Celebriamo la IV domenica di pasqua, chiamata “domenica del Buon Pastore”. Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. Riflessione sull’”importanza delle vocazioni nella vita e nella missione della chiesa”. Se é vero che dobbiamo pregare per ogni uomo affiché trovi e viva con intensitá la propria vocazione, é tuttavia importante pregare il padrone della messe perché continui a mandare apostoli, annunciatori e testimoni della Buona Notizia e della risurrezione di Gesú.
La nostra societá cerca ed ha bisogno di leaders, di guide per il suo sviluppo ordinato e perché i benefici della moderna tecnologia e del progresso siano per tutti e non solo per un piccolo gruppo di fortunati. E questi capi (politici, tecnici, ricercatori, imprenditori economici…) a volte se li sceglie liberamente a volte gli vengono imposti.
Tuttavia spesso, mancano guide spirituali sagge e veramente testimoniali che possano completare la crescita sociale, economica, politica… con quella religiosa e spirituale. Ed é in questo ultimo campo che la elezione e l’invio a lavorare nella vigna, lo fa il Padre che conosce le sue pecore. Infatti, non si tratta di governare allo stile dei politici, o degli economisti ecc., “voi sapete che coloro che sono considerati governatori delle nazioni, le dominano come se fossero loro padroni e i potenti fanno pesare la loro autoritá. Tra voi non deve essere così…(Mc.,10,41); si tratta invece di accompagnare e guidare i chiamati, alla meta che Dio propone all’umanità: cioè a una vita coerente con il titolo che abbiamo di figli di Dio, discepoli di Cristo (cristiani). Il Signore é mio Pastore, nulla mi manca.. Anche se vado per valli oscure, nulla mi fará paura…
I Pastori, chiamati da Dio per stare con il suo popolo, devono infondere sicurezza. La fede, su cui fondano le loro certezze (il Padre ed io (noi) siamo uno), la speranza che fortifica il loro impegno (nessuno puó rubare niente dalle mani di mio Padre) e l’amore capace di dare tutto per il suo popolo eletto (do la mia vita per loro) é ció che devono illuminare il loro lavoro e la semina della Parola che costruisce la comunitá e rafforza i vincoli umani e spirituali tra le persone.
Pregare per le vocazioni sacerdotali, religiose e missionarie non significa solo chiedere che aumenti il loro numero per coprire i posti vuoti, ma soprattutto significa chiedere che chi risponde lo faccia fino in fondo e che realmente si trasformi in discepolo di Cristo, che si identifichi con Lui. “Io e il Padre siamo una cosa sola”. É una meta terribilmente impegnativa: identificarsi con il Padre e con Cristo.
Quante volte vediamo pastori che deviano dalla meta il popolo loro affidato, per errori, incapacitá, mancanza di impegno… Pastori che, alle volte, non hanno chiarezza in sé stessi sulla missione da compiere o “cosa testimoniare”. Pastori che presentano al gregge di Cristo idoli umani o un regno destinato alla distruzione, invece di presentare il vero regno inaugurato dal vero e unico pastore “Cristo”.
Allo stesso tempo, vediamo molti altri, chiamati a lavorare nella vigna del Signore, che lo fanno con entusiasmo, con generositá e cercando veramente il bene e il progresso spirituale (e non solo materiale) di tutti, specialmente dei piú dimenticati. É una testimonianza luminosa di discepoli che, seguendo il Maestro si avvicinano ai lebbrosi, ammalati, peccatori, agli increduli o dubbiosi, agli affamati di pane e della Parola, a coloro che costruiscono o difendono strutture di peccato… E tutto questo con il solo obbiettivo di offrire loro la salvezza integrale che Cristo ci ha portato.
Per questo la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni ci invita a una riflessione piú ampia. Che tipo di vocazioni chiediamo? Perché le chiediamo? Che cosa aspettiamo da questi chiamati dal Signore? Che cosa siamo disposti noi ad offrire al Signore? Come risponderemmo se il Signore ci chiamasse o chiamasse qualcuno vicino a noi? Come vogliamo che ci presentino oggi i valori del regno, la fede e la donazione fino a dare la propia vita per gli altri, come fanno i martiri, sacerdoti, religiosi e laici che ogni anno offrono la loro vita per testimoniare la loro fedeltá alla chiamata del Signore. Dice Gesú: “Il Padre che me le ha date (non le pecore, ma il “suo” popolo) é superiore a tutti e nessuno puó togliere niente dalle sue mani”. Certamente crediamo nelle parole di Gesú, eppure oggi sembra che altri pastori, altri valori si siano appropriati del gregge del Signore.
“Le vocazioni al sacerdozio e agli altri ministeri e servizi fioriscono all’interno del popolo di Dio laddove ci sono uomini nei quali Cristo traspare attraverso la sua Parola, nei sacramenti e specialmente nell’Eucarestia” (Benedetto XVI, Messaggio per la GMPV).
Che la Madre di Gesú, e sua discepola, interceda affinché tutti i giá chiamati e i futuri che saranno chiamati ad annunciare Cristo e il suo regno, possano essere fedeli fino alla fine, consacrati a Dio in favore degli uomini. Testimoni di “qualcosa” che non sempre sembra gradito agli orecchi dell’uomo d’oggi, ma che alla fine, é l’Unica cosa necessaria. Tutto il resto si da in sovrappiú.
At 13, 14. 43-52;
Sal 99;
Ap 7, 9. 14-17;
Gv 10, 27-30