Politica "tribale", partiti allo sbando,mancanza di una costituzione scritta, Paese profondamente diviso: Mark Stuart, docente di politica e relazioni internazionali all’Università di Nottingham, analizza per il Sir la convulsa fase che sta agitando la Camera dei Comuni e l'attività del governo presieduto da Boris Johnson. Possibile ricorso anticipato alle urne. "Ci stiamo avviando verso una rottura con l’Ue, il 31 ottobre, e sto facendo provviste di cibo preparandomi al peggio".
Mancanza di una legislazione scritta e una politica “profondamente tribale” che fa sì che i due partiti più importanti, laburisti e conservatori, non siano abituati a collaborare: queste sarebbero le ragioni del caos che sta travolgendo il parlamento di Westminster secondo Mark Stuart, docente di politica e relazioni internazionali all’Università di Nottingham. “La Gran Bretagna non è abituata a governi di coalizione nell’interesse nazionale e Brexit sta mettendo in evidenza tutte le divisioni che esistono dentro i partiti e nel Paese”, spiega l’esperto. “La questione-Europa ha sempre generato grosse tensioni nel nostro Paese. Anche nel giugno del 1975, quando la Gran Bretagna decise di entrare, per la prima volta, nel mercato unico, il premier laburista Harold Wilson lasciò i suoi ministri liberi di votare come volevano perché il suo gabinetto era diviso sulla questione. Proprio come è successo con David Cameron – promotore del referendum sul Brexit – nel 2016, quando il 52% dei cittadini britannici hanno scelto il recesso dall’Unione europea”.