Un re inginocchiato per servire
2 Sam 5,1-3. Israele si unisce con Giudea.
Col 1,12-20. Cristo ha pienezza di titoli: immagine di Dio, punto centrale e costitutivo di tutto il cosmo, ecc…
Lc 23,35-43. Il Regno di Gesù comincia dalla croce, è la croce, il sacrificarsi per gli altri, il dolore condiviso. Ci fa ricordare Mt 25,34-35: “venite benedetti dal Padre mio, prendete possesso del Regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo. Perché avevo fame, avevo sete, ero un estraneo, ero nudo, ammalato, in prigione”.
Dobbiamo riflettere in profondità. Celebriamo la festa di Cristo Re e il Vangelo non mostra nessun Regno. Sarà la croce il Regno? Sarà la condanna a morte la cerimonia di incoronazione? Saranno le spine e le sofferenze crudeli la corona gloriosa? Ma Gesù dice a Pilato che lui è veramente Re. Rivedo i particolari dell’Ultima Cena. Si trattava della nostra storia, della stessa fondazione del Nuovo Testamento, Nuova ed eterna Alleanza tra noi e Dio. E tutto quello che succede sembra smentire quello che si pensava e si aspettava di vedere. Giuda consuma il tradimento, Pietro sta per rinnegare Gesù tre volte. E il resto degli Apostoli quando comincia il pericolo si darà a precipitosa e pronta fuga. Non c’è ancora nessun Regno ma il Re c’è totalmente divino, potente e vittorioso. Non c’è ancora un popolo ma c’è già l’alleanza nuova ed eterna. Tocca a noi redigere la storia vissuta di tutto quanto e scriverla di capitolo in capitolo come testimonianza vera e sincera. Quando celebriamo le feste quello che sappiamo fare è ricordare qualche avvenimento che è successo nel passato. Invece noi discepoli di Gesù celebriamo un progetto al futuro che è stato compiuto da Gesù e di cui noi dobbiamo entrare in possesso. Per questo si chiama Testamento, eredità che deve venire in nostro possesso, che dobbiamo reclamare mostrando i titoli giusti, conforme la volontà di chi ci ha lasciato ogni ben di Dio. Noi cristiani grazie a Gesù possiamo parlare di Regno senza dover specificare di chi, perché è inteso che è di Gesù, di Dio. Se per spiegarci diciamo che c’è un altro Regno, è per differenziare la cosa e subito chiarire che Gesù è un altro Re, ben differente da quelli che ci tocca vedere e riverire. Anzi possiamo a occhi chiusi elencare le caratteristiche del Regno di Gesù e dire che è Regno di verità e vita, di santità e grazia, di giustizia, amore e pace perché sono le caratteristiche di Gesù stesso. Sono segni di identità che non dobbiamo perdere di vista, perché a questo Regno mancano ancora i segni umani che tocca a noi fornire e provvedere.
Una preoccupazione pratica e necessaria è di non sbagliare e rovinare gli aggettivi mettendoci qualche mezza verità, la quota di gestione, qualche piccola crociatina a fin di far vincere la bandiera. E’ già successo che abbiamo confuso chiesa con organizzazione, servitore con primo ministro, gregario del Pastore Gesù, con comandante supremo. La Chiesa non è ancora finita, perché se è sacramento del Regno deve aiutare a trovare i segni giusti, le caratteristiche legittime e conformi con la volontà del fondatore che è Gesù. Perciò deve trovare dei segni che traducano l’essere e l’agire del corpo di Cristo nelle persone che partecipano del Corpo di Cristo, nei popoli e nelle culture del mondo attuale, esistente.