Il diario di un gesuita ad Aleppo: Il miracolo della fede è più forte di guerra e distruzione

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Un “Diario della crisi” di Aleppo, raccontato da un sacerdote gesuita che descrive le difficoltà della popolazione fra mancanza di acqua, violenze e bombardamenti, e la fede incrollabile dei cristiani della città. Che, fra devastazioni e morti, riescono comunque a scorgere segnali di speranza, “miracoli” che sono più forti della guerra e dei morti. Il racconto è del sacerdote gesuita p. Sami Hallak, ed è giunto grazie alla collaborazione del confratello p. Bimal Kerketta, il quale ricorda che “la Siria vive in modo speciale il periodo di Quaresima”. 

Presentando il diario quotidiano del missionario gesuita, p. Bimal riferisce che “la situazione in Siria peggiora di giorno in giorno”. Egli aggiunge che, dopo “la distruzione di Homs”, in cui è morto anche un padre gesuita, ora “sembra giunta l’ora di Aleppo”. In città operano due sacerdoti per conto del Jesuit Refugee Service (Jrs), p. Sami Hallak e p. Ghassan. Essi mettono a rischio la loro vita “al servizio dell’umanità”, mentre le milizie dello Stato islamico “si fanno sempre più vicine”. “Ad Aleppo vivono ancora oggi - conclude - oltre mezzo milione di persone - mentre le strade sono chiuse e uno rischia in ogni momento di essere ucciso”.

Ecco, di seguito, il “Diario della crisi” da Aleppo raccontato dal sacerdote gesuita indiano per AsiaNews: 

22 gennaio 2016

Il morale della popolazione è molto basso. In città manca l’acqua, e si parla di una interruzione che durerà a lungo. Daesh, i miliziani dello Stato islamico che controllano la diga che rifornisce di acqua la città di Aleppo, hanno interrotto la fornitura per ragioni che al momento non conosciamo. Per la gente disperata, questo è un motivo in più per lasciare la città e, partendo, prendere la direzione verso Occidente. È risaputo che sempre più famiglie se ne vanno in Canada. Nel nostro centro dei gesuiti abbiamo una grande vasca d’acqua, della capacità di 22mila litri, ma vi è al contempo un grande consumo. Calcolando anche i membri del Jesuit Refugees Service (Jrs), il numero di quelli che lavorano nella nostra residenza (gli uffici si trovano al secondo piano) supera i 20. Le riserve possono garantire acqua per 12 giorni. Come gli altri, sono preoccupato per la situazione. 

27 gennaio 2016

Sempre con questa storia dei bombardamenti pesanti! Questa volta sono caduti di fronte alla chiesa di San Michele, alle 11 del mattino. Abbiamo una finestra rotta, due o tre pannelli in vetro sono andati in frantumi. Il rumore è stato tremendo. Manca ancora l’acqua. La disperazione della gente è tale che, alla messa domenicale, ho dovuto dire nell’omelia che l’acqua tornerà entro una settimana: una affermazione di fede e di speranza. Questa ha un buon effetto sulle persone, mentre altri hanno dichiarato - come me, senza alcuna prova - che l’acqua sarà tagliata per molto, molto tempo. Da mesi incoraggio le persone a mantenere una visione positiva e fare pensieri che siano fonte di incoraggiamento. Questo è il solo modo che ci resta per sopravvivere. Da ieri girano voci che l’acqua tornerà domenica… Inshallah! 

Ogni giorno porto 50 litri di acqua presso il nostro complesso scolastico, per offrire bevande calde (tè, caffè o altre tisane calde) agli studenti. Ci riforniamo di acqua non potabile da un pozzo della zona, ma qualcuno cerca di raggirarci di tanto in tanto quando la compriamo (l’acqua potrebbe provenire anche da una zona molto inquinata). 

Da tre giorni è iniziata la grande battaglia di Aleppo. L’esercito governativo attacca e il rumore delle armi è udibile per tutta la notte, sino alle prime ore del mattino. Non ci serve una sveglia, perché sogniamo fra un colpo e l’altro. 

In risposta, gli ordigni cadono nei quartieri sotto il controllo del regime. Una bomba è caduta nei pressi della chiesa francescana (la chiesa di San Bonaventura, conosciuta come Ram Church). La grande statua della Vergine Maria di questa chiesa è andata distrutta. Questo è un brutto segno per la gente. La casa della mia famiglia è proprio di fronte al luogo di culto, ma non mi preoccupo, per tre-quarti è già andata distrutta a causa delle esplosioni nell’area sette mesi fa e sono rimaste solo due stanze. La porta di una di queste è andata distrutta nell’esplosione. Ho chiesto a uno dei vicini di andarsene perché la sua casa era stata demolita. Dovrebbe distribuire o vendere le poche cose che le sono rimaste della casa, perché potrebbe succedere di tutto in futuro. Per quanto mi riguarda, uso ripetere spesso questa frase: “Vanità delle vanità, tutto è vanità”. Una esperienza mistica della guerra. 

14 febbraio 2016

Dalle scuole in Siria abbiamo imparato che il petrolio è l’oro nero, il cotone l’oro bianco. Oggi scopriamo che l’acqua è l’oro senza colore. Come l’oro va trattato come fa l’orafo, lo stesso si può dire per l’acqua, che manca da oltre un mese nella città. Le persone sono costrette a comprarla a prezzi altissimi; una spesa che si va ad aggiungere all’elettricità e che costringe moltissimi a trascorrere la notte al buio, perché non possono sostenere entrambe le spese: acqua ed elettricità, e per questo scelgono ciò che è più necessario. 

A parte l’acqua da bere, che si può usare una volta sola, ogni goccia di acqua viene riutilizzata due o tre volte. Se uno fa il bagno, mette l’acqua calda in un secchio e quella che viene usata per il bagno viene quindi raccolta con cura al termine dello stesso in un recipiente. Ogni goccia di acqua che esce dal corpo viene raccolta con sforzo enorme, perché venga poi riutilizzata per la pulizia (secondo utilizzo). Quando la si usa nella lavatrice, essa contiene dei detersivi e altri additivi e per questo viene raccolta in recipienti e usata per altri tipi di pulizie domestiche (ad esempio pulire il pavimento). A quel punto, l’acqua sudicia rimasta viene riutilizzata per i servizi igienici (terzo uso). In questo modo, si possono risparmiare acqua e detersivi in un momento in cui il loro costo è elevato, perché è necessario comprare cose che, in un altro momento, non sarebbero servite. 

Il nostro contenitore da 20mila litri è quasi vuoto… Per tre giorni abbiamo cercato altre scorte per rifornirci, ma bisogna aspettare il proprio turno, la lista di attesa - come potere immaginare - è lunga. Attraverso i legami con altre associazioni, p. Ghassan è riuscito a recuperare un serbatoio ieri. Si tratta di 15mila litri di acqua; un quantitativo enorme. Possiamo riuscire a far fronte ai fabbisogno mensili, inshallah… Intanto voci parlano di un ritorno entro un mese dell’acqua.
Aneddoto: oggi è il giorno di San Valentino. Lo slogan: “Ti amo anche se puzzi”. Il regalo più gettonato è una lattina rossa… riempita con acqua. 

15 febbraio 2015

Giorno nero: i combattimenti sono intensi e le rappresaglie pure. Le bombe cadono ovunque, ma i cristiani non sembrano un obiettivo sensibile e per questo gli ordigni non cadono nelle loro aree. Per loro, al momento i morti restano numeri. Ma quando le bombe hanno colpito quartieri cristiani, le cifre si sono trasformate in persone. L’altro giorno, tre persone sono morte e ieri altre sei. Un clima di paura si è impossessato degli abitanti cristiani. Essi sono rimasti in città, perché non avevano i mezzi per partire. Per la prima volta, la televisione privata pro-governativa ha trasmesso immagini di donne cristiane sofferenti che si rivolgono al presidente Assad, dicendo di averne abbastanza, di trovare una soluzione. Di solito, i canali filo-governativi e le interviste ufficiali trasmettono cittadini di Aleppo che dicono di accettare le difficoltà e le umiliazioni in nome della resistenza e che i gruppi armati terroristi sono i nemici della nazione. Conosco alcune di queste persone. Essi si lamentano della situazione, ma per andare in tv sono disposte a dire ciò che vogliono i capi dell’emittente. Questo è il fascino esercitato dal piccolo schermo. 

18 febbraio 2016

Manca ancora l’acqua. Circolano voci secondo le quali tornerà in due o tre giorni, le informazioni parlano di acqua nei pozzi del centro città ai livelli minimi ed è già scattato l’allarme. Il fabbisogno è elevato. Due milioni di persone hanno estremo bisogno di acqua. In ogni angolo e via della città si vedono camion che, giorno e notte, trasportano acqua. Il prezzo per litro è fra 1,5 e 2 lire siriane per l’acqua non potabile. La bottiglia di acqua da bere costa 125 lire (ovvero 600 lire per chi ne vuole acquistare una mezza dozzina). 

Tuttavia, i cristiani riescono sempre a trovare segni di speranza. Domenica scorsa, parlavo con un idraulico. MI ha chiesto se avessi visto il miracolo della statua della Vergine rotta dai bombardamenti. “Il miracolo?” ho chiesto, “la statua è rotta!”. “Sì - ha risposto - ma il volto della Vergine e quasi tutto il davanti della statua sono rimasti intatti. Le sue mani unite in preghiera sono appena danneggiate, ecco tutto! Padre, è un miracolo!”. Gli ho risposto: “La tua fede è un miracolo”. “La statua è caduta, si è spezzata e tu riesci a scorgere fra le macerie il segno che il Signore è ancora qui con noi”. Questo uomo mi ha fatto pensare al centurione di fronte a Gesù morente: “Questo è davvero il figlio di Dio”. L’idraulico non è il solo. In molti hanno dimenticato che la statua è caduta e ricordano solo la parte che è rimasta “miracolosamente” intatta, anche se quest’ultima è solo un terzo della struttura originaria. 

 

Fonte: AsiaNews

 

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