Gen 3,9-15.20. Il primo uomo dice no a Dio. La conseguenza è catastrofica: sempre peggio, sempre più cattivo. Sembra che solo all’origine l’uomo era buono. Si può tornare indietro?
Ef 1,3-6.11-12. San Paolo ci ricorda che siamo stati destinati a un cambiamento radicale. Non più figli di Adamo ma discendenti di Gesù Cristo per il quale diciamo: Padre e siamo figli di Dio.
Lc 1,26-38. Maria non ha nessun legame con un passato che si chiama Eva: è creatura totalmente nuova. Ha piena libertà da tutti i legami antichi. Può dire di sì a Dio senza chiedere permesso perché non c’è percorso ma assoluta novità. Il peccato è solo nostro: si è accumulato lungo il cammino. Maria è piena di Grazia.
Tutti sappiamo molto bene che il passato ci pesa molto. E la vita cristiana è diventata bella nelle descrizioni e nei requisiti aumentati e ricercati lungo i secoli con riflessioni, meditazioni, studi e esempi di grandi santi. Ma poi lungo il tragitto tanti inciampi e ambiguità modificano il passo e hanno bisogno di coperture. Ma nulla rimane nascosto. Ogni giorno i giornali stracciano i paraventi e dopo ogni enciclica salta fuori una versione di vita ben diversa. E dobbiamo ammettere che ci sono abiti fatti male, ci sono condotte strane, crolli vertiginosi che indicano una tendenza, una tara difficile da correggere e sanare. Diventa come una salute precaria che è conseguenza di genealogie ammalate. Anche nel migliore dei casi esiste poi una sottile cattiveria che ama caricarci di fardelli pesanti. La ragione di chiamare Gesù medico, viene dalla constatazione che siamo ammalati di cattiveria. Gesù ci cura e ci sana, ci libera e ci fa camminare; soprattutto ci toglie il fantasma della genealogia e lui si mette all’inizio. Purtroppo ci accontentiamo di contemplare la cosa meravigliosa. Più adoriamo e preghiamo più ci sentiamo distanti dalla immagine e dalla misura proposta. Chiediamo solo misericordia e perdono ma la imitazione di Cristo rimane lontana. Forse lo sbaglio è proprio volere imitare e non cercare una realizzazione propria. Una volta che siamo perdonati e liberati e incamminati per la strada giusta cosa ci manca per fare cammino camminando, per fare vita vivendo, per fare compagnia cercando l’assieme?
Ci manca di vivere partendo da Gesù che ci lascia andare, ci lascia volare, ci lascia scegliere, ci lascia pensare, volere, amare. Possiamo guardare l’Immacolata. Lei parte da Gesù, il suo Gesù che è in Lei e deve crescere. I Padri della Chiesa l’hanno voluta assieme alla propria teologia e dottrina, perché ricordava l’itinerario cristiano che non è avere la balia fino alla morte e nemmeno aspettare uno che ti dica fai questo, fai quello, in piedi, in ginocchio, seduti e mani giunte.
Nessuno le dice cosa insegnare a Gesù, ma insegna secondo la sua capacità perchè è ‘’piena di Grazia’’; nessuno le indica cosa dire, cosa esigere, come far crescere Gesù, ma lei lo fa tutto partendo da se stessa piena di doni ricevuti non inventati. Certo se non impariamo a scrivere avremo bisogno dello scrivano e se non impariamo a leggere avremo bisogno del lettore e dell’incaricato che ci dica: è bene, è male, è bello, è brutto. Facilmente diciamo: tutto è grazia. Ma poi viviamo di pedagoghi, esperti, ministri, catechisti, accoliti e crociferi. E restiamo sempre al capitolo uno versetto uno.