At 2,14.36-41
Sal 22
1Pt 2,20b-25
Gv 10,1-10
Nella Prima Lettura vediamo che quanti avevano ascoltato Pietro si sentirono trafiggere il cuore e dicevano: “Che cosa dobbiamo fare fratelli?”. E’ la domanda che ciascuno di noi deve porsi di fronte a questo mondo a volte così violento e lontano da Dio. Il Signore Risorto illumina il nostro cuore, lo riempie di speranza e ci manda per testimoniare ed essere Luce sulla terra. Non è più il momento di perdere tempo, ma bisogna scoprire l’urgenza e l’invito pressante del Signore ad essere Sale della terra. Troppe volte infatti si incontrano cristiani scoraggiati e delusi. Certamente il mistero del male è molto e agisce nella storia degli uomini; penso sia sufficiente guardare un telegiornale o aprire un quotidiano e la sua ampia cronaca nera per renderci conto di tutto questo. Ma il messaggio del Vangelo è un messaggio di Resurrezione, cioè di Vita, di Speranza. Noi siamo chiamati e invitati, nel contesto storico odierno, ad essere un Segno di Riconciliazione. Proprio nella Seconda Lettura di questa Quarta Domenica di Pasqua, l’Apostolo Pietro ci invita a sopportare con pazienza la sofferenza, a seguire le orme di Gesù, che è stato il primo, grande, universale missionario dell’annuncio della misericordia e dell’amore di Dio Padre. Il Vangelo di oggi, con la stupenda Parabola del Buon Pastore o meglio del Pastore Bello e Buono, ci comunica questa meravigliosa notizia del Dio con noi. E’ una Parabola che ci presenta il Pastore e, in filigrana, la persona di Gesù, che chiama le sue pecore una per una. Non siamo una massa anonima e sconosciuta. Dio ci conosce per nome e ci chiama uno ad uno. La nostra vita è una chiamata. Siamo nati per amore e dobbiamo vivere per amare. La stessa Parabola raffigura anche il Pastore bello e buono che cammina davanti alle sue pecore e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Queste parole ci danno la certezza e la gioia che Gesù ci precede, ci indica la strada, è con noi. Dalla meditazione e preghiera e riflessione di questa Parabola del Pastore e delle pecore nasce nel cuore un grande senso di fiducia e di abbandono, un grande senso di speranza e di pacificazione interiore. La prima parola che Gesù Risorto, apparendo agli Apostoli la sera di Pasqua, dice è: “Pace a voi!”. Abbiamo bisogno di questa pace. Siamo missionari della pace di Dio in mezzo alle molte conflittualità, cominciando dalle tensioni ed incomprensioni in famiglia, con i vicini di casa, negli ambienti di lavoro, in tutte le realtà sociali che frequentiamo. Essere missionario di pace significa innanzitutto avere la pace nel cuore, conseguenza di un incontro profondo e autentico con Gesù il Risorto. Ma questo non basta; da qui nasce la nostra opera di costruttori di pace, con partenza dai piccoli incontri e dalle relazioni che la vita quotidiana ci propone. Nel Vangelo è scritto che le pecore conoscono la “sua voce”. Ne scaturisce una domanda profonda ed inquietante: noi, tu conosci la sua voce? Riconosci la voce di Gesù nelle circostanze concrete della tua vita? Questa voce ti guida e illumina le tue risposte e le tue scelte? Questa voce, ascoltata ed accolta nel cuore, ti invia e manda ad un coraggioso annuncio missionario della Buona Novella? Nel Vangelo, ancora, Gesù ci dice: “Io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me sono ladri e briganti”. Ascoltiamo, comprendiamo, seguiamo, attraversiamo questa porta che è Gesù oppure ci lasciamo guidare dai molti “ladri” e “briganti” del nostro tempo, che hanno nomi ben precisi (avidità di denaro, consumismo sfrenato, sensualità sporca e sporcata, pornografia, spinta alla violenza e alla vendetta, egoismo e chiusura nel proprio guscio, …)? Si potrebbero moltiplicare i nomi concreti di questi “ladri” e “briganti” presenti oggi nella nostra storia, ma non dimentichiamo che noi stessi portiamo nel cuore questi fermenti ed inviti al male. E’ il momento di scegliere, se seguire la voce del Maestro oppure le numerose e varie voci dei “ladri” e dei “briganti”. Il Vangelo ci dice che il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere. Ecco l’opera del diavolo in mezzo agli uomini. Noi possiamo diventare servitori del male tutte le volte che portiamo distruzione, conflittualità, scandalo, divisione, rancore, … Nel Vangelo Gesù conclude dicendo: “Io sono venuto perché abbiano la Vita e l’abbiano in abbondanza”. E’ il messaggio della Pasqua, un messaggio di Vita abbondante, di Speranza, di Pace, di Luce, di Perseveranza nel Bene. Fare Pasqua significa allinearsi su questo annuncio e su questa testimonianza di Speranza. I grandi Santi di tutte le epoche e, particolarmente, dei nostri giorni sono esempi luminosi, concreti, visibili di un’esistenza vissuta alla sequela del Buon Pastore.
La Madonna, Madre della Vita, ci aiuti a deciderci per Dio e diventare luminosi messaggeri del Vangelo, nonostante le nostre povertà, i nostri limiti, i nostri difetti, i nostri peccati.