Noi siamo i segni dei Sacramenti che avviano alla Salvezza
Ne 8,2-6.8-10. Leggevano il libro della Legge e la spiegazione proponeva un ascolto inaudito. Neemia dirige la ricostruzione materiale, il Sacerdote Esdra promuove la formazione religiosa e il popolo chiede che la legge diventi norma di vita.
1 Cor 12,12-30. Il corpo umano non è solamente immagine. Paolo vede con chiarezza che con il Battesimo cominciamo a formare il corpo di Cristo. Gesù è tutta l’umanità che torna ad essere obbediente e stabilisce l’assieme comunitario così unanime da essere un vero corpo indissolubilmente unito. Ognuno ha funzione e identità propria ma nessuno attua da solo e isolato.
Lc 1,1-4. 4,14-21. Il sogno era diventare un grande popolo, imbattibile e trionfante. La lettura di Gesù dimostra che bisogna diventare vita, compito, servizio, per iniziare una nuova economia di Grazia, uguaglianza, libertà e misericordia. Noi vinciamo quando nessuno perde. Diventiamo ricchi quando nessuno rimane povero.
Dobbiamo riconoscere che esiste molta considerazione per la Parola di Dio. E’ molto rispettata e non c’è bisogno di insistere perchè sia considerata importante. La gente desidera conoscere la Parola e la legge con amore e speranza. Allo stesso tempo non riusciamo a uscire da una specie di labirinto. Il discorso è difficile ma va fatto. Sembra che il libro della Parola non riesca a portarci da nessuna parte ma rimanga sempre in territorio sacro, dove diventa oggetto di culto, di venerazione, di incenso, di trattamento sommamente speciale ed esclusivo. La Parola è sempre esistita e san Giovanni, capitolo uno e primi versetti, lo dichiara con tutta sicurezza e decisione. La Parola è sempre esistita e sempre ha dato vita a chi la ascoltava. Arrivava all’uomo proprio con immancabile raccomandazione: che imparasse a vivere bene. Gesù è vita e si diede a noi con tutta la sua vita. Capisco allora l’insistenza degli Apostoli a farci capire che con Gesù la Parola è luce e vita. E continua ad essere così quando costruiamo la comunità come corpo di Cristo: vita verità e cammino.
Allora la comunità corpo di Cristo deve diventare anche parola di Cristo: deve parlare, deve insegnare, deve fare miracoli, deve sanare, deve amare, deve perdonare, deve dare vita. Solo in questo modo siamo corpo di Cristo, se trasformiamo in vita il suo Vangelo. Gesù chiuse il libro e disse: adesso si compie. Che bello sarebbe se noi che amiamo tanto la Parola e la leggiamo con immancabile commozione, con tutta sincerità e proposito deciso, concludessimo ogni lettura così: adesso all’opera, questo cominciamo a compierlo subito.
Il Vangelo deve essere vissuto. Conoscere le domande è avere i piedi per terra, sommergersi nella vita di oggi, stare in contatto con le sue gioie e dolori, preoccupazioni e inquietudini. Purtroppo ci prepariamo a dire belle cose, a dare risposte preparate che fanno a meno delle domande. O peggio, senza conoscere la storia di chi fa la domanda. Senza dialogo per renderci conto se quello che pensiamo corrisponde, l’Evangelizzazione diventa palcoscenico dove diamo lezioni magistrali.
Qualcuno arriva a dire che essere cristiano vuol dire fare oggi quello che Gesù ha fatto ieri. Io credo e ne sono convinto che essere cristiano vuol dire fare quello che Gesù vuole che io faccia per quelle persone che vivono, che soffrono, che dubitano, che chiedono aiuto oggi, qui, adesso.