2Sam 7,1-5.8-12.14.16;
Sal 88;
Rm 16,25-27;
Lc 1,26-38
«Maria è modello di quell’amore materno del quale devono essere animati tutti quelli che,
nella missione apostolica della Chiesa, cooperano alla rigenerazione degli uomini»
(RM 92).
«Eccomi! Avvenga di me quello che hai detto». Maria, del cui tenero e affettuoso ricordo è pieno il tempo di Avvento e di Natale, domina questa domenica che immette direttamente alla celebrazione del Natale del Signore. E’ per mezzo di lei che Dio ha realizzato il suo piano di farsi uno di noi perché noi possiamo diventare simili a lui, partecipi della sua vita divina. Troppo spesso incolpiamo Dio di non intervenire a rimediare i guasti da noi prodotti, di non fermare mani violente e omicide, non colpire chi semina la morte in tutte le sue forme. Maria insegna, invece, che la via maestra è quella della collaborazione. Per la sua disponibilità totale, il Verbo di Dio si è fatto carne. In lei ha avuto attuazione l’attesa del Salvatore; si è realizzata la supplica posta all’inizio della messa di oggi e risuonata spesso in questo tempo di Avvento: «Stillate dall’alto, o cieli, la vostra rugiada; si apra la terra e germogli il Salvatore». Questo diventa possibile perché alla “rugiada” del cielo, annunciata dall’angelo Gabriele, la terra, che è Maria, si apre ad accoglierla, perché il Giusto si costruisca una casa in mezzo all’umanità (I lettura). Con il “sì” di Maria che spalanca il cuore all’accoglienza del progetto di Dio, la terra dell’umanità, troppo spesso impermeabile all’azione di Dio, eppure tanto bisognosa di lui, si apre ad accoglierlo. Non basta che lui voglia intervenire; attende pure la collaborazione umana. L’“Eccomi!” di Maria.
Lo stesso atteggiamento, la lettera agli Ebrei attribuisce a Cristo. Al momento di venire nel nostro mondo egli dice al Padre: «Ecco, io vengo a fare la tua volontà» (10, 9). Questo è estremamente attuale anche per l’oggi. L’incarnazione di Dio nel seno di Maria è evento unico e irrepetibile. Ma la Parola di Dio continua a farsi carne in chi la ascolta e la mette in pratica, come Maria. Si ripete continuamente ciò che in modo singolare è avvenuto in lei. La necessità e l’efficacia di questa collaborazione è evidenziata anche dalla preghiera liturgica che oggi chiede al Padre di consacrare le offerte poste sull’altare con la potenza dello stesso Spirito «che santificò il grembo della Vergine Maria» (preghiera sulle offerte). Lo Spirito Santo scende ancora sulla comunità radunata attorno all’altare e trasforma i segni eucaristici nel corpo e sangue di Cristo, perché coloro che se ne nutrono siano rinnovati, perdonati, santificati, stretti nel vincolo dell’unità e della carità. Perché questo avvenga, il mondo si rinnovi, l’amore estingua le guerre, la generosità vinca sull’egoismo, vi sia un cammino di rinnovamento, Dio attende – anche lui è in Avvento – di trovare persone disponibili come Maria. Non basta lamentarsi con Dio. In qualche modo siamo responsabili della presenza nel mondo del bene o del male.
Ciò vale pure per il cammino della Missione, che sembra subire un rallentamento per cause esterne, ma anche per un raffreddamento nell’entusiasmo e nel fervore di vita cristiana. «L’annunzio del vangelo richiede annunciatori, ma la messe ha bisogno di operai, la missione si fa soprattutto con uomini e donne consacrati a vita all’opera del Vangelo, disposti ad andare in tutto il mondo a portare la salvezza» (RM 79). Ogni cristiano deve considerare dirette a lui le parole che simbolicamente S. Bernardo rivolge alla Vergine dell’annunciazione: «Dà presto la tua risposta; rispondi sollecitamente al Signore; dì la tua parola umana e concepisci la parola divina. Apri, vergine beata, il cuore alla lode, le labbra all’assenso, il grembo al Creatore». Anche oggi, l’umanità attende la risposta tua, mia, di tutti. E’ la via attraverso cui Dio si costruisce una casa nel cuore dei credenti e viene nel mondo. E’ necessario che in ognuno ci sia la generosità e la prontezza di Maria nel dire: «Eccomi, Signore, sono pronto! Manda me».
P. Gottardo Pasqualetti, imc