Gruppi che si rifanno allo Stato islamico (SI) hanno diffuso ieri un video pieno di minacce contro i cristiani, mostrando l’esecuzione di circa 28 uomini, presentati come “fedeli” della “Chiesa etiope nemica”. Il filmato, di buona qualità professionale, è molto simile a quello della decapitazione dei 21 cristiani egiziani copti, diffuso nel febbraio scorso.
Nel video si filmano due episodi di esecuzione. Nel primo, 12 uomini, vestiti con la tutta arancione dei condannati a morte, vengono portati su una spiaggia, verso il tramonto, e subiscono la decapitazione con un coltello ad opera di 12 militanti alle loro spalle.
Nell’altra, un gruppo di 16 vengono uccisi con la pistola. Uno dei boia vestito di nero –gli altri sono in tenuta mimetica – brandendo una pistola minaccia i cristiani spingendoli a convertirsi all’islam.
Prima delle esecuzioni, si mostrano anche degli uomini, presentati come cristiani di Siria, i quali dicono che i jihadisti hanno dato loro la scelta o di convertirsi all’islam o di pagare la tassa dei protetti (jizya).
E’ la prima volta che lo SI prende di mira l’Etiopia. Ad Addis Abeba, il ministero della comunicazione ha “condannato con fermezza simili atrocità, che si tratti di etiopi o di altri”. Il governo sta cercando di avere conferme sulla nazionalità degli uccisi.
L’Etiopia è il secondo Paese dell’Africa per popolazione, con più di 90 milioni di abitanti, dei quali due terzi sono cristiani, in maggioranza copti ortodossi.
Molti etiopi si trasferiscono all’estero per lavorare anche in lavori umili, per sostenere le loro famiglie. Molti si sono trasferiti anche in Libia, dove hanno trovato lavoro, o aspettano di imbarcarsi su qualche nave di migranti per giungere in Europa.
Approfittando del caos seguito alla caduta di Muammar Gheddafi, diversi gruppi jihadisti si sono impossessati di parti del territorio libico e ora giurano obbedienza allo SI. Mentre in Libia si combattono due governi rivali e diverse fazioni, essi hanno preso possesso della zona di Sirte, a 450 km a est di Tripoli.
Proprio ieri, l’inviato Onu per la Libia, Bernardino Leon, ha dichiarato che dopo settimane di colloqui fra le fazioni, si è giunti “molto vicini ad un accordo finale” per concludere il conflitto e far nascere un governo nel Paese.
Commentando il video dello SI, egli ha detto: “Sappiamo che i nemici della pace, i nemici dell’accordo saranno molto attivi, e ancora più attivi nei prossimi giorni e settimane”.
29 cristiani etiopi decapitati dall’Is. Card. Sandri: sono martiri
di radiovaticana
Erano migranti che stavano cercando di raggiungere l’Europa i 29 cristiani etiopi uccisi da miliziani del sedicente Stato islamico in Libia. Le drammatiche immagini della loro esecuzione sono mostrate in nuovo raccapricciante video di propaganda jihadista. Sono martiri – ha affermato il prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, cardinale Leonardo Sandri - che hanno testimoniato la loro fede, fino alla morte, senza paura. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Nuovo Video choc
Miliziani mascherati, una fila di prigionieri e poi la decapitazione. E’ la drammatica sequenza del nuovo video diffuso dal sedicente Stato islamico dopo quello, pubblicato a febbraio, che mostrava l’uccisione di 21 egiziani copti. Nel nuovo filmato, oltre ad una serie di immagini di chiese cristiane distrutte, si vede anche un miliziano mascherato mentre legge una dichiarazione in cui afferma che i cristiani devono convertirsi all'Islam o pagare una tassa.
Il cardinale Sandri: 29 martiri
I 29 cristiani etiopi uccisi - sottolinea al microfono di Hélène Destombes il prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, cardinale Leonardo Sandri - sono martiri che hanno testimoniato la loro fede:
“Certamente vorrei rendere omaggio a questi martiri, mettere davanti ai nostri occhi tutta la nostra povertà, la nostra miseria di fronte a fratelli cristiani capaci di testimoniare il nome di Cristo fino alla morte senza paura, nonostante la crudeltà di queste persone che hanno un cuore storto, non sottoposto a Dio. Rendo omaggio a questi martiri, presento le più vive condoglianze e la mia ammirazione per i figli dell’Etiopia che hanno testimoniato così la loro adesione a Cristo fino a dare il sangue per lui”.
Appello per fermare persecuzioni anticristiane
Dal porporato anche un accorato appello alla comunità internazionale:
“Da parte nostra noi seguiamo con la nostra preghiera, con la nostra impotenza, con tutto quello che possiamo fare; piccoli passi, piccoli aiuti per i nostri fratelli cristiani in Siria, in Iraq, in Libia, in Egitto. Ma pensiamo che qui si apre un panorama per il futuro dell’umanità che sarebbe terribile. Quelli che hanno nelle loro mani il potere di decidere la sorte delle nazioni fermino questo avanzamento della crudeltà e della persecuzione dei cristiani e - io direi - della persecuzione dell’uomo, della sua dignità e di quello che sarà il futuro dell’umanità”.
Don Zerai: un dramma nel dramma
L’orrore di questa esecuzione in Libia si aggiunge alle sofferenze di tanti cristiani discriminati e torturati in vari Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente per la loro religione. Così al microfono di Fabio Colagrande, don Mussie Zerai, sacerdote eritreo responsabile dell’Agenzia Habesha, ong impegnata nell’accoglienza dei migranti africani:
"Questo è l’ennesimo dramma nel dramma. Ci preoccupa perché adesso migliaia di persone che sono in Libia possono rischiare di essere sgozzate, così come è avvenuto per queste 29 persone. E questo è veramente angosciante per tutti noi. Soprattutto nella zona di Misurata ci sono stati dei contatti tra gruppi di milizie e quelli dell’Is. Quindi è probabile che siano state vendute queste persone. Sono profughi che arrivano in Libia, sono mercificati come qualsiasi altra merce. Vengono comprati e venduti, per cui non mi meraviglia che anche questi siano stati venduti da alcuni gruppi di trafficanti a delle milizie all’Is".
Fonte: AsiaNews