Facciamo venire qualcosa di buono
Is 2,1-5. Il Profeta annuncia un futuro di pace e armonia a dimensione universale. Futuro vuol dire vita eterna, e rappresenta il nostro vero riferimento e dimensione di lavoro, di impegno, di compito, di missione da fare.
Rm 13,11-14. Con Gesù entriamo nella tappa definitiva della storia. E’ il momento del ‘’kairos’’; il ‘’kronos’’ è finito. Non ha più importanza la durata più o meno lunga di un tempo cronologico, ma il momento tanto atteso, diciamo ‘’la mia ora’’, la mia opportunità, l’occasione tanto aspettata per il mio progetto di vita. E’ finita l’attesa noiosa di un treno che non arrivava mai.
Mt 24,37-44. Vegliare non vuol dire soltanto stare svegli, vuol dire vigilanza, attenzione, capacità di discernimento, accoglienza della volontà di Dio, fortezza nella fede, coraggio, sobrietà di vita. Il ‘’kairos’’ comincia quando si finalizza tutto, si chiude il gioco, ‘’rien va plus’. Posso guardare a un orizzonte che si chiama ‘’parusìa’’, e dire che la venuta di Gesù è anche il mio avvento.
La parola chiave è ‘’preparazione’’. Avvento ci invita a fare un programma di preparazione. Se non mi preparo posso aspettarmi un fallimento in tante cose: nell’amore, nella educazione, nelle relazioni umane, anche nella vita cristiana, nella riconciliazione e nei progetti. Se siamo invitati a camminare con uno stile di vita differente, per un regno nuovo di pace, di vita, di libertà, di grazia, di santità, di giustizia, di comunione totale con Dio e con tutti, quando e come ci prepariamo? Noè costruiva una nave lontano dal mare. I suoi concittadini e amici si burlavano di lui. Nessuno si preoccupò di riflettere e pensarci un momento magari dialogando con lui.
San Paolo dice ai Romani che la libertà fu un regalo di Gesù. Mancando la preparazione previa non sapremo come viverla. Ecco perché la libertà si vive così male con soprusi, con diritti negati, con schiavitù, con oppressioni di ogni genere. Se adesso la vita bisogna viverla in modo differente bisogna prepararsi cercando di conoscere il percorso, il modo, la meta, la compagnia, il tempo e i paraggi. Altrimenti non cambia niente. E così purtroppo succede. Abbiamo titolo ma non vita corrispondente. Come facciamo ad essere seri al riguardo di una vita nuova da realizzare se già ci stanchiamo a cantare, leggere qualche capitolo, partecipare nella Messa, pregare un poco, prepararci ai sacramenti: tutte cose abbastanza leggere. Cosa succederà quando dovremo amare, servire, attendere ammalati pesanti, dare consigli, aiutare nei problemi, superare difficoltà, animare, collaborare, sacrificarci, rinunciare a qualcosa che ci fa comodo, promuovere la uguaglianza, la libertà, la parità, il rispetto, l’onestà ecc.? Per vivere cristianamente ‘’a tempo pieno’’ con fede, speranza carità, basterà un corso accelerato o la buona volontà?
Ogni anno celebriamo l’Avvento collegandolo con l’attesa per la nascita di Gesù a Betlemme. Avvento vuol dire che tutto l’amore di Dio è già qui con me perché io sto con Gesù che è la totale disponibilità divina. La terra senza mali continua ad essere una promessa perché non diamo sufficiente enfasi e forza al fatto che tutto è stato compiuto due mila anni fa. Non siamo un poco in ritardo sui tempi? Avvento è pure un compito che mi impegna a lavorare aiutando il prossimo a trovare il proprio ‘’kairos’’ perché uno si senta realizzato, ottimista, disposto a costruire il regno di Gesù. Per farlo arrivare, invento anche cammini nuovi.