Quale bilancio tracciare di quest’anno? E come uscire da una situazione che sembra bloccata? Il Sir lo ha chiesto a una delle voci più ascoltate nel panorama culturale ed ecclesiale venezuelano, padre Luis Ugalde, gesuita, già rettore dell’Università Cattolica Andrés Bello, storico e teologo. “A volte quello che non succede in tanti mesi – dice – accade in pochi giorni”. Insomma, il “cambiamento” più volte invocato anche dai vescovi, potrebbe anche essere dietro l’angolo anche se, stando ai fatti, “ci vuole pazienza”. Ma “la sconfitta del regime è inevitabile
È trascorso circa un anno. Il 23 gennaio 2029 Juan Guaidó, da poche settimane eletto presidente dell’Assemblea nazionale, si autoproclamava presidente ad interim del Venezuela, considerando nulla la vittoria di Nicolás Maduro in occasione delle presidenziali “farsa” che si erano svolte poche settimane prima. Nel giro di qualche ora, Guaidó venne riconosciuto da numerosi Paesi, a cominciare dagli Stati Uniti. Sembrava l’inizio della spallata. Maduro, in effetti, vacillò, sull’onda delle pressioni internazionali e della moltitudine che a più riprese scese in piazza con manifestazioni oceaniche in tutte le principali città del Paese. Ma le cose non sono andate così. L’Esercito non ha abbandonato il presidente chavista. Maduro è ancora in sella, il popolo continua a soffrire la fame e sta sempre peggio. L a cifra di coloro che hanno lasciato il Paese è arrivata a sfiorare i 5 milioni. E lo stesso Guaido ha rischiato di avvitarsi in un lento processo di logoramento, dal quale si è sottratto solo negli...