Siamo di Dio per lavorare meglio con l'umanità dappertutto
Mi 5, 1-4. Il Profeta sogna il rinnovamento lasciando dove sono le rovine dei regni. La vera storia? Si scrive partendo dalla Grazia.
Eb 10,5-10. Gesù non presenta offerta e sacrifici come prevedeva la tradizione ma offre se stesso per tutti una volta per sempre.
Lc 1,39-48. Il ''magnificat'' è inno di riconoscimento e gratitudine di chi spera nel Signore facendo valere la presenza della Grazia.
La lettera agli Ebrei spiega che: “Entrando in questo mondo dice Cristo: Non hai accettato olocausti e sacrifici per il peccato. Allora ho detto: vengo o Dio per fare la tua volontà”. “Una volta per sempre” vuol dire che è stato efficace quello che ha fatto Gesù. Se si deve ripetere vuol dire che non è efficace. Allora perchè tutte le celebrazioni e le messe? L’azione liturgica è per far diventare il segno umano di partecipazione sempre perfetto e idoneo per la realtà divina. Il nostro segno umano ancora deve crescere e perfezionarsi. Quindi ha bisogno di provare, migliorare, crescere, fino ad arrivare alla statura di Gesù Cristo. Dobbiamo anche noi formare il corpo che con le sue funzioni, facoltà e capacità riesca a fare la volontà di Dio come esattamente fece Gesù Cristo. Nel Vangelo leggiamo della visita che ha fatto Maria Santissima a sua cugina Elisabetta. Dopo la investitura con l'annunciazione dell'Angelo, comincia l'impegno responsabile: ogni persona dal momento che è consacrata, ha l'impegno di servire, aiutare perchè si possa fare la volontà di Dio. Elisabetta ha una vocazione: preparare il precursore. Il Battista ha una vocazione: ricordare una scadenza di pentimento. Maria si mise al servizio di sua cugina. Allora noi con la fede cristiana e seguendo il percorso del Nuovo Testamento non siamo al servizio di Dio ma dei fratelli. Nell'Antico Testamento credevano che tutto era per il servizio divino: leggi, tempio, sacrifici ecc. Gesù ha abolito chiaramente questa mentalità: solo Lui poteva compiere il servizio di Dio e lo ha fatto realizzando la salvezza dell'uomo. Nel Nuovo Testamento è proclamato e ordinato, di modo che ognuno sia in grado di compiere la volontà di Dio: che arrivi il suo regno, che ci sia pane e perdono, che il male non vinca più. Il culto è per ricevere forza e grazia perchè servire gli altri è impegno duro, difficile, lungo, alienante. Per questo diventa ingiusto lasciare solo, abbandonato senza servizio chi è ammalato terminale, senza nessuna autonomia ecc. La Liturgia esce dal Tempio, entra nella vita e assume il significato vero di lavoro cristiano per il bene di tutti.
Rimaniamo sovente indecisi e perplessi. Facciamo come il Re Acaz: non vogliamo niente da Dio perché in lui non vediamo sollievo, libertà, indipendenza. Ovviamente ci sbagliamo per la formazione limitata e puerile che riceviamo. La società è plagiata dalla cultura: tradizione, usi, rito, codici; e tutto lo chiamiamo realtà. Ma non c’è futuro, solo nostalgia del passato glorioso. Dio vive e lui è il nostro futuro straordinario e inedito. Tutti con la cultura, usi e costumi ci chiudono la porta. Dio la spalanca e ci regala segni prodigiosi e impressionanti perché ci sbalzano in un avvenire senza catene e dipendenze. Quindi quando nella chiesa sbadigliamo per il tedio e la noia, vuol dire che non c’è incontro con Dio; se manca la sorpresa vuol dire che ci incontriamo con le solite manie che per sostenersi hanno bisogno di essere imposte con ricatti affettivi.