«Cresceva Sempre Più La Mia Stima Versi Il Servo Di Dio»
«Io vidi una sola volta il Servo di Dio a Castelnuovo d'Asti avendo allora io poco più di sei anni, cioè nel 1857. […]. Mia madre nel condurmi a vedere mio zio don Cafasso mi avvertì di baciargli la mano nel presentarmi a lui». (Allamano, Deposizione al processo del Cafasso). Ritornato al paese per le feste della beatificazione nel 1925, indicando un punto della stanza di casa sua, disse: «È qui che ebbi la sua benedizione»
«Fin dalla prima età, al sentir parlare così bene in casa e dai compaesani del Servo di Dio [G. Cafasso] come di un sacerdote modello e caritatevole, lo ammiravo; questa ammirazione aumentò quando, trovandomi all’oratorio salesiano per gli studi ginnasiali, lo udivo proposto come modello da Don Bosco. In seguito, da chierico, per il maggiore contatto con i sacerdoti della diocesi, si accresceva sempre più la mia stima verso il Servo di Dio. Fatto poi sacerdote nel 1873, per l’accresciuta comunicazione con i sacerdoti, massime al convitto, ove andavo per udire le conferenze, appresi a stimarlo ancora di più. […] Da quanto ho detto, non posso negare di avere una certa affezione ed anche venerazione per il Servo di Dio.: Desidero pure la sua Beatificazione per il gran bene che ne verrebbe al Clero principalmente, ed anche ai fedeli tutti, essendo stato egli, a mio parere, modello di ogni virtù sacerdotale e cristiana» (Can. Allamano Giuseppe, Deposizione al processo del Cafasso».