Dagli anni ’70, il conflitto tra Moro Islamic Liberation Front (Milf) e forze governative ha causato circa 150mila morti e 2 milioni di sfollati. Lo scioglimento del gruppo è il risultato di accordi di pace con Manila. Gli ex ribelli guidano la nuova Regione autonoma di Bangsamoro. Missionario Pime: “La popolazione ora attende progresso e sviluppo”.
Per la popolazione di Mindanao, domani sarà un giorno storico che offrirà una nuova speranza di pace alla tormentata isola meridionale: a Sultan Kudarat, nella provincia di Maguindanao, avrà luogo un’attesa cerimonia presieduta dal presidente filippino Rodrigo Duterte. Essa darà il via al processo di disarmo per 12mila combattenti del Moro Islamic Liberation Front (Milf). Il gruppo ha combattuto una lunga e sanguinosa battaglia per l’autodeterminazione. Dagli anni ’70, il conflitto tra ribelli e forze governative ha causato circa 150mila morti e 2 milioni di sfollati.
I miliziani che a partire da domani torneranno alla vita civile rappresentano circa il 30% dei circa 40mila uomini tra le fila del Bangsamoro Islamic Armed Forces (Biaf), braccio armato del Milf. Lo scioglimento del gruppo è il risultato di accordi di pace con Manila, che ha consegnato agli ex ribelli le redini della nuova Regione autonoma di Bangsamoro nel Mindanao musulmano (Barmm). Il territorio è nato nel gennaio scorso, dopo la ratifica della Bangsamoro organic law (Bol). Al Hajj Murad Ebrahim, leader del Milf, è il chief minister ad interim della Barmm e guida l’organismo che governerà la regione fino all'elezione di un parlamento, nel 2022.