Come Presidenza della Conferenza Episcopale della Colombia abbiamo voluto avvicinarci al popolo di Dio che cammina nella giurisdizione di Puerto Leguízamo-Solano per ascoltare pazientemente le comunità e le loro istituzioni. Abbiamo sentito il grido di questi popoli e animato la loro speranza; abbiamo celebrato assieme la nostra fede apprezzando la forza e i simboli della loro cultura ancestrale; abbiamo conosciuto e riconosciuto il volto di una chiesa che, vincendo paura e timori, vive degnamente quest’ora particolarmente impegnativa.
Dopo aver prestato ascolto al discernimento di tutti vogliamo chiedere a chi ha la responsabilità del governo di fare di tutto per frenare le situazioni nelle quali la popolazione deve affrontare minacce, morti violente, o abbandonare il territorio per salvare la vita.
Siamo consapevoli che tutte le forze perverse che si manifestano in questa regione, come conseguenza delle dinamiche delle coltivazioni illecite, attirano la presenza di molteplici attori armati illegali, che hanno creato uno scenario che ha aumentato le condizioni di insicurezza e di mancanza di protezione per gli abitanti della regione.
1. Chiediamo alle autorità governative nazionali di avere una visione più integrale e completa di ciò che si muove in questo territorio, riunendo tutte le forze e le organizzazioni presenti, in modo da poter esplorare soluzioni a breve, medio e lungo termine.
2. Agli attori armati illegali che hanno causato tanta morte e dolore esigiamo il rispetto del sacro dono della vita, che è al di sopra di ogni altro scopo di profitto e guadagno. Ricordiamo loro che in guerra non tutto è valido e che il dramma della guerra non giustifica qualunque atto spietato.
3. Infine, vogliamo ricordare a tutti i cittadini colombiani che la cura del creato, che è la nostra casa comune, non può diventare una realtà se continuiamo a distruggere la vita. Le comunità indigene, contadine e afro-discendenti hanno reso possibile che, nonostante tanta depredazione e tanti abusi frutto di attività minerarie illecite, possiamo ancora contare con una straordinaria diversità biologica e culturale. Il grido dell'Amazzonia ci invita a considerare seriamente una produzione meno aggressiva e inquinante, uno sforzo per una distribuzione più equa dei beni e una cultura del consumo responsabile.
Luis José Rueda Aparicio e Omar Alberto Sánchez Cubillos, presidente e vicepresidente della Conferenza Episcopale della Colombia.