‘Non hanno più vino’ ... ‘Fate tutto quello che vi dirà’. Dalla costatazione di una mancanza all’essere inviati da Gesù ad annunciare il Vangelo che riempie la vita di senso, di pace, gioia e consolazione. Come Maria, l’importante è fidarci di Lui. Cercare di ‘fare sempre quello che ci dirà’ soprattutto nei momenti di difficoltà, perché la missione è sua e non nostra!! (cfr. 1 Cor 3,9)”.

Auguriamoci una Buona Festa della Consolata anche motivati da questa riflessione del Superiore Generale che pubblichiamo integralmente.

* Segretariato Generale per la Comunicazione - SGC

Il 20 giugno è la festa della Consolata ed è la festa patronale dei Missionari e Missionarie della Consolata. È importante notare che la festa patronale è una celebrazione solenne dedicata a un santo patrono; viene celebrata in una data specifica dell'anno; ed è una occasione per ringraziare per il bene che abbiamo ricevuto da Dio per mezzo dell’intercessione del patrono.

Per i Missionari della Consolata, quindi, il 20 giugno di ogni anno è una data molto importante che abbiamo ricevuto in eredità dal Beato Giuseppe Allamano che era un fervente devoto della Consolata. Per il Beato Giuseppe Allamano, la festa della Consolata significa quanto segue:

La nostra festa

"Nostra" è un aggettivo possessivo che mostra chiaramente la stretta relazione tra i missionari e questa festa. Dice Giuseppe Allamano: "se celebriamo con intensità di amore tutte le feste della Madonna, quanto più questa che è la “nostra” festa, nostra cioè in modo tutto particolare (Così vi voglio, N. 159); la Madonna Consolata è La Consolata è in modo speciale nostra e noi dobbiamo gloriarci di avere una tale Patrona, essere santamente superbi che il nostro Istituto si intitoli «della Consolata». (Così vi voglio, N. 158).

Festa della Madre e Fondatrice delle Missionarie della Consolata

Normalmente la madre è colei che dà la vita; indica ai figli la strada da seguire e –succede così in molte culture e società– porta il pane alla casa e le dà un calore speciale.

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In innumerevoli occasioni il Beato Giuseppe Allamano si è riferito alla Consolata come alla Madre dei missionari. Li chiamava gli occhi della Consolata e la sua opera viva: “non è infatti la SS. Vergine, sotto questo titolo, la nostra Madre e non siamo noi i suoi figli e le sue figlie? Sì, nostra Madre tenerissima, che ci ama come pupilla degli occhi suoi, che ideò il nostro Istituto (…) ed è sempre pronta a tutte le nostre necessità. La vera Fondatrice è la Madonna” (Così vi voglio, 157). La celebrazione della festa della Consolata è quindi un'occasione appropriata per onorare la Madre e Fondatrice degli Istituti missionari fondati dal Beato Giuseppe Allamano.

Cosa c'è di speciale nella festa della Consolata del 2024?

Esagereremmo se dicessimo che la festa della Consolata di quest'anno ha più valore di quelle celebrate negli anni precedenti. Tuttavia, questa festa ha qualcosa di speciale per i seguenti eventi:

La festa che celebriamo in attesa della canonizzazione di Giuseppe Allamano.

Quest'anno 2024 i Missionari e le Missionarie della Consolata celebrano la loro festa in attesa della canonizzazione del Beato Giuseppe Allamano. Dopo l'annuncio della Santa Sede del miracolo della guarigione dell'indigeno Sorino Yanomami, attribuito al Beato Giuseppe Allamano, non resta che attendere l'annuncio del Santo Padre sulla data della canonizzazione. Questa festa della Consolata del 2024 sarà diversa perché potrebbe essere l'ultima che celebreremo riferendoci a Giuseppe Allamano come Beato.

La festa che celebriamo nel quadro dell'anno di preghiera

Papa Francesco ha dichiarato il 2024 come “anno della preghiera” in preparazione al Giubileo del 2025. Il motivo dell'anno di preghiera è "vivere bene questo evento di grazia e sperimentare la forza della speranza" (Papa Francesco). Da quando abbiamo ricevuto la notizia dell'approvazione del miracolo, è probabile che la sua canonizzazione avvenga nell'ambito dell'anno di preghiera.

È interessante ricordare che Giuseppe Allamano è stato un maestro e un esempio di preghiera; spesso esortava i missionari sull'importanza della preghiera, sia nella loro vita personale che nell'apostolato missionario: "“ogni nostra azione, spirituale o materiale, incominci da Dio e termini in Dio. Questo è lo spirito che deve accompagnarci ogni giorno e tutti i giorni; così la nostra vita sarà veramente tutta del Signore” (Così vi voglio, N. 175). È una grazia di Dio che l'annuncio dell'approvazione del miracolo e forse la canonizzazione avvengano nello stesso anno di preghiera.

Conclusione

Nostra Signora Consolata è colei che identifica l'opera evangelizzatrice dei Missionari e delle Missionarie in tutto il mondo. La celebrazione della festa della Consolata è un'occasione per ringraziare il Signore per il dono del Beato Giuseppe Allamano alla Chiesa universale e la sua appassionata devozione alla Consolata è l'eredità che i missionari hanno ricevuto da lui per trasmetterla ad altri nelle missioni.

* Padre Lawrence Ssimbwa, IMC, parroco di San Martin de Porres a Buenaventura, Colombia.

Come meglio allora ringraziare il Signore per la Sua bontà?

Arrivate in Etiopia nel marzo del 1924, le Suore Missionarie della Consolata si sono riunite questa domenica, 16 giugno, in Addis Abeba per la Festa della Consolata e ringraziare il Signore per il centenario della loro presenza in questo Paese dell'Africa orientale.

La Congregazione fu fondata il 29 gennaio 1910 dal Beato Giuseppe Allamano (che sarà dichiarato Santo), dopo essersi accorto che le comunità di cristiani crescevano nelle missioni, e che i sacerdoti e i fratelli da soli non potevano provvedere ai bisogni delle donne e dei bambini. L’Allamano condivise questa preoccupazione con il Papa Pio X durante una sua visita in Vaticano, e da questa condivisione nacque la Congregazione delle Suore Missionarie della Consolata.

Il fatto di celebrare questo evento in Etiopia è anche una benedizione in più. Quando il Beato Giuseppe Allamano fondò i Missionari della Consolata, aveva in mente l’allora chiamato popolo “Galla” (espressione non più usata in quanto ritenuta offensiva oggi giorno) dell'Etiopia. Dopo aver letto il racconto di Abuna Massaia, (Card. Guglielmo Massaia), e dei suoi 35 anni di apostolato in Etiopia, l’Allamano rimase colpito dalla risposta alla fede di quel popolo. Le Missionarie e i Missionari della Consolata continuano nel presente a mantenere vivo il desiderio e il sogno del Beato fondatore.

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Leggi anche: Etiopia, da mercanti a “promotori di sviluppo”

In preparazione alla celebrazione del centenario, si è organizzata l'animazione missionaria nelle varie missioni in cui le Suore Missionarie hanno evangelizzato, ed è stata organizzata una novena con diversi argomenti sulla Madonna della Consolata; colei che volontariamente e liberamente diede il suo “SI” alla volontà del Padre. Lei, che nonostante le tante sofferenze e ostacoli, non ha mai disobbedito alla volontà del Padre, e continuava ad andare sempre avanti senza mai fermarsi. Maria, che ci ha incoraggiato e ci incoraggia a fare qualunque cosa “Lui” ci chieda, continua ad avere un ruolo fondamentale nella storia della salvezza.

Sua Eminenza il Card. Berhaeyesus Demerew, Arcivescovo Metropolita di Addis Abeba, che ha presieduto la celebrazione Eucaristica della Festa della Consolata, nell’introduzione, si è congratulato con le suore Missionarie della Consolata per i loro 100 anni di servizio in Etiopia e di dedizione alla Chiesa. Il cardinale si è anche congratulato per l’approvazione del miracolo che porterà presto alla proclamazione della santità del Beato Giuseppe Allamano. Nella sua omelia, Abba Tesfaye, sacerdote del vicariato di Meki, ha insistito sul ringraziamento per i 100 anni di presenza, in quanto opera di Dio.

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Nel messaggio inviato da Suor Lucia Bartolomasi, Madre Generale delle suore Missionarie della Consolata, la Madre ha riconosciuto lo sforzo fatto dalle prime suore Missionarie della Consola per arrivare in Etiopia (sr. Virginia, sr. Victoria, sr. Bierilla, sr. Carmela, sr. Tetra e sr. Junita). Queste suore si sono immerse nella realtà del paese apprendendo la lingua e la cultura della gente, così come richiedeva il Beato Giuseppe Allamano. In tutta semplicità hanno offerto l'amore di Dio e la compassione per ogni persona.

La Madre Generale ha condiviso la gioia di tutte le Missionarie della Consolata, e la gratitudine a Dio per il Suo accompagnamento della missione in Etiopia. Ha espresso inoltre il suo apprezzamento per tutte le persone che hanno camminato con le Missionarie della Consolata fino a raggiungere i 100 anni con gioie e sfide, ed arricchendo la vita dell'Istituto. Ha invitato il popolo di Dio ad unirsi alle Missionarie della Consolata nella celebrazione, ricordando anche il padre fondatore, il Beato Giuseppe Allamano, che si spera presto venga dichiarato santo, colui che amò l'Etiopia in modo speciale. Infine, ha incoraggiato tutte le Missionarie che lavorano in Etiopia a rimanere forti nel servire il popolo di Dio in questa grande missione, inviando a tutte la sua benedizione e gli auguri per il centenario.

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In Etiopia, le Suore Missionarie della Consolata sono state impegnate nell'opera di consolazione nelle missioni di: Ghimbi, Billo, Anderacha, Umbi, Magi, Komto, Melka Oda, Guder, Cianna, Gimma, Bonga, Gambo, Shambu, Addis Abeba. Presenza di amore e consolazione. Attualmente le suore Missionarie della Consolata sono attivamente coinvolte nelle attività pastorali dell'arcidiocesi di Addis Abeba.

La colorata celebrazione presieduta dal cardinale accompagnato dal nunzio, da due vescovi, e da diversi sacerdoti, è culminata in una processione mariana, a cui fece seguito un pasto condiviso fraternamente, come una grande famiglia della Consolata e del Beato Giuseppe Allamano.

* Padre Nyangiya Edgar, IMC, missionario in Etiopia.

Stiamo vivendo la novena della Consolata in un clima molto speciale, quest’anno: dopo aver ricevuto la splendida notizia del decreto che riconosce il miracolo attribuito all’intercessione del Beato Giuseppe Allamano, siamo in attesa della comunicazione, da parte di Papa Francesco, della data della canonizzazione del nostro caro Padre Fondatore. Un tempo lieto di attesa, che vogliamo vivere, come Famiglia, riunita attorno a Lui.

Le due Direzioni generali IMC e MC, riunitesi a Roma il 12 giugno, hanno pensato di proporre alla Famiglia Consolata - padri, fratelli, suore, laici e laiche - un PERCORSO SPIRITUALE che ci prepari a questo evento così significativo, da vivere proprio come sempre è piaciuto a Padre Fondatore: ascoltando un Padre che ama i suoi figli e figlie, seduti attorno a Lui, sentendolo vicino e presente nelle nostre vite e nei cammini della missione.

Ogni 16 del mese, da giugno fino alla canonizzazione, vi proponiamo quindi una piccola riflessione sul Fondatore, che speriamo possa aiutare a entrare in dialogo con Lui, sia nella preghiera personale che in spazi di condivisione e preghiera comunitaria.

Che Padre Fondatore continui a benedire ciascuno, ciascuna, insieme a nostra Madre, Maria Consolata.

* Madre Lucia Bortolomasi, MC, Superiora Generale e Padre James Bhola Lengarin, IMC, Superiore Generale

Percorso spirituale 16 giugno 2024: Il Fondatore e la “sua Consolata”

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