È gradita a Dio una libertà solida e fondata sulla responsabilità
Sir 15, 15-20. L’uomo è libero nel senso che nessuno l’obbliga a dire sì o a dire no. Decide da solo. Se guardiamo la storia ha fatto più danni la sottomissione irresponsabile. Succede ancora l’obbedienza incosciente che provoca rovine incalcolabili.
1Corinzi 2, 6-10. Nel fallimento strepitoso, quando tutti scappano, la Sapienza di Dio attua nella persona di Gesù che si ferma e accompagna e sorregge e fa valere anche chi è rimasto all’ultimo posto senza titoli. Il trionfo si manifesta quando chi era invalido per antonomasia, si alza in piedi e dice: sono bello pure io. .
Matteo 5, 17-37.Il Vangelo secondo Matteo si dirige a dei Giudei che sono diventati cristiani. Spiega il risultato di situarsi rispetto al Giudaismo, e bisogna determinare un rapporto che si rivela come alternativa tra rottura e continuità. Comprendiamo l’enfasi della affermazione: “Io non sono venuto ad abolire ma a compiere”. La Legge antica adesso si compie e si completa in Gesù che ne diventa interprete definitivo.
Per riuscire a gustare i versetti di Matteo proposti per la nostra meditazione, è bene tenere presente il significato del verbo “compiere”. Può essere inteso in due sensi, non intolleranti l’uno dell’altro. Il primo ci è famigliare e vuol dire realizzare, mettere in pratica. L’altro è meno immediato e il modo migliore di abbordarlo è forse fare un giro da San Ireneo e ascoltare la sua interpretazione: ”Il Signore, ci dice, non ha abolito ma ampliato e completato i precetti della Legge”. È proprio di questo che si tratta qui. Gesù non oppone la legge rivelata sul Sinai con il proprio insegnamento, ma amplia e completa le interpretazioni che venivano dispensate in quell’epoca e che erano intese come avviamento alla conformità con i precetti che esigevano di più, la necessità di un comportamento esterno, piuttosto che un sentire interiore. Possiamo capire che c’era bisogno di manifestare pubblicamente l’obbedienza alle norme, per educare all’insieme comunitario e incoraggiare la conformità. Quando viene Gesù ogni credente diventa un chiamato ad essere corpo con lui, ad essere parola con la sua parola, ad essere amore con il suo amore. Siamo chiamati a una conversione di qualità e sostanza come l’acqua che diventa vino a Cana. Non basta più essere obbedienti, diventa indispensabile essere obbedienza, incarnazione nella mia vita della incarnazione avvenuta con Gesù. La legge era una cosa importante per difendere la vita e aiutava anche a rimanere onesti e la gente umile si sentiva in qualche modo protetta. Però la legge non ha mai impedito la trasgressione e provare quello che è proibito per molti diventava una esibizione di coraggio e capacità.
Succede ancora di ascoltare affermazioni di bontà personale: “io non ho mai ucciso, mai rubato, mai fatto male a nessuno..” Non si tratta di non rubare, ma di credere nell’onestà, di scoprire la gioia di condividere i beni della terra con chi ha più bisogno. Non si tratta di non uccidere ma di credere che la vita è fatta di amicizia, di rispetto, di tenerezza, di commozione, di generosità solidale. Gesù non è venuto a portarci una legge più severa ma a liberarci dalla legge per farci liberi di amare più di quello che ordina qualsiasi legge. Ecco perchè Gesù a differenza di Mosè che ci ha dato la legge, ci ha dato la verità e la Grazia per essere capaci di libertà fondata sulla corresponsabilità non la sottomissione.