“Indagheremo non perché spinti dalla pressione internazionale, ma per senso di responsabilità e dovere”. La mossa dei militari segue le raccomandazioni del presidente di una commissione d’inchiesta voluta da Aung San Suu Kyi. L’ICoE ha pubblicato il suo rapporto finale lo scorso 20 gennaio, in cui denuncia gli omicidi di massa di quasi 900 Rohingya.
L’esercito birmano indagherà ed aprirà procedimenti giudiziari contro i soldati accusati di aver compiuto omicidi di massa, durante le operazioni militari del 2017 contro gli insorti Rohingya nel nord dello Stato di Rakhine. Lo hanno annunciato ieri i vertici del Tatmadaw [le forze armate]. Secondo analisti, la mossa dei militari è una risposta alle raccomandazioni del presidente dell’Unione, Win Myint, e di una commissione d’inchiesta voluta dalla leader democratica Aung San Suu Kyi.
La Commissione indipendente d’inchiesta (ICoE) è stata istituita da “la Signora” nell’agosto 2018, per far luce sulle violenze perpetrate ai danni della minoranza islamica Rohingya. La Commissione ha pubblicato il suo rapporto finale lo scorso 20 gennaio.